mercoledì 13 settembre 2023
Pochi giorni dopo l’arcivescovo di Marsiglia, raggiunse Pechino l’austriaco König pastore di Vienna
Roger Etchegaray

Roger Etchegaray - .

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Tra gli effetti degli incontri anche il riconoscimento del ruolo di ponte svolto da Hong Kong Alcuni cardinali hanno già visitato la Repubblica popolare cinese (Rpc), ma il viaggio del cardinale Matteo Maria Zuppi - impegnato nella missione per la pace voluta dal Papa e che ha già visto le tappe di Kiev, Mosca e Washington - sarà molto diverso. I primi viaggi, davvero pioneristici, furono quelli di Roger Etchegaray e Franz König nel 1980. La Rpc stava allora uscendo dalla disastrosa stagione della Rivoluzione culturale e iniziava la stagione di riforme e apertura, sotto l’impulso di Deng Xiaoping. Etchegaray era allora arcivescovo di Marsiglia e presidente della Conferenza episcopale francese e l’invito venne da membri dell’Amicizia franco-cinese. Fu ricevuto come “alto dignitario di un’importante religione occidentale”. Argomento principale dei suoi incontri furono i rapporti tra la Chiesa cattolica e la Rpc e, a un pranzo ufficiale, incontrò il vescovo di Pechino, Fu Tienshan, non riconosciuto da Roma. Da quella visita iniziarono importanti sviluppi per la Chiesa in Cina che però si interruppero bruscamente nel 1981.

Appena dodici giorni dopo, giunse a Pechino il cardinale König, arcivescovo di Vienna, presidente del Segretariato per i non credenti e alle origini dell’Ostpolitik vaticana, iniziata nei primi anni Sessanta. Su invito dall’Accademia cinese di Scienze sociali, tenne una conferenza sul futuro delle religioni. Constatò un grande interesse cinese per la Chiesa cattolica ma ebbe anche l’impressione che la riunificazione tra cattolici in Cina e Roma fosse ancora lontana. Molto importanti furono i due viaggi del cardinale Jaime Sin, arcivescovo di Manila, nel 1984 e nel 1987, rispettivamente su invito dell’Associazione per l’amicizia con i popoli stranieri e per ricevere un dottorato honoris causa a Xiamen, città di origine della sua famiglia. Durante questi viaggi, incontrò diversi vescovi non riconosciuti da Roma e fu ricevuto dal Segretario generale del Partito comunista, Zhao Ziyang, con il quale discusse la possibilità di normalizzare i rapporti sino-vaticani. Secondo il vescovo ausiliare di Shanghai, Jin Luxian, Sin arrivò allora vicino a questo risultato ma l’iniziativa non venne accettata da Roma.

Nel 1994 visitò la Cina continentale, per la prima volta come cardinale, il vescovo di Hong Kong, Wu Chengchung, dopo i viaggi da lui compiuti nel 1985 e nel 1986, che hanno aperto la strada ad un ruolo di Hong Kong come “ponte” tra Chiesa cinese e Chiesa universale. Il cardinale Etchegaray - divenuto intanto presidente di Cor Unum e di Iustitia et pax - visitò nuovamente la Cina nel 1993 su invito del Comitato olimpico cinese: la Cina allora lottava per l’assegnazione dei Giochi, poi ottenuta per il 2008. Nel 2000 è stato poi ospite di un Convegno su “Religioni e pace”, organizzato dall’Accademia cinese delle Scienze sociali e dall’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Questo viaggio fu turbato dalla rottura tra Santa Sede e Cina, alla vigilia della firma di uno storico accordo, a causa di nuove ordinazioni illegittime e della beatificazione di 120 martiri cinesi il 1° ottobre, anniversario della rivoluzione. Ciononostante, il cardinale Etchegaray fu trattato come ospite di riguardo e incontrò un vice primo ministro. Sarebbe tornato per l’ultimo viaggio nel 2003. In occasione dell’Expo 2010, il cardinale Zen Ze-kiun, vescovo emerito di Hong Kong, visitò Shanghai, sua città natale, incontrando i vescovi Jin Luxian e Xing Wenzhi.

Qualche settimana più tardi, fu il cardinale Crescenzio Sepe a compiere una visita in Cina, dove era già noto per l’attenzione verso questo Paese negli anni in cui era stato prefetto della Congregazione per l’evangelizzazione dei popo-li: in quella veste favorì tra l’altro la riammissione di mons. Jin Luxian di Shanghai alla comunione con il Papa. Motivo ufficiale della visita fu la partecipazione a un Convegno promosso dalla Comunità di Sant’Egidio e dal ministero degli affari esteri Italiano nel Padiglione italiano dell’Expo, cui intervenne anche Giorgio Napolitano. Il direttore dell’Ufficio affari religiosi, Wang Zuo’an, lo ringraziò per il lavoro fatto come prefetto e aggiunse: «ho fiducia che per risolvere il problema Cina-Vaticano non ci voglia tanto tempo. Quando andremo in Paradiso e Dio ci chiederà come va questo rapporto, dobbiamo sapere cosa rispondere!». Ma subito dopo tornò la tempesta: ripresero le ordinazioni illegittime e, per la prima volta dal 1949, alcuni vescovi cinesi furono esplicitamente scomunicati. Tra le principali visite possono essere ricordate anche, nel 2005, quella del cardinale Godfried Daneels di Bruxelles, di carattere prevalentemente pastorale.

Anche Theodore Edgar McCarrick ha visitato come cardinale la Cina nel 2005 e nel 2016, avendo contatti che riguardarono - secondo le sue dichiarazioni - soprattutto le relazioni sinoamericane ma talvolta anche la libertà religiosa. Poco si sa, inoltre, del breve “ viaggio privato” in Cina del cardinale Paolo Romeo, arcivescovo di Palermo, nel novembre 2011. Il 29 aprile 2019, infine, il cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della cultura, ha inaugurato il Padiglione della Santa Sede all’Expo di orticoltura a Pechino. Dal 1980 ad oggi i viaggi dei cardinali in Cina sono stati molto diversi, per qualità, scopi e risultati. Alcuni sono stati autorizzati dal Papa. Ma quello del cardinale Zuppi si distinguerà da tutti i precedenti perché per la prima volta un cardinale va in Cina come inviato del Papa e non per trattare questioni religiose ma per una grande missione di politica internazionale: favorire la pace in Ucraina.

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