venerdì 18 settembre 2015
Da alcuni giorni, la comunità parrocchiale di Sant’Anna in Vaticano ha accolto una famiglia di profughi. La famiglia, di nazionalità siriana, è fuggita a causa della guerra.
Accogliere solo cristiani? Non in nostro nome di Marco Tarquinio
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​Da alcuni giorni, la comunità parrocchiale di Sant’Anna in Vaticano ha accolto una famiglia di profughi, composta da padre, madre e due figli. La famiglia, di nazionalità siriana, arriva dalla città di Damasco da cui è fuggita a causa della guerra. E’ quanto informa l’Elemosineria Apostolica con un comunicato.   Tutti e quattro i componenti della famiglia, informa l’Elemosineria Apostolica, sono stati ospitati in un appartamento del Vaticano, nelle vicinanze di San Pietro. È stata, inoltre, “subito avviata la procedura per la richiesta di protezione internazionale”.In base alla legge per i primi sei mesi dalla presentazione della domanda d’asilo i richiedenti protezione internazionale non possono lavorare. In questo periodo saranno, dunque, “assistiti e accompagnati dalla comunità parrocchiale di Sant’Anna”. Fino alla decisione italiana di riconoscere o meno lo status di rifugiati, si legge nella nota, “non è possibile fornire altre informazioni che riguardano questa famiglia accolta dalla parrocchia di Sant’Anna in Vaticano”. Pertanto, proprio per tutelarli in questo cammino di riconoscimento, si chiede ai mass media “di rispettare la loro volontà di non essere cercati e intervistati”.Per quanto riguarda l’accoglienza della seconda famiglia da parte dell’altra parrocchia vaticana, quella di San Pietro, l’Elemosineria non darà “alcuna notizia fino alla conclusione dei necessari adempimenti”. In questo contesto di carità cristiana verso le persone che fuggono dalla guerra e dalla fame, sottolinea il comunicato, “vale la pena anche sottolineare che da molti anni i Pontefici, attraverso l’Elemosineria Apostolica, hanno contribuito al pagamento delle tasse per il rilascio del primo permesso di soggiorno per i rifugiati per mezzo del Centro Astalli diretto dai Gesuiti (nel 2014 sono stati erogati circa 50 mila euro a tale fine)”. Oltre a questo, l’Elemosineria, sempre a nome del Papa, aiuta quotidianamente numerose persone e famiglie di profughi, oltre a provvedere alle prime necessità, anche sanitarie, per molti centri di accoglienza situati a Roma.Da alcuni giorni, poi, riferisce l’Elemosineria Apostolica, “un moderno ambulatorio mobile, donato alcuni anni fa dalla Baviera al Papa e fino ad oggi riservato solamente agli eventi da Lui presieduti, è stato messo a disposizione alcune volte a settimana per assistere i profughi nei centri di accoglienza, anche non regolari, situati nelle periferie della Città di Roma”. I volontari, conclude il comunicato, sono medici, infermieri e Guardie Svizzere, sono dipendenti dello Stato Vaticano, dell’Università di Tor Vergata e membri dell’Associazione di Istituto di Medicina Solidale Onlus.
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