martedì 27 giugno 2017
Quattro giorni di conferenze, concerti, mostre e flash mob A organizzare l’evento aperto a tutti Missio (Cei), la Conferenza degli istituti missionari italiani e la diocesi di Brescia.
Mario Pellegrino, missionario in Africa. Foto d'archivio della diocesi di Mazara del Vallo

Mario Pellegrino, missionario in Africa. Foto d'archivio della diocesi di Mazara del Vallo

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Una formula ormai affermata, ma declinata in un evento totalmente nuovo. Potrebbe essere questo il biglietto da visita del primo Festival nazionale della missione, in programma a Brescia dal 12 al 15 ottobre prossimi, con il titolo “Mission is possible”. Dei festival ormai diffusi in tante città italiane quello di Brescia avrà l’orizzonte aperto, il clima festoso e leggero, la scelta di un tema chiave presentato con una pluralità di linguaggi e di format: dalle conferenze agli incontri con autori, dai concerti alle mostre, dai flash mob ai momenti di riflessione. Ma sarà un festival nuovo, se è vero che sinora in Italia nessuno aveva pensato di puntare la lente di ingrandimento sulla missione e sui suoi protagonisti: uomini e donne, religiosi e laici che, anche nell’era della globalizzazione e dei social media, decidono di lasciare tutto e di donare la propria vita per l’annuncio del Vangelo in quelle che una volta si chiamavano “terre lontane” e che oggi comprendono, come insegna papa Francesco, le periferie di casa nostra.

Una novità che ha alle spalle tre promotori: la Conferenza degli Istituti missionari italiani (Cimi), l’organismo che riunisce gli istituti ad gentes (dai comboniani ai padri del Pime, dalle suore della Consolata alle saveriane); la Conferenza episcopale italiana, attraverso la Fondazione Missio; la diocesi di Brescia, con il coordinamento operativo del Centro missionario diocesano.

Suor Marta Pettenazzo, presidente della Cimi, spiega le motivazioni. «Siamo più che mai convinti che il Vangelo abbia bisogno di essere detto, cantato, condiviso, proclamato, testimoniato non solo all’interno delle nostre comunità ma, come si legge nel Vangelo di Luca, “uscendo per le piazze e per le vie della città”. Riteniamo che il Festival possa essere uno strumento privilegiato per condividere questo dono».

Le fa eco don Michele Autuoro, direttore di Missio: «Andiamo in città per dialogare, contemplare e fare festa per la perenne buona notizia di Gesù per ogni uomo e per ogni donna. Nelle piazze, come in quel giorno di Pentecoste, inizio della missione dei discepoli. Perché la Chiesa non dimentichi che è nata in uscita e solo in uscita sarà fedele al suo Maestro».

Dal canto suo Luciano Monari, vescovo di Brescia, illustra che la scelta della Leonessa come sede è tutt’altro che casuale. «Sarà un’occasione significativa per rinnovare la passione per l’annuncio del Regno di Dio: quella passione che ha animato la vita del beato Paolo VI, di san Daniele Comboni, della beata Irene Stefani e di tanti figli e figlie di questa terra».

Un ruolo cruciale è anche quello del direttore artistico, il giornalista e scrittore Gerolamo Fazzini, il quale tiene a sottolineare un altro elemento. «Vogliamo provare a fare un evento insieme, cosa non sempre facile nel mondo missionario ed ecclesiale, vivendo il Festival come una doppia opportunità: quella di condividere le differenze in quanto ricchezza che va a beneficio di tutti, e la possibilità di mettere in circolazione quanto è già stato realizzato in questi anni, le “eccellenze” del mondo missionario italiano in ambito culturale e di animazione. Se il Festival sarà frutto di un lavoro di squadra dove ogni carisma è valorizzato potrà diventare una testimonianza già missionaria in sé».

A meno di quattro mesi dal via, il programma è quasi pronto. Mancano ancora alcuni tasselli ma sono già diversi gli appuntamenti e gli ospiti confermati. La partecipazione sarà gratuita e, per chi verrà in giornata, non sarà necessaria l’iscrizione. Tuttavia, poiché il Festival vuole essere un evento nazionale e non solo bresciano, gli organizzatori stanno lavorando per offrire ospitalità – a prezzi molto contenuti e secondo uno stile improntato all’essenzialità – a chi vorrà fermarsi per più giorni: delegati dei Centri missionari diocesani, missionari, giovani che gravitano intorno ad essi. Per queste persone la scadenza per inviare la propria iscrizione a info@festivaldellamissione.it è il 15 luglio (sul sito www.festivaldellamissione.it ulteriori dettagli). «Ci aspettiamo una bella risposta dagli istituti missionari, dai Centri di animazione missionaria, dagli Uffici di pastorale giovanile – è l’appello di Fazzini –. Sappiamo che alcune diocesi hanno deciso di sospendere le attività di animazione missionaria in ottobre e convogliare tutti i giovani sul Festival. Inoltre la tradizionale assemblea nazionale di Missio giovani quest’anno si terrà a Brescia».

Insomma, il messaggio è chiaro: il Festival della missione vuole e può essere un evento aperto a chiunque e serve la partecipazione e la collaborazione di tutti; solo così, per riprendere il titolo di questa prima edizione, la missione diventa possibile.

Il programma. Dalla Notte bianca al dialogo con testimoni da tutto il mondo

Ricco di appuntamenti il programma del primo Festival della missione. Dopo la Messa di apertura, la serata di giovedì 12 ottobre sarà dedicata a testimonianze missionarie in una ventina di parrocchie di Brescia e dintorni, e in alcuni monasteri di clausura. Il 13 ottobre tre tavole rotonde – sul presente e il futuro della missione ad gentes, sul protagonismo delle donne nell’evangelizzazione e sull’attualità di Matteo Ricci – offriranno contenuti qualificati in particolare a missionari, delegati dei Centri missionari diocesani e studenti. La sera di venerdì il Festival entrerà nel vivo con un grande evento, in via di definizione, che vedrà la partecipazione del cardinale Luis Antonio Tagle, arcivescovo di Manila e presidente di Caritas Internationalis, e di nomi noti del mondo dello spettacolo.

Il sabato, aperto come il giorno precedente da una preghiera ecumenica, vedrà tra i momenti più significativi la consegna del tradizionale premio “Cuore amico” da parte del cardinale albanese Ernest Simoni, sopravvissuto alla persecuzione comunista. Dopo un pomeriggio denso di spettacoli, esibizioni corali, mostre fotografiche, incontri, in serata tre eventi pensati per i giovani: in alcuni bar del centro la possibilità di consumare un “aperitivo con il missionario”; un concerto con una christian rock band italiana; infine, la “notte bianca della missione” con preghiere e testimonianze.

La domenica, dopo la Messa in Duomo, vedrà, fra le varie proposte, un incontro sulle migrazioni come nuova via della missione, una tavola rotonda sul rapporto tra missione, cultura e informazione (con importanti nomi del panorama mediatico, tra cui il direttore di Avvenire, Marco Tarquinio), spettacoli per famiglie e bambini per le vie di Brescia, e un sorprendente concerto finale. Il tutto mentre in una chiesa del centro si terrà, per l’intera durata del Festival, l’adorazione eucaristica permanente, a indicare il primato di Dio che rende possibile la missione anche quando essa appare impossibile. Fra gli ospiti dell’evento il cardinale Fernando Filoni, prefetto della Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli; suor Rosemary Nyirumbe, religiosa ugandese nominata “eroe dell’anno” dalla Cnn; padre Federico Lombardi, gesuita, già direttore della Sala Stampa vaticana; Gaël Giraud, gesuita ed economista francese; padre Alex Zanotelli, comboniano, giornalista e scrittore; Blessing Okoedion, nigeriana, ex vittima della tratta e autrice del libro coraggio della libertà; padre Bernardo Cervellera, del Pime, direttore di Asia News. Info su www.festivaldellamissione.it.

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