sabato 23 dicembre 2023
Si trova a Demre, in Turchia, l'antica Myra di cui fu vescovo san Nicola alla cui figura santa Claus viene accomunato. Dopo un lungo restauro la basilica è stata riaperta nel maggio scorso.
La chiesa di San Nicola a Demre, in Turchia

La chiesa di San Nicola a Demre, in Turchia - .

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Rovaniemi, in Finlandia, è la più famosa. Ma Babbo Natale ha case (e relative caselle postali) anche in tante altre nazioni: Drobak in Norvegia, Santaworld in Svezia, Velìkij Ùstjug in Russia, North Pole in Alaska, Rothenburg in Germania, Montreaux in Svizzera, Santa Claus nell’Indiana (Stati Uniti)… E ogni anno al catasto del paffuto uomo in rosso non mancano di aggiungersi abitazioni o interi villaggi in varie parti del mondo. Tuttavia è forse meno noto che a Babbo Natale, in barba alle ricorrenti imputazioni che lo vogliono esponente per antonomasia del consumismo e della festa “laica”, è dedicata anche una chiesa. Già: si tratta addirittura di un’antica e artisticamente pregevole basilica bizantina che si trova in Turchia nella località di Demre, l’antica Myra capitale della Licia, di cui nel IV secolo fu vescovo san Nicola. A costui è appunto intitolato il luogo sacro, ora non più officiato, e che ormai la gente del luogo e i molti visitatori stranieri (russi soprattutto) definiscono con nonchalance “chiesa di Noel Baba”: di Babbo Natale, cioè.

Si sa infatti che Santa Claus è discendente spurio del grande vescovo orientale, che la leggenda vuole sollecito e generoso di doni verso i bambini e in particolare le ragazze povere. Di lì, attraverso intricati trasferimenti di simboli e passaggi commerciali che sarebbe lungo enumerare, in ambito nordico e anglosassone è stata elaborata nei secoli la figura mitica di Babbo Natale. E in decenni recenti Demre - da villaggio contadino cresciuta fino a diventare una cospicua cittadina di 50mila abitanti - ha dunque avuto pieno titolo per costruire una sua rinomanza turistica proprio intorno all’amato personaggio natalizio; cui sono state dedicate ben quattro grandi statue in fogge diverse, che rispecchiano le varie fasi del suo mito (ma che hanno generato pure forti contrasti e polemiche tra i sostenitori dell’una o dell’altra raffigurazione, con conseguenti rimozioni e ricollocazioni dell’uno o dell’altro monumento…).

Un affresco nella chiesa di San Nicola a Demre, in Turchia

Un affresco nella chiesa di San Nicola a Demre, in Turchia - .

Da anni Vittoria Sangiorgio è una grande conoscitrice della zona e sta preparando un libro sulla Licia e sul Cammino che lo attraversa, che passa proprio dall’antica Myra: «Il Comune di Demre, nato nel 1968, ha addirittura voluto Babbo Natale nel suo stemma! A lui è intitolato il viale principale e tutti gli alberghi e i negozi offrono souvenir, anche molto kitsch, dedicati alla caratteristica icona natalizia. Gli abitanti non percepiscono alcuna contraddizione tra San Nicola e Noel Baba, tra il personaggio religioso e quello commerciale, vivono tutto in modo molto naturale». Intanto nel maggio scorso la basilica di San Nicola è stata riaperta dopo un anno e mezzo di restauri, mentre sono ancora in atto decennali scavi archeologici che hanno scoperto sotto la chiesa un tempio precedente più piccolo, probabilmente quello il cui bellissimo pavimento musivo fu calpestato dal vescovo santo. Il quale è divenuto noto al mondo come san Nicola di Bari perché alla fine dell’XI secolo alcuni mercanti pugliesi, forse per impedire che se ne impossessassero i musulmani ma comunque poco dopo il distacco tra la Chiesa di Roma e quella di Bisanzio, ne aprirono il sarcofago e trafugarono le ossa a Bari, dove tuttora si trovano in gran parte. Un decennio più tardi i crociati completarono l’opera, portando via il resto del corpo che oggi si trova nell’abbazia di San Nicolò al Lido di Venezia.

L'esterno della chiesa di San Nicola

L'esterno della chiesa di San Nicola - .


Da qualche tempo si è però rilanciato un contenzioso, perché l’archeologo turco Cemil Karabayram, direttore dei lavori di restauro nel 2020, ha annunciato che la vera cripta di san Nicola si trovìerebbe ancora lì sotto nella chiesa più antica, intatta, con l’implicito sottinteso che le reliquie trafugate in Italia non sarebbero dunque quelle originali e che baresi e veneziani abbiano semmai trafugato le ossa di altri illustri defunti. D’altronde a Demre il sarcofago detto “di San Nicola”, semidistrutto durante il saccheggio di mille anni fa, è sormontato dai bassorilievi di due figure in abito non ecclesiastico... Da Bari, dove in varie tornate successive sono state svolte serie analisi scientifiche sui resti nicolaiti, la replica non si è fatta attendere: al momento non ci sono prove storiche di quanto affermato dai turchi, che peraltro in passato hanno più volte richiesto la restituzione delle reliquie.

Un raduno di 'babbi' Natale

Un raduno di "babbi" Natale - Foto di archivio

È ovvio che la questione assume anche non trascurabili risvolti economici: la Turchia essendo Paese laico e quasi totalmente musulmano, la chiesa di Babbo Natale è oggi trasformata in museo a pagamento. Tuttavia il 6 dicembre, ricorrenza di san Nicola, viene consentito di celebrarvi il rito ortodosso e quest’anno le cronache riferiscono che vi erano presenti fedeli ortodossi sia russi che ucraini. La preghiera è stata presieduta dal patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I in persona, che si è concentrato in particolare sull’altro conflitto in corso a Gaza facendo esplicito riferimento ai tanti bambini vittime. Forse non a caso: per loro Nicola di Myra alias Noel Baba ha ancora tanto lavoro da fare.

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