mercoledì 3 aprile 2013
​Oggi nella Messa nella Casa Santa Marta il Papa commentando l'episodio evangelioc dei discepoli di Emmaus, ha sottolineato quanto sia prezioso l'abbandono al Signore: «Confidiamoci con Gesù. Non cerchiamo rifugio nelle lamentele: ci fanno male. Ci fanno male al cuore»
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L’episodio dei discepoli di Emmaus, che propone la liturgia del Mercoledì nell’Ottava di Pasqua, è stato al centro della breve omelia pronunciata stamani da Papa Francesco durante la Messa presieduta nella Casa Santa Marta. «Avevano paura» ha osservato il Papa, riferendosi ai discepoli che lasciano Gerusalemme dopo la morte di Cristo. «Tutti i discepoli avevano paura. Ma lungo la strada parlavano sempre delle vicende appena vissute “e si lamentavano”. Anzi, non cessavano di lamentarsi – ha affermato il Papa – “e più si lamentavano, più erano chiusi in se stessi: non avevano orizzonte, solo un muro davanti». Dopo tanta speranza, provavano il fallimento di tutto ciò in cui avevano creduto: «E cucinavano – per così dire – cucinavano la loro vita nel succo delle loro lamentele, e andavano avanti così, avanti, avanti, avanti con le lamentele. Io penso tante volte che noi – ha aggiunto il Papa – quando succedono cose difficili, anche quando ci visita la Croce, corriamo questo pericolo di chiuderci nelle lamentele. E il Signore anche in questo momento è vicino a noi, ma non lo riconosciamo. E cammina con noi. Ma non lo riconosciamo». «Abbiamo fiducia nel Signore. Lui sempre ci accompagna nel nostro cammino, anche nelle ore più oscure. Siamo sicuri che il Signore mai ci abbandona: sempre è con noi, anche nel momento difficile. E non cerchiamo rifugio nelle lamentele: ci fanno male. Ci fanno male al cuore». E' la sottolineatura che oggi papa Francesco, secondo quanto riportato dalla Radio Vaticana, ha messo in risalto nella Messa mattutina alla quale erano presenti i dipendenti della Domus Romana Sacerdotalis.«Le lamentele sono cattive», ha aggiunto il Papa, non soltanto quelle contro gli altri, ma anche quello contro noi stessi, quando tutto ci appare amaro. «Sono cattive perché ci tolgono la speranza. Non entriamo in questo gioco di vivere dei lamenti», ma se qualcosa non va rifugiamoci nel Signore, confidiamoci con Lui: «Non mangiamo lamentele, perché queste tolgono la speranza, tolgono l'orizzonte e ci chiudono come con un muro. E da lì non si può uscire. Ma il Signore ha pazienza e sa come farci uscire da questa situazione».
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