venerdì 12 gennaio 2024
Ad inaugurarla stamattina il cardinale Konrad Krajewski, elemosiniere apostolico, con la Comunità di Sant’Egidio
La "Lavanderia del Papa" a Napoli

La "Lavanderia del Papa" a Napoli - R.B.

COMMENTA E CONDIVIDI

Entra in funzione a Napoli la “Lavanderia di Papa Francesco”: un luogo e un servizio per dare forma concreta alla carità. Ad inaugurarla stamattina il cardinale Konrad Krajewski, elemosiniere apostolico con la Comunità di Sant’Egidio e i responsabili di Procter & Gamble che sostengono l’opera con la collaborazione di Haier Europe.

«La misericordia si rende visibile e tangibile in un’azione concreta e dinamica», ha detto il cardinale Konrad Krajewski. «È il momento di dare spazio alla fantasia della misericordia per dare vita a tante nuove opere, frutto della grazia».

La lavanderia si trova presso la Casa dell’Amicizia, accanto alla chiesa dei SS. Filippo e Giacomo al civico 118 di via San Biagio dei Librai, ed è dotata di lavatrici e asciugatrici e sarà costantemente rifornita di detergenti per il bucato, oltre a prodotti per la pulizia dei locali e per l’igiene personale destinati ai locali docce.

Sarà un servizio offerto gratuitamente alle persone più povere, in particolare a quelle senza dimora, che in questi locali potranno lavare e asciugare i propri indumenti, vestiti e coperte e, grazie al servizio docce, provvedere anche alla pulizia personale. Il progetto arriva a Napoli, dopo Roma, Genova e Torino.

«Quando aiutiamo i più poveri e vulnerabili, siamo veramente cristiani, perché siamo il mezzo del Vangelo – aggiunge l’elemosiniere apostolico -. Questa iniziativa che si ripete nel tempo è motivo di gioia per me perché questa è una ulteriore possibilità di farsi prossimi all’umanità ferita, un modo per manifestare la presenza e la vicinanza di Dio agli ultimi».

Dall’inizio dell’anno sono già 12 i senza dimora morti in Italia, di cui due a Napoli. «La lavanderia sarà come la carezza del Papa che richiama tutti ad allargare lo sguardo a chi fa più fatica soprattutto in questo tempo così segnato dalla povertà e dall’abbassamento delle temperature – spiega Benedetta Ferone della Comunità di Sant’Egidio - Non possiamo considerare la vita di stenti di chi vive per strada come un problema di degrado urbano, ma dobbiamo impegnarci ognuno come può, a rendere più umana questa città».

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: