venerdì 6 marzo 2009
L’invito di Benedetto XVI: «Sappiate aiutare i vostri coetanei a scoprire il volto autentico del Signore».
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La speranza «non è solo un ideale o un sentimento». La speranza ha un nome, perché «è una persona viva», è Cristo. Per questo, soprattutto in questi tempi di crisi, di fronte a una «società smarrita» per «l’o­blio di Dio», continuamente ten­tata dalle «false chimere», dall’«idolatria» del denaro, del successo e della carriera, è ne­cessario tornare alla speranza «salda ed affidabile». E, dunque, la «missione impegnativa» in cui tutti i cristiani, ma soprattutto i giovani devono impegnarsi è «u­na nuova evan­gelizzazione che aiuti le nuove ge­nerazioni a ri­scoprire il volto autentico di Dio». È quanto scrive Benedetto XVI nel messaggio scritto per la XXIV Giornata mondiale della gioventù, che quest’anno si svolgerà a livello diocesano il 5 aprile, nella tradi­zionale collocazione della Do­menica delle Palme, e che ha per tema Abbiamo posto la nostra speranza nel Dio vivente. «L’e­sperienza – si legge nel testo, dif­fuso ieri dalla Sala Stampa della Santa Sede – dimostra che le qualità personali e i beni mate­riali non bastano ad assicurare quella speranza di cui l’animo umano è in costante ricerca». In­fatti, osserva il Pontefice, «la po-­litica, la scienza, la tecnica, l’e­conomia e ogni altra risorsa ma­teriale da sole non sono suffi- cienti per offrire la grande spe­ranza a cui tutti aspiriamo». Questa speranza, afferma Papa Ratzinger, «può essere solo Dio», anche e soprattutto per quei gio­vani «feriti dalla vita, condizio­nati da una immaturità perso­nale che è spesso conseguenza di un vuoto familiare, di scelte educative permissive e liberta­rie e di esperienze negative e traumatiche» che in alcuni sfo­ciano in «comportamenti a ri­schio e violenti, verso droghe e alcool, e tante altre forme di di­sagio giovanile». Ma, chiede Papa Ratzinger, «co­me annunciare la speranza a questi giovani?». Per Benedetto X­VI la risposta sta nell’impegno «primario di tut­ti » in una «nuova evangelizzazio­ne, che aiuti le nuove genera­zioni a riscoprire il volto autentico di Dio». Per que­sto, sull’esempio di san Paolo, il Papa esorta i giovani a fare spa­zio alla preghiera, partecipando anche a «gruppi e movimenti», a prendere parte «alla liturgia nelle parrocchie», a nutrirsi «del­la Parola di Dio e dell’Eucaristia». «Se vi nutrite di Cristo, cari gio­vani, non potrete non farlo co­noscere e amare da tanti altri vo­stri amici e coetanei. La Chiesa – si legge nel Messaggio – conta su di voi per questa impegnati­va missione: non vi scoraggino le difficoltà. Testimoniate il Risor­to e fatelo conoscere a quanti, vostri coetanei e adulti, sono in cerca della 'grande speranza' che dia senso alla loro esisten­za ». In particolare, il Pontefice e­sorta a fare «scelte che manife­stino la vostra fede», mostrando «di aver compreso le insidie del­l’idolatria del denaro, dei beni materiali, della carriera e del successo, e non lasciatevi at­trarre da queste false chimere». Allo stesso modo «non cedete al­la logica dell’interesse egoistico – prosegue – ma coltivate l’a­more per il prossimo e sforzate­vi di porre voi stessi e le vostre capacità umane e professionali al servizio del bene comune e della verità». Sydney: la folla dei giovani pellegrini alla Gmg 2008 (foto Siciliani)
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