martedì 18 ottobre 2022
Servirà a favorire la comprensione della sinodalità come dimensione costitutiva. All’appuntamento dell’ottobre 2023, ne seguirà un altro nel 2024. Il cardinale Grech: ora la tappa continentale
Papa Francesco

Papa Francesco - Siciliani

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I frutti del processo sinodale avviato il 10 ottobre dello scorso anno sono «molti», ma perché giungano a «piena maturazione» è necessario «non avere fretta». Quindi per poter disporre di «un tempo di discernimento più disteso» Papa Francesco ha disposto che la prossima XVI Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi, sul tema “Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione, missione”, si svolga non in una ma in due sessioni, la prima dal 4 al 29 ottobre 2023 e la seconda nell’ottobre 2024. La decisione è stata annunciata dallo stesso Pontefice al termine dell’Angelus di domenica. «Confido - ha detto Francesco - che questa decisione possa favorire la comprensione della sinodalità come dimensione costitutiva della Chiesa, e aiutare tutti a viverla in un cammino di fratelli e sorelle che testimoniano la gioia del Vangelo».

La decisione arriva dopo che venerdì il Papa ha ricevuto in udienza il cardinale Mario Grech, segretario generale della Segreteria generale del Sinodo, con il porporato gesuita Jean-Claude Hollerich, arcivescovo di Luxembourg e relatore generale del Sinodo, i sotto-segretari Luis Marín de San Martín, vescovo titolare di Suliana e suor Nathalie Becquart, il consultore Giacomo Costa, gesuita.

Domenica, dopo l’annuncio all’Angelus, la Segreteria generale ha pubblicato una nota esplicativa in cui si osserva che papa Francesco si è richiamato alla Costituzione Apostolica Episcopalis Communio che nell’articolo 3 contempla questa possibilità.
Il comunicato sottolinea che la decisione presa dal Pontefice «scaturisce dal desiderio che il tema della Chiesa sinodale, per la sua ampiezza e importanza, possa essere oggetto di un discernimento prolungato non solo da parte dei membri dell’Assemblea sinodale, ma di tutta la Chiesa». Oltretutto tale scelta «si situa in continuità con il percorso sinodale in atto». Infatti il Sinodo «non è un evento ma un processo, in cui tutto il popolo di Dio è chiamato a camminare insieme verso ciò che lo Spirito Santo lo aiuta a discernere come essere la volontà del Signore per la sua Chiesa». Quindi, sottolinea la Segreteria, l’Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi «assumerà anch’essa una dimensione processuale, configurandosi come “un cammino nel cammino”, allo scopo di favorire una riflessione più matura per il maggior bene della Chiesa». La nota spiega che sin dall’inizio, la Segreteria generale ha scelto «la via dell’ascolto e del discernimento, anche nella fase di progettazione e di realizzazione del processo sinodale». E nelle prossime settimane continuerà il lavoro di discernimento «per meglio definire la celebrazione delle due sessioni» e «il tempo intermedio».

Il comunicato infine ricorda che questo processo di ascolto è iniziato nel 2021 dalle Chiese locali - «cioè dal popolo di Dio raccolto attorno ai suoi Pastori» -, ha interpellato le Conferenze episcopali e i Sinodi delle Chiese Orientali Cattoliche. E sono state «ben 112 su 114 Conferenze episcopali e tutte le Chiese Orientali Cattoliche» che hanno realizzato «un discernimento da quanto emerso dalle Chiese particolari». Ora il processo prosegue con una Tappa continentale che culminerà con la celebrazione di Assemblee sinodali Continentali, tra gennaio e marzo 2023, convocate «per rileggere il cammino compiuto, per continuare l’ascolto, il discernimento a partire dal Documento della Tappa Continentale e secondo le specificità socio-culturali delle loro rispettive regioni con lo scopo di realizzare un ultimo passo in questo cammino spirituale».

L’annuncio di papa Francesco, scrive il direttore editoriale dei media vaticani Andrea Tornielli, spiega che la sinodalità nella Chiesa «è un processo e non maquillage, cioè un frettoloso adeguamento di qualche struttura ecclesiale perché in realtà nulla cambi». Perciò «prolungare il tempo dell’assemblea ordinaria del Sinodo, portandolo da uno a due anni, significa, in fondo, ritenere più importante il metodo rispetto agli stessi singoli temi finora emersi, che pure andranno affrontati».





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