giovedì 5 maggio 2016
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Proseguendo nel suo ciclo sulla misericordia nella prospettiva evangelica Francesco ha dedicato la catechesi alla parabola del Buon Pastore. L’udienza di ieri è stata per certi verso anche una piccola anticipazione del Giubileo dei carcerati in programma il 6 novembre prossimo. Erano infatti presenti sette detenuti di Lecce protagonisti, come scrive L’Osservatore Romano, del programma “70volte7” lanciato dalla Caritas con la Fondazione Madonna di Roca, per il reinserimento sociale di chi ha scontato una pena. In piazza San Pietro anche un gruppo di giuristi argentini, impegnati in un progetto per migliorare la realtà delle carceri. E al Pontefice è stato consegnato il simbolo dell’evento di novembre, cioè, un crocifisso realizzato dalle donne detenute del penitenziario argentino di Ezeiza, nella provincia di Buenos Aires. Tanti come sempre i fedeli italiani all’udienza generale. In particolare il Papa ha salutato i pellegrini della diocesi di Savona-Noli con il vescovo Vittorio Lupi; i Cavalieri di San Timoteo di Termoli; e gli studenti del Liceo Nicolò Braucci di Caivano. Come di consueto le ultime parole sono state per i giovani, i malati e gli sposi novelli. Ricordando che il mese di maggio è dedicato alla Madonna, Francesco ha invitato i ragazzi a coltivarne la devozione con la recita quotidiana del Rosario, ha sollecitato i sofferenti a sentire la vicinanza di Maria specialmente nell’ora della croce, ha chiesto ai freschi sposi di pregarla perché nelle loro case non manchino mai l’amore e il rispetto reciproco.
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