mercoledì 10 novembre 2021
L'incontro con il ministro Giovannini: necessaria una visione di largo respiro. Il cardinale Bassetti: serve un’alleanza tra Chiesa e amministratori. Monsignor Accrocca: questione nazional
I vescovi delle aree interne a confronto con il ministro delle Infrastrutture Enrico Giovannini

I vescovi delle aree interne a confronto con il ministro delle Infrastrutture Enrico Giovannini - Cristian Gennari / Cei Ufficio Media

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È stato ad ascoltarli con attenzione per due ore. E i vescovi delle "Aree interne" gli hanno raccontato come queste siano sempre più segnate da spopolamento, emarginazione, mancanza d’infrastrutture e, spesso, anche dai terremoti. Da una parte c’era il ministro delle Infrastrutture e delle mobilità sostenibili, Enrico Giovannini, dall’altra molti vescovi appunto di quelle Aree, guidati dal cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Cei, da monsignor Stefano Russo, segretario generale, e da monsignor Felice Accrocca, arcivescovo di Benevento, che ha promosso diverse occasioni di approfondimento sul tema, lungo un cammino iniziato nel 2019.

«Come pastori siamo consapevoli che questa sfida chiama in causa l’intera comunità ecclesiale, ma anche quella civile – ha spiegato il cardinale Bassetti –. Serve un’alleanza forte per poter rispondere in modo adeguato alle istanze dei nostri territori, per farli sentire accompagnati e non abbandonati». Non fosse perché «se grandi sono i disagi che si trovano a vivere, altrettanto grande è il cuore di queste realtà». Tanto che «grazie alla loro propensione alla tutela dell’ambiente e alla capacità di creare quei legami di solidarietà che spesso suppliscono a carenze strutturali» – ha detto ancora il presidente Cei – proprio «le "Aree interne" hanno infatti straordinarie carte da giocare e risorse da mettere in campo, a servizio di tutta Italia».
Però serve «una progettualità profetica, a lungo termine, che abbia a cuore l’interesse comune e il benessere di tutti». Ed è d’accordo il ministro Giovannini, che condivide la necessità di «una visione progettuale che miri a una maggiore accessibilità e a una migliore qualità della vita, secondo quella prospettiva disegnata dall’Agenda 2030 con i suoi 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile».

Col ministro è stato «un incontro positivo», racconta monsignor Accrocca: «È importante che il governo centrale non tenga marginalizzato questo problema perché la questione delle "Aree interne" è seria. Poi, certo, è importante anche il ruolo degli enti locali». Ma intanto «incontrarci è stato positivo». E certo i vescovi «vogliono andare avanti – continua il presule –, anche perché la questione riguarda tutta l’Italia, non solo il Sud».

L’appuntamento con Giovannini è arrivato dopo l’incontro di fine agosto, voluto proprio dell’arcivescovo Accrocca, al quale avevano partecipato venti pastori di dieci regioni italiane, dal Piemonte alla Sicilia. E dal quale era scaturito un documento, "Sentinella, quanto resta della notte?”, già citato nella prima lettera del 2019 (intitolata “Mezzanotte del Mezzogiorno?”) attraverso la quale i vescovi della metropolia beneventana avevano messo in evidenza le criticità, ma anche i ritardi, delle politiche economiche e sociali in Campania.

I vescovi hanno «ascoltato la sofferenza e le attese del popolo – si legge in quel documento – dovuta al progressivo spopolamento di molti centri e all’assenza dei servizi fondamentali e condiviso il senso di frustrazione delle popolazioni e l’abbandono da parte delle istituzioni». Con alcuni minimi comuni denominatori delle "Aree interne" riguardanti «i diritti progressivamente negati: la salute, l’istruzione, il lavoro, la viabilità, l’ambiente salubre» ed essersi ritrovati come comunità cristiane, «spesso unico presidio e riferimento dei territori marginalizzati».

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