venerdì 25 febbraio 2011
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Per una donna cinquantenne ci sono voluti dieci anni di esorcismi, preghiere di liberazione, sofferenze terribili nel corpo. Quest’anno ha celebrato i suoi 25 anni di matrimonio senza scappare davanti al crocifisso, riuscendo a ricevere la Comunione e manifestando tranquillità con i suoi cari. Per una ragazza di vent’anni, invece, sono bastati otto esorcismi: all’inizio più persone dovevano tenerla ferma, ma le bestemmie e gli sputi non riuscivano a frenarli. Adesso la giovane va alla preghiera con i suoi piedi, prova gioia e il suo viso è diventato luminoso. Per un’altra donna di 35 anni, ancora in cura, l’unico sollievo dalle continue vessazione del Maligno è derivato da un perentorio ordine dell’esorcista: «In nome di Gesù, domani non devi disturbarla».È sorprendente cosa può succedere a chi viene posseduto dal demonio, ma non sempre è semplice riuscire a discernere una vera presenza del Maligno. I primi a non voler vedere il diavolo ovunque sono proprio gli esorcisti, «sono meno del 2% i casi veri» dicono e lo dimostrano rivolgendosi a medici esperti per essere aiutati. Fra’ Benigno Palilla ha costituito un’équipe nel centro diagnostico psico-spirituale nella diocesi di Monreale, con due medici, uno psicopatologo forense, una pedagogista e una psicologa. Insieme hanno affrontato una decina di casi difficili e in otto di questi anche i medici hanno dovuto ammettere che si trattava di possessione. «Quando non ci vedo chiaro, convoco l’équipe e insieme affrontiamo il caso – racconta –. Incontriamo la persona, ciascuno fa le proprie domande mirate e tutti partecipiamo al rito dell’esorcismo. Perché è fondamentale che anche psichiatri e psicologi vedano le reazioni che avvengono durante l’esorcismo, a volte sono proprio quelle che fanno propendere per un’ipotesi piuttosto che per un’altra. Poi la persona va via e noi decidiamo quale terapia avviare». E così, per esempio tre sorelle che sembravano vessate dal diavolo, in realtà si suggestionavano vicendevolmente, quindi la strategia migliore era quella di farle vivere separate per un po’.Monsignor Sante Babolin, a Padova, in quattro anni ha ascoltato 593 persone e ne ha inviato 91 dallo psichiatra, «di cui più di venti hanno raggiunto una completa guarigione – dice –. Il popolo di Dio ha bisogno di questo servizio, l’alternativa è data dai maghi, dai guaritori. Lo strumento principale è la Parola di Dio, che illumina le menti, risana i cuori spezzati e, talvolta, guarisce anche da infermità psichiche e fisiche».
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