I minori figli degli immigrati e nati nei Paesi d'accoglienza, rappresentano un aspetto particolare del fenomeno migratorio ed è importante che siano aiutati a inserirsi nelle nuove realtà, nelle scuole e nel mondo del lavoro. È quanto si legge nel messaggio di Benedetto XVI per la 97esima giornata del migrante che si celebra il prossimo 17 gennaio, presentata oggi in Vaticano."Un aspetto tipico della migrazione minorile - si legge nel testo - è costituito dalla situazione dei ragazzi nati nei Paesi ospitanti oppure da quella dei figli che non vivono con i genitori emigrati dopo la loro nascita, ma li raggiungono successivamente". "Questi adolescenti - prosegue il Papa - fanno parte di due culturecon i vantaggi e le problematiche connesse alla loro duplice appartenenza, condizione questa che tuttavia può offrire l'opportunità di sperimentare la ricchezza dell'incontro tra differenti tradizioni culturali". "È importante che ad essi sia data la possibilità della frequenza scolastica e del successivo inserimento nel mondo del lavoro - afferma ancora il Papa - e che ne vadafacilitata l'integrazione sociale grazie a opportune strutture formative e sociali. Non si dimentichi mai che l'adolescenza rappresenta una tappa fondamentale per la formazione dell'essere umano". Quindi il Pontefice rileva che "una particolare categoria di minori è quella dei rifugiati che chiedono asilo, fuggendo per varie ragioni dal proprio paese, dove non ricevono adeguata protezione. Le statistiche rivelano che il loro numero è in aumento. Si tratta dunque di un fenomeno da valutare con attenzione e da affrontare con azioni coordinate, con misure di prevenzione, di protezione e di accoglienza adatte, secondo quanto prevede anche la stessa Convenzionedei Diritti del Bambino".