giovedì 27 luglio 2023
ll trentennale della morte del sacerdote di Cl per il quale la diocesi di Tursi-Lagonegro ha chiesto l'avvio della causa di beatificazione. Il ricordo dei presuli Santoro, Orofino e Bellandi
Don Tommaso Latronico a un incontro di Cl con Giovanni Paolo II. A sinistra don Luigi Giussani

Don Tommaso Latronico a un incontro di Cl con Giovanni Paolo II. A sinistra don Luigi Giussani

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«Don Tommaso Latronico è stato lievito per tanti giovani, proponendo loro la bellezza dell’incontro con Gesù che lui testimoniava». Così monsignor Filippo Santoro nel trentennale della scomparsa (il 20 luglio 1993, a soli 45 anni) ha ricordato l’amico di studi a Bari, il compagno in seminario al Collegio Capranica di Roma, per il quale la diocesi di Tursi-Lagonegro ha proposto l’avvio del processo di beatificazione. Santoro, che è anche delegato speciale dei Memores domini, associazione laicale dei consacrati di Comunione e Liberazione, proprio nel suo primo giorno da emerito dell’arcidiocesi di Taranto, sabato, ha presieduto una concelebrazione, con il vescovo di Tursi-Lagonegro Vincenzo Carmine Orofino, il parroco di Nova Siri, e vicario diocesano, don Pino Marino e don Giovanni Grassani, presidente dell’associazione “Amici di don Tommaso Latronico”.
Ed era gremito il piazzale del Santuario della Madonna della Sulla, a Nova Siri (Matera), stesso luogo di culto in cui furono celebrati i funerali 30 anni fa, a dimostrazione di un affetto e di una memoria ancora vivi. Don Latronico è stato un po’ l’inviato speciale di don Luigi Giussani nel Centro Sud nell’avvio dell’esperienza di Comunione e liberazione. Nella sua terra, la Basilicata, ma anche a Bari, accanto proprio a Santoro, e in Campania (a Napoli, con don Antonio Puca e nel Salernitano, con don Gennaro Farnetano). Attiva la sua presenza anche all’indomani del rovinoso terremoto che nel novembre del 1980 colpì la Campania e la Basilicata. Nel corso di una concelebrazione in vacanza nel Molise don Latronico è stato ricordato anche dall’arcivescovo di Salerno Andrea Bellandi. Ma soprattutto è vivo il suo ricordo a Roma, città in cui ha vissuto a lungo sostenendo don Giacomo Tantardini alla guida delle prime comunità di Cl negli atenei della Capitale. Un legame personale assiduo e discreto lo mantenne anche con Aldo Moro, presente in chiesa al primo banco alla sua ordinazione sacerdotale il 28 giugno del 1973: se ne parlerà il 25 agosto al Meeting di Rimini nel corso di un incontro dedicato al ricordo dello statista assassinato dalle Br.
«La vostra presenza qui – ha detto Santoro nell’omelia rivolgendosi alle centinaia di fedeli presenti – è la conferma di una fama di santità diffusa. Don Tommaso fu un eroe del quotidiano, capace di tirar fuori il meglio dai giovani, proponendo un’esperienza cristiana vissuta». Fra i familiari presenti anche il fratello Cosimo Latronico, che è stato sindaco di Nova Siri e più volte parlamentare, attuale assessore della Regione Basilicata. «Un dovere della coscienza, ricordarlo», lo definisce il vescovo Orofino: «Don Tommaso è stato un educatore, un sacerdote esemplare, un uomo di cultura, docente nei licei di Matera e Policoro e all’istituto teologico. Un uomo vero che ha testimoniato ai giovani e alle famiglie il suo rapporto totalizzante con Cristo».

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