venerdì 18 febbraio 2011
La persecuzione dei cristiani è ormai un fenomeno globale e, di fronte alla sordità della politica europea, solo la collaborazione fra cattolici, ortodossi e protestanti può creare un grande movimento di protesta. Lo ha detto oggi a Belgrado il sociologo Massimo Introvigne, rappresentante dell'Osce per la lotta al razzismo, alla xenofobia, e all'intolleranza e discriminazione contro i cristiani, all'incontro congiunto del Ccee (Consiglio delle Conferenze episcopali europee) e del Cec (Conferenza delle Chiese Europee).
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La persecuzione dei cristiani è ormai un fenomeno globale ed epidemico e, di fronte alla sordità della politica europea, solo la collaborazione ecumenica fra cattolici, ortodossi e protestanti può creare un grande movimento di protesta internazionale. Lo ha detto oggi a Belgrado il sociologo Massimo Introvigne, rappresentante dell'Osce (Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa) per la lotta al razzismo, alla xenofobia, e all'intolleranza e discriminazione contro i cristiani, nella sua relazione all'annuale incontro congiunto del Ccee (Consiglio delle Conferenze episcopali europee) e del Cec (Conferenza delle Chiese Europee).Introvigne ha identificato il fondamentalismo islamico, il nazionalismo anti-missionario indù e buddista, l'esistenza di regimi comunisti che ancora negano la libertà religiosa a partire dalla Corea del Nord e il laicismo aggressivo di alcuni Paesi occidentali come i responsabili delle persecuzioni e della  discriminazione che fanno dei cristiani le vittime dei tre quarti degli episodi d'intolleranza religiosa che si verificano ogni anno nel mondo. Il sociologo italiano ha anche rilanciato la sua proposta di una Giornata dei martiri cristiani del nostro tempo, che gli Stati europei dovrebbero mettere in calendario il 7 maggio ricordando l'iniziativa ecumenica di Giovanni Paolo II del 7 maggio 2000 al Colosseo.L'incontro di Belgrado è presieduto per la parte cattolica dal cardinale di Budapest, Peter Erdo, e ha come vice-presidenti i cardinali di Bordeaux, Jean-Pierre Ricard, e di Zagabria, Josip Bozanic.
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