martedì 12 dicembre 2017
Nell'ultimo volume delle opere complete del fondatore dell'Opus Dei, la trascrizione di meditazioni pronunciate tra il 1954 e il 1975.
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Venticinque gemme di un tesoro ben più ampio: l’Istituto Storico San Josemaría Escrivá ha deciso di pubblicare alcuni testi inediti della predicazione del fondatore dell’Opus Dei, datati tra il 1954 e il 1975. Nel volume En diálogo con el Señor sono raccolte infatti le meditazioni e le conversazioni tenute da san Escrivá durante gli incontri di formazione a Roma con studenti provenienti da varie parti del mondo, con i suoi collaboratori e con coloro che gli erano vicini.

«Si tratta di pagine vive, sincere, spontanee, da cui emergono i temi a lui più cari, il suo pensiero, ma anche aspetti autobiografici sull’infanzia e la vocazione che permettono di capire meglio la figura di una persona che ha offerto un messaggio importante per la santificazione della vita ordinaria e del lavoro», sottolinea Luis Cano, segretario dell’Istituto Storico e coautore del volume insieme a Francesc Castells, da anni impegnato nell’archivio generale della prelatura dell’Opus Dei.

Se finora si era lavorato sulle opere già conosciute, adesso si è pensato dunque di diffondere anche il patrimonio inedito, costituito da circa 2.000 trascrizioni (di un centinaio esiste la registrazione audio e di altrettante quella video) delle riflessioni pronunciate a braccio da san Escrivá. «C’è sempre stato un grande interesse a mettere per iscritto le sue parole: inizialmente si prendevano appunti e ci si riuniva per comporre un testo che fosse il più fedele possibile, poi si è cominciato a registrare», spiega Cano ricordando però che «solo alla fine degli anni ’60 san Escrivá ha accettato di correggere queste bozze e di farle circolare tra i membri dell’Opus».

Grazie al libro in lingua spagnola, che inaugura la quinta serie della “Collana delle opere complete”, i 25 testi revisionati dal fondatore dell’Opus Dei sono a disposizione di tutti. «Quello di san Josemaría è un messaggio incoraggiante, di speranza, che allontana la paura: ci presenta Cristo come modello a noi vicino e Dio come un padre non da temere ma da amare, sempre pronto ad accoglierci, nonostante i tradimenti delle nostre vite», osserva Cano evidenziando l’attualità e l’universalità di tali scritti. Anche nella sua predicazione, infatti, san Josemaría «mette al centro il Vangelo perché la gente si innamori di Gesù» e ribadisce «che la santità non significa essere perfetti, i primi della classe, ma rialzarsi dopo le cadute fidandosi della misericordia di Dio». In questo senso, rileva il segretario dell’Istituto, «parla al cristiano di oggi che sperimenta quanto sia difficile essere fedeli a Dio e lo sprona ad alzarsi sempre, come l’atleta, che non si arrende nemmeno davanti agli ostacoli e alle sconfitte».

I brani inediti scelti, alcuni dei quali risalgono al 1954 e già anticipano tematiche che saranno poi confermate dal Concilio Vaticano II, sono stati «riuniti in un’edizione critico-storica, che comprende – fa notare Castells – un’introduzione storica e delle note che aiutano ad inquadrare il testo, fornendo spiegazioni sul contesto e riferimenti particolari, e aggiungendo a volte dettagli che san Escrivá, nella sua correzione, aveva eliminato». Il volume, con un prologo del vescovo Javier Echevarría, prelato dell’Opus Dei dal 1994 a dicembre del 2016, che ha potuto leggere la bozza del libro poche settimane prima di morire, è arricchito infine da «una sezione di facsimili, con le scalette originali di tre meditazioni, e da diverse foto degli incontri in questione».

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