venerdì 12 settembre 2014
COMMENTA E CONDIVIDI

«Sono belli i valori su cui si fonda l’Europa. Ma il primo valore non è forse la vita? E voi europei la vita la amate ancora?». Era il 23 maggio 2013 e Papa Francesco riceveva in udienza i membri della Presidenza della Comece, la Commissione degli Episcopati della Comunità europea. Tra loro monsignor Gianni Ambrosio, vescovo di Piacenza-Bobbio e vicepresidente dell’organismo che riunisce i rappresentanti delle Conferenze episcopali dei Paesi dell’Unione. È alla luce di quella domanda- provocazione che il presule commenta il significato dell’annunciata visita del Pontefice argentino al Parlamento europeo di Strasburgo il 25 novembre, su invito – «non dei vescovi» puntualizza monsignor Ambrosio – bensì del presidente dell’Europarlamento, il socialdemocratico Martin Schulz.  Un dettaglio non insignificante, per un Continente il cui vero dramma – sottolinea il vicepresidente della Comece – sta nella perdita delle sue radici, «in nome di una malintesa laicità che, escludendo la dimensione spirituale dalla vita dell’uomo, lo condanna allo scetticismo». Sta qui, nella «mancanza di passione e dunque, di futuro», il problema più grave che l’Europa deve affrontare. «Per superare la crisi, c’è bisogno di ritrovare una freschezza, un entusiasmo, che papa Francesco ha e che può infondere alle istituzioni europee – sottolinea Ambrosio – così come hanno fatto i Pontefici precedenti, che hanno incoraggiato il processo di unificazione, ma anche criticato la visione miope di un’Europa incapace di guardare verso l’alto».

 Non è un caso che Benedetto XVI, che aveva molto a cuore il tema delle radici europee, in più di un intervento portò come esempio il monaco irlandese Colombano, morto a Bobbio nel 615. «Il fascino della personalità di Colombano e del suo monachesimo irradiante che unisce popoli diversi – rammenta monsignor Ambrosio –s pinse ancora prima Robert Schuman a indicare in lui 'il patrono di coloro che si prodigano per la causa dell’Europa unita'». I nodi da sciogliere nell’agenda dell’Unione sono tanti: l’economia, l’immigrazione, l’inverno demografico, lo scarso sostegno alla famiglia. «Ma non ci si può limitare alle soluzioni tecniche, alle riforme, che pure ci vogliono. Senza la storia da cui deriva la sua origine e senza l’humanitas che l’ha resa grande, capace di dire la dignità della persona umana - avverte il vescovo di Piacenza-Bobbio – l’Europa non solo dimentica le radici ma finisce anche di far scomparire il cielo dall’orizzonte dei cittadini europei». Di qui l’impegno della Comece a tenere viva, anche entrando in questioni molto concrete - come i trattati economici o le politiche per l’occupazione - l’etica, il rispetto per la persona, la solidarietà tra i popoli, l’unità nella diversità, «quei valori chiave che sono all’origine del percorso di integrazione». Laboratori importanti sono le 'Giornate sociali europee', come quelle che si terranno a Madrid dal 19 al 21 settembre e a cui monsignor Ambrosio parteciperà coordinando un workshop dal titolo emblematico: 'Quale futuro per il lavoro delle nuove generazioni in Europa?'.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: