venerdì 6 gennaio 2023
L'istituzione vaticana nacque nel 2010 con l’obiettivo di promuovere lo studio della teologia e un premio, ora gestisce e cura l’Opera Omnia del defunto Pontefice emerito
Alcuni dei libri scritti da  Benedetto XVI. La produzione letteraria di Joseph Ratzinger è davvero ricca. L’Opera Omnia viene curata adesso dalla Fondazione pontificia che porta il suo stesso nome

Alcuni dei libri scritti da Benedetto XVI. La produzione letteraria di Joseph Ratzinger è davvero ricca. L’Opera Omnia viene curata adesso dalla Fondazione pontificia che porta il suo stesso nome - Archivio

COMMENTA E CONDIVIDI

Nel 2010 Benedetto XVI, preso atto del desiderio espresso da numerosi studiosi di creare un Ente avente lo scopo di promuovere la stampa, la diffusione e lo studio degli scritti dell’allora professor Joseph Ratzinger, e vista la necessità di conferire un’adeguata configurazione giuridica al suddetto Ente, ha disposto l’erezione, a norma del Codice di Diritto Canonico e della Legge Fondamentale dello Stato della Città del Vaticano, della “Fondazione Vaticana Joseph Ratzinger - Benedetto XVI”.

Tre gli scopi principali: la promozione della conoscenza e dello studio della teologia; l’organizzazione e lo svolgimento di convegni di alto valore culturale e scientifico; la premiazione di studiosi che si sono contraddistinti per particolari meriti nell’attività di pubblicazione e/o nella ricerca scientifica. Quest’ultimo scopo vorrebbe essere in particolare un modo - secondo la felice espressione dello stesso Benedetto XVI - per esprimere il grazie «a una teologia che vuol conoscere di più per amore dell’amato» e per dire ai «teologi: abbiate coraggio» oltre che per esprimere concretamente a loro «un grande grazie» perché rendono comprensibile che «il Signore ci ha dato la Chiesa come soggetto vivo, con la struttura dei vescovi in comunione con il Papa».

La Fondazione ha un Comitato scientifico che è stato presieduto dai cardinali Camillo Ruini (2010-2015) e Angelo Amato (2015-2022). Attualmente ne fanno parte i cardinali Kurt Koch, Gianfranco Ravasi e Luis Ladaria, il vescovo di Ratisbona Rudolph Voderholzer e l’arcivescovo Rino Fisichella (subentrato, come membro, ad Amato). C’è poi un CdA presieduto dal gesuita padre Federico Lombardi (subentrato nel 2015 a monsignor Giuseppe A. Scotti) e composto dall’arcivescovo Georg Gänswein, prefetto della Casa Pontificia e segretario particolare di Benedetto XVI, dal salesiano don Giuseppe Costa (già direttore editoriale della Lev), dal dottor Renato Poletti e da don Achim Buckenmaier.

Negli ultimi anni, ha sottolineato padre Lombardi, le attività della Fondazione sono continuate lungo le linee già chiaramente tracciate fin dall’inizio: il conferimento annuale dei prestigiosi “Premi Ratzinger”, l’assegnazione di borse di studio per dottorandi in diverse discipline prevalentemente teologiche, l’organizzazione di Simposi di alto livello scientifico su temi di grande rilievo per lo studio della teologia e per la vita della Chiesa nel mondo di oggi. Negli argomenti affrontati «è facile riconoscere l’eco di grandi tematiche del pensiero ratzingeriano, come l’escatologia, l’ecologia umana o i fondamenti del diritto». I Simposi di studio organizzati fuori Roma in collaborazione con una diversa Università cattolica si sono svolti nel 2011 in Polonia, nel 2012 in Brasile, nel 2014 in Colombia, nel 2015 in Spagna, nel 2017 in Costa Rica e nel 2019 in Ungheria.

La partecipazione personale di papa Francesco alla cerimonia di consegna dei Premi, ha specificato Lombardi, «ne fa senza dubbio l’evento culminante della vita annuale della Fondazione, al quale si è finora sempre accompagnato anche il momento intenso ed emozionante dell’incontro personale dei Premiati con il Papa emerito».

Con questa edizione 2022, sono diventate 26 le personalità che hanno ricevuto il Premio Ratzinger, provenienti da 16 diversi Paesi: Germania (7), Francia (4), Italia (2), Australia, Brasile, Burkina Faso, Canada, Estonia, Grecia, Inghilterra, Libano, Polonia, Spagna, Stati Uniti, Sudafrica, Svizzera. I premiati non sono solo cattolici, ma anche appartenenti ad altre confessioni cristiane: un anglicano, un luterano, due ortodossi e dopo l’ultima assegnazione al professor Joseph Weiler anche uno di religione ebraica.

La Fondazione inoltre promuove la pubblicazione dell’Opera omnia di Ratzinger, edita in italiano dalla Lev avendo come curatore Pierluca Azzaro con la collaborazione di don Lorenzo Cappelletti. E a questa imponente impresa ha fatto cenno Papa Francesco nel corso della cerimonia di assegnazione dell’ultima edizione del Premio Ratzinger, tenutasi nel Palazzo Apostolico lo scorso 1° dicembre.

«Oltre al magistero pontificio di papa Benedetto, - ha detto Francesco - i suoi contributi teologici vengono nuovamente offerti alla nostra riflessione grazie alla pubblicazione dell’Opera Omnia, la cui edizione tedesca si avvicina ormai al compimento, mentre quelle in altre lingue continuano a progredire. Questi contributi ci offrono una base teologica solida per il cammino della Chiesa: una Chiesa “viva”, che egli ci ha insegnato a vedere e vivere come comunione, e che è in cammino – in “sinodo” – guidata dallo Spirito del Signore, sempre aperta alla missione di annuncio del Vangelo e di servizio al mondo in cui vive».

«In questa prospettiva – ha osservato poi papa Francesco – si colloca il servizio della Fondazione Vaticana Joseph Ratzinger-Benedetto XVI, nella convinzione che il suo magistero e il suo pensiero non sono diretti verso il passato, ma sono fecondi per il futuro, per l’attuazione del Concilio e per il dialogo fra la Chiesa e il mondo di oggi, nei campi più attuali e dibattuti, come l’ecologia integrale, i diritti umani, l’incontro fra le diverse culture. Colgo questa occasione per incoraggiare anche la collaborazione con le Fondazioni vaticane intitolate al Beato Giovanni Paolo I e a San Giovanni Paolo II, cosicché la memoria e la vitalità del messaggio di questi tre Pontefici siano promosse in unione di intenti nella comunità ecclesiale».

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI