lunedì 22 gennaio 2024
Direttore del settimanale diocesano di Udine e presidente della Fisc dal '93 al '98, il sacerdote è morto all'età di 77 anni. Testimone di una Chiesa che ricostruisce tra le macerie
Corgnali il 30 ottobre 2023 in diretta su Radio Spazio in occasione del 30° di fondazione dell’emittente diocesana

Corgnali il 30 ottobre 2023 in diretta su Radio Spazio in occasione del 30° di fondazione dell’emittente diocesana - .

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Volto di una Chiesa che letteralmente si fa compagna dell’umanità per ricostruire un mondo nuovo dalle macerie e che ha il coraggio di far sentire ovunque la propria voce: monsignor Duilio Corgnali, sacerdote dell’arcidiocesi di Udine, è morto ieri, 21 gennaio, all’età di 77 anni, mentre si trovava ricoverato all’ospedale del capoluogo friulano da più di un mese a causa delle complicazioni di una malattia scoperta quando era già in fase avanzata.

Le esequie saranno celebrate mercoledì 24 gennaio, alle 15, in Duomo a Tarcento (Udine). A presiedere la celebrazione sarà l’arcivescovo di Udine Andrea Bruno Mazzocato.

Alla figura di Corgnali era legata la memoria dell’impegno della Chiesa udinese a fianco delle comunità colpite dal terribile terremoto del 1976. Ma gli anni del suo ministero sono stati caratterizzati anche da un forte impegno nel campo della comunicazione: per 24 anni è stato direttore del settimanale diocesano La Vita Cattolica, nel 1993 grazie a lui vide la luce la radio diocesana, Radio Spazio, e dal 1993 al 1998 fu presidente della Federazione nazionale che riunisce i settimanali diocesani italiani, la Fisc. Senza sosta anche il suo lavoro per il riconoscimento e la valorizzazione della lingua friulana, sia nelle istituzioni che nella comunità cristiana.

Nato il 26 marzo 1946 a Manzinello, frazione del comune di Manzano in provincia di Udine, monsignor Corgnali fu ordinato sacerdote il 9 ottobre 1971. Dopo un anno di servizio come cooperatore pastorale a Palmanova, nel 1972 era a Roma per completare gli studi alla Pontificia Università San Tommaso d’Aquino, l’“Angelicum”, dove si laureò nel 1975 con una tesi su san Cromazio d’Aquileia.

Un giovane don Duilio Corgnali con Giovannni Paolo II e l'arcivescovo di Udine Alfredo Battisti

Un giovane don Duilio Corgnali con Giovannni Paolo II e l'arcivescovo di Udine Alfredo Battisti - .

Come ricorda il comunicato dell’arcidiocesi di Udine, Corgnali si trovava ancora a Roma quando, il 6 maggio del 1976, il Friuli fu sconvolto dal terremoto. Rientrò quindi in diocesi, spendendosi fin da subito in prima persona nell’opera di ricostruzione sia materiale che culturale delle zone terremotate. Nell’ottobre 1976, dopo la seconda scossa, l’allora arcivescovo di Udine, Alfredo Battisti, lo nominò direttore del CeDI, il Centro di documentazione e informazione, un gruppo di scrittori e giornalisti creato dallo stesso presule e dal direttore della Caritas italiana, monsignor Giovanni Nervo, per raccogliere tutto il materiale documentale legato proprio alla fase del post-terremoto e necessario per promuovere la rinascita e il rilancio culturale e sociale del Friuli. Un fronte sul quale Corgnali rimase attivo lungo tutto il suo ministero. Nel 1977 curò la pubblicazione del volume «Friuli. Un popolo tra le macerie», riedito poi nel 2016 da La Vita Cattolica, nel 40° anniversario del sisma.

La sua nomina a direttore del settimanale diocesano, La vita Cattolica, nel 1978, fu la naturale prosecuzione dell’esperienza maturata tra le macerie del terremoto: guidò la testata fino al 2002, continuando, però, a collaborare con il giornale fino alla fine. Il suo ultimo contributo, infatti, è stato pubblicato lo scorso 6 dicembre. Dal 1983 al 2002 fu anche direttore del Centro diocesano per le Comunicazioni sociali.

Corgnali, però, è stato attivo anche nella pastorale in parrocchia: nel 1980 venne nominato parroco di Sedilis; nel 2002 fu nominato parroco di Tarcento, Coia-Sammardenchia e Ciseriis. L’anno successivo divenne parroco a Loneriacco, mentre nel 2021 assunse la guida delle parrocchie di Collalto e Collerumiz. Dal 2006 al 2012, inoltre, guidò le vicine parrocchie di Magnano in Riviera e Billerio. Un ministero tra la gente caratterizzato da un’attenzione particolare ai più piccoli e ai malati.

Il suo amore per la gente, la cultura e la terra di origine si è espresso in un continuo impegno nella valorizzazione della lingua friulana, mettendo tutte le proprie energie per favorire l’approvazione della Legge 482/1999 per il riconoscimento statale – tra le altre – del friulano quale lingua minoritaria. Convinto sostenitore della necessità di permettere e diffondere l’utilizzo del friulano nella liturgia, fu anche il coordinatore della commissione interdiocesana per la traduzione del Messale romano in “marilenghe”, il friulano appunto.

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