giovedì 20 luglio 2017
Così il nuovo arcivescovo affida la Chiesa ambrosiana e il suo ministero alla protezione di Maria. Il predecessore, cardinale Scola: non doni a me, ma offerte al Fondo famiglia lavoro
Monsignor Delpini a Jerago (Varese), sua comunità d'origine, pochi giorni dopo la nomina (E.Scaringi-Varese Press)

Monsignor Delpini a Jerago (Varese), sua comunità d'origine, pochi giorni dopo la nomina (E.Scaringi-Varese Press)

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«Un pellegrinaggio personale nelle terre ambrosiane». Così l’arcivescovo eletto di Milano, Mario Delpini, si prepara a succedere al cardinale Angelo Scola. «Con la collaborazione dei decani monsignor Delpini si organizzerà per visitare alcuni santuari e chiese in cui la devozione mariana è particolarmente viva, per invocare la protezione di Maria per la Chiesa ambrosiana e per il suo ministero». Ad annunciarlo, in una lettera rivolta ai fedeli dell’arcidiocesi di Milano, è il moderator Curiae monsignor Bruno Marinoni, a nome del comitato costituitosi ad hoc per «le diverse iniziative connesse con il saluto al cardinale Angelo Scola e l’ingresso dell’arcivescovo Mario Delpini». Nella stessa comunicazione, Marinoni rende nota la «decisione» di Delpini «di confermare», dal 9 settembre, giorno della presa di «possesso canonico» della diocesi, «e fino alla conclusione del loro mandato, il Consiglio presbiterale e il Consiglio pastorale e per un anno i vicari di Zona e di Settore».
Nella lettera si parla anche del saluto di Scola. «Molti hanno chiesto come esprimergli riconoscenza anche attraverso un segno concreto. In continuità con la destinazione di tutte le offerte che sono state raccolte durante la visita pastorale feriale – spiega Marinoni – il cardinale Scola invita ciascuno a contribuire a “Diamo lavoro”, la terza fase del Fondo Famiglia Lavoro a favore di coloro che hanno perso l’occupazione».

Attesa, preghiera e apertura al «nuovo cammino»

Era il 7 luglio quando papa Francesco accoglieva la rinuncia all’ufficio di arcivescovo di Milano presentata da Scola e nominava, nuovo arcivescovo, Delpini, fino ad allora vicario generale della diocesi ambrosiana. «Questo annuncio, accolto con gioia dai fedeli di tutte le comunità della nostra arcidiocesi, apre un tempo di attesa dell’ingresso del nuovo arcivescovo che chiama ciascun fedele alla preghiera e alla disponibilità a iniziare un nuovo cammino secondo quanto lo Spirito suggerirà», scrive Marinoni nella lettera pubblicata integralmente sul sito www.chiesadimilano.it il 19 luglio. «I primi sentimenti sono di gratitudine e obbedienza verso il Santo Padre, che ricordiamo ancora con affetto ed entusiasmo nella sua visita pastorale alle terre ambrosiane del 25 marzo scorso».

L'8 settembre in Duomo il grazie al cardinale Scola

«È spontaneo e segno di grande riconoscenza – prosegue il moderator Curiae – ringraziare il Signore per il dono dell’episcopato tra noi del cardinale Angelo Scola in questi ultimi sei anni. La sua spiritualità e sensibilità, oltre alle sue doti intellettuali e di governo, ci hanno permesso di coltivare e custodire il grande dono della Comunione. In una Chiesa come la nostra così ricca e feconda di proposte, iniziative, itinerari formativi e attenzione alle periferie, abbiamo potuto apprezzare l’insistenza del cardinale Scola su un principio: solo se si pone al primo posto l’unità si possono valorizzare tutte le differenze. La pluriformità acquista così tutto il suo splendore e la sua efficacia nel momento in cui ha origine in Colui che è l’Unità e il “per Chi” di ogni azione».
La «riconoscenza per il tratto di cammino compiuto insieme» si potrà manifestare «in modo ufficiale e comunitario» il prossimo venerdì 8 settembre, alle 21 nel Duomo di Milano, con la celebrazione del Pontificale nella solennità della Natività della Beata Vergine Maria (a Maria Nascente è dedicata la cattedrale). Lasciata la guida della diocesi, Scola «risiederà poi nella casa canonica di Imberido», frazione di Oggiono, nel Lecchese, «vicino al suo paese natale, Malgrate».

Il 9 settembre la presa di possesso, il 24 l'ingresso di Delpini

«Un altro sentimento proprio di queste settimane – scrive poi Marinoni – è quello dell’attesa disponibile e accogliente verso il nuovo arcivescovo. Monsignor Delpini è da noi tutti già conosciuto e stimato», avendo sempre prestato servizio, da sacerdote prima, quindi da vescovo, nella Chiesa e in terra ambrosiana. «Ora viene mandato come pastore sulle orme dei suoi santi predecessori Ambrogio e Carlo e dei più recenti beati Ferrari, Schuster e Montini. Il Signore lo ricolmi di grazia per il suo nuovo incarico. A noi viene chiesta un’attesa orante che il nuovo arcivescovo sosterrà con un pellegrinaggio personale nelle terre ambrosiane», visitando santuari e chiese della diocesi, come detto, «in cui la devozione mariana è particolarmente viva».
In due altre date – anch’esse già annunciate da Scola, il giorno della nomina di Delpini, e ora ribadite – troverà «compimento» l’attesa del nuovo arcivescovo. Sabato 9 settembre, innanzitutto, Delpini, «per mezzo di un procuratore, prenderà possesso canonico dell’arcidiocesi, con una celebrazione che si terrà in Duomo alle ore 9. Da quel momento egli sarà a tutti gli effetti nostro arcivescovo e terminerà così il mandato di amministratore apostolico del cardinale Scola». A partire da quel giorno, dunque, «in ogni Celebrazione eucaristica si ricorderà il nome del vescovo Mario».
«Secondo la volontà del nuovo arcivescovo», l’ingresso ufficiale in diocesi si svolgerà, «secondo la tradizione», domenica 24 settembre, vigilia della Solennità di Sant’Anatalo e di tutti Santi Vescovi Milanesi, con la tappa, alle 16, nell’antica basilica di Sant’Eustorgio – culla del cristianesimo in città, luogo in cui si custodisce la viva memoria dei martiri milanesi – e alle 17 l’ingresso in Duomo.

«Chiesa di popolo», le sorgenti e la testimonianza

«Per quanto poi concerne il percorso pastorale del prossimo anno – precisa infine Marinoni – il nuovo arcivescovo conferma le indicazioni contenute nella lettera di restituzione presentata a conclusione della visita pastorale feriale indetta dal cardinale Angelo Scola». Le diverse fasi e articolazioni della visita pastorale, cui ha partecipato anche l'allora vicario generale, «hanno confermato ai miei occhi la vitalità di comunità cristiane non solo ben radicate nella storia secolare della nostra Chiesa, ma capaci di tentare, su suggerimento dello Spirito, adeguate innovazioni», aveva scritto Scola a giugno, in una lettera rivolta all’intera comunità diocesana. «È stata però la visita del Papa a farmi cogliere nitidamente l’elemento che unifica le grandi diversità che alimentano la nostra vita diocesana. La venuta tra noi del Santo Padre è stata, infatti, un richiamo così forte da rendere visivamente evidente che la nostra Chiesa è ancora una Chiesa di popolo», aggiungeva Scola.
«Se il nostro è, nelle sue solide radici, un cristianesimo di popolo, allora è per tutti. Non dobbiamo più racchiuderci tristi in troppi piagnistei sul cambiamento epocale – chiedeva il porporato – né ostinarci nell’esasperare opinioni diverse rischiando in tal modo di far prevalere la divisione sulla comunione. Penso qui alla comprensibile fatica di costruire le comunità pastorali o nell’accogliere gli immigrati che giungono a noi per fuggire dalla guerra e dalla fame. Ma, con una limpida testimonianza, personale e comunitaria, con gratitudine per il dono di Cristo e della Chiesa, siamo chiamati a lasciarlo trasparire come un invito affascinante per quanti quotidianamente incontriamo». Ebbene: il cammino e la testimonianza di questa Chiesa di popolo ora sono affidati alla cura del nuovo arcivescovo, Delpini. Che si prepara (ri)mettendosi a sua volta in cammino e facendosi pellegrino in quei santuari dove il cristianesimo di popolo ha una delle sue sorgenti più vive e feconde.
Quale dono l'arcivescovo eletto chiederà in preghiera, lo aveva anticipato lui stesso dialogando con i cronisti il giorno della nomina: «Per me e per tutti, per questa diocesi e per la società civile, chiedo allo Spirito Santo il dono della gioia. Che viene con il Vangelo, come ci ha ricordato papa Francesco visitando la nostra città». E sarà nel segno dell'Evangelii Gaudium che Delpini lancerà a questa città e a questa terra l'appello a ricordarsi di Dio e a cercare Dio, come disse appena annunciata la sua elezione a Milano: «La Chiesa è qui per annunciare il Regno di Dio. Milano è una città secolarizzata, ha grande rispetto della laicità, ha fatto passi importanti di progresso. Ma senza il riferimento a Dio non c'è speranza».

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