lunedì 28 settembre 2015
COMMENTA E CONDIVIDI

Malati, poveri, detenuti, emigranti: “non dobbiamo lasciarci spaventare dal loro numero, ma piuttosto guardare i loro volti e ascoltare le loro storie dandogli pane materiale e soprattutto spirituale, perché il primo senza il secondo è pura vanità”. Sono una piccola task force impegnata là dove c’è più bisogno. I Frati e Suore povere di Gesù e Maria li si può trovare negli ospedali, nelle mense dei poveri, tra i più bisognosi, a soccorrere i migranti salvati dai barconi, per le strade a piedi e in autostop, senza bagagli, a portare una parola di conforto, alla luce di una grande verità: se si persevera nella fede arriveranno le beatitudini promesse dal Signore. Li si può riconoscere a distanza dal saio, dallo scapolare di color sabbia: davanti portano la Madonna del Carmelo, sulle spalle Gesù, a sinistra la Bibbia a destra il Rosario. Fra’ Volantino, al secolo Corrado Giunta, che è il fondatore e il Servo Generale della comunità, è l’esempio concreto di cosa significhi la conversione. Siciliano di Modica, fino ai 25 anni proprietario un grande pub, di una palestra e di una impresa edile che impiegava una decina di operai: “A quei tempi frequentavo le discoteche, viaggiavo in moto a tutta velocità sulla Catania-Palermo...  Poi una sera del 1995 vennero a chiedermi una tangente per non far finire male il mio pub. Ero furibondo, così furioso che ho persino pensato di uccidere quei delinquenti. È allora che mi sono rivolto direttamente a Dio, anzi l’ho quasi sfidato: se esisti aiutami e io cambio vita. Dio mi ha ascoltato: ho avuto un’offerta interessante che mi ha portato in Svizzera e a Milano. Qualche mese dopo sognai Gesù ed ebbi altri segni. Allora non ero credente, però mi incuriosii e cominciai ad andare a Messa la domenica. In una di queste il prete fece un’omelia nella quale, commentando un passo di San Luca, parlò proprio del mio sogno come se lo conoscesse e mentre parlava, fissava proprio me che ero un perfetto sconosciuto. Mi convinsi: avevo capito! Ero  stupefatto e quasi spaventato: da qui inizia la mia conversione. Avevo 26 anni. Poi ho fondato la nuova comunità religiosa dei Frati e suore povere di Gesù e Maria, con l’intento di vivere il Vangelo con i fatti e nella Verità. La comunità ha una doppia spiritualità: la prima, similmente a quella Carmelitana, di preghiera e contemplazione e la seconda si avvicina quella dei primi francescani per la povertà e l’evangelizzazione su strada senza nulla possedere”.

Il vescovo Staglianò consegna a fra' Volantino l'approvazione dello statuto Da allora ci sono voluti 19 anni e varie prove (tra cui anche qualche critica aperta e qualche insinuazione malevola, prontamente querelata) per arrivare all’approvazione e al riconoscimento della comunità (che oggi è Associazione pubblica di fedeli in vista di divenire Istituto religioso) il 30 maggio 2014, pronunciata dal vescovo di Noto monsignor Antonio Staglianò. Nel frattempo Fra’ Volantino è diventato frate (a 30 anni) e ha ottenuto a 43 anni la laurea in Teologia alla Pontificia Università Lateranense.

La comunità in Louisiana, con il vescovo della diocesi Oltre alla casa madre di Noto, dove in due case distinte si trovano una decina di frati e altrettante suore, sono sorte altre comunità in quattro diocesi in Sardegna, in Louisiana (Usa) e in Lombardia, dove c’è una comunità di sole sorelle. Frati e suore povere sono anche a Roma per studi Accademici nelle diverse Università Pontificie. La comunità religiosa conta anche sulla collaborazione attiva di Alleati laici (famiglie e gruppi di preghiera mariana) sparsi in più diocesi e nel mondo. Per saperne di più www.fratipoveri.netIl primo luglio 2015 l'esperienza dei Piccoli frati e piccole suore approdò anche a Tv2000, nel programma "Beati Voi".

 

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: