lunedì 25 dicembre 2023
Natale ispira da sempre testimoni della fede e letterati. L'amore per Gesù Bambino nelle parole, anche, di don Tonino Bello, don Primo Mazzolari e Robert Louis Stevenson.
La benedizione dei bambinelli in piazza San Pietro

La benedizione dei bambinelli in piazza San Pietro - Siciliani

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Anche nei cuori più duri il Natale suscita commozione, tenerezza, stupore. Sentimenti che nel credente si trasformano in preghiera. Le vite dei santi sono ricche di riferimenti al presepe e più in generale alla nascita di Gesù Bambino. Madre Teresa di Calcutta, l’angelo degli ultimi proclamata santa nel 2016, in una delle sue più famose riflessioni, scrisse:

Madre Teresa di Calcutta

Madre Teresa di Calcutta - Foto d'archivio

«È Natale ogni volta che rimani in silenzio per ascoltare l'altro. È Natale ogni volta che non accetti quei principi che relegano gli oppressi ai margini della società. È Natale ogni volta che speri con quelli che disperano. È Natale ogni volta che riconosci con umiltà i tuoi limiti e le tue debolezze».

Monsignor Antonio Bello

Monsignor Antonio Bello - Foto d'archivio

Di don Tonino Bello, vescovo e apostolo della “Chiesa con il grembiule”, del quale è in corso la causa di beatificazione, conosciamo soprattutto gli auguri “scomodi” in cui il presule pugliese sottolineava la necessità di andare al vero significato del 25 dicembre a partire dall’attenzione agli ultimi. In un’altra occasione però immaginò di scrivere a un amico invitandolo a non avere paura.

«La speranza è stata seminata in te. Un giorno fiorirà. Anzi, uno stelo è già fiorito. E se ti guardi attorno, puoi vedere che anche nel cuore del tuo fratello, gelido come il tuo, è spuntato un ramoscello turgido di attese.

E in tutto il mondo, sopra la coltre di ghiaccio, si sono rizzati arboscelli carichi di gemme. E una foresta di speranze che sfida i venti densi di tempeste, e, pur incurvandosi ancora, resiste sotto le bufere portatrici di morte.
Non avere paura, amico mio.

Il Natale ti porta un lieto annunzio: Dio è sceso su questo mondo disperato. E sai che nome ha preso? Emmanuele, che vuol dire: Dio con noi.

Coraggio, verrà un giorno in cui le tue nevi si scioglieranno, le tue bufere si placheranno, e una primavera senza tramonto regnerà nel tuo giardino, dove Dio, nel pomeriggio, verrà a passeggiare con te».

Un ritratto dello scrittore Robert Louis Stevenson

Un ritratto dello scrittore Robert Louis Stevenson - Foto d'archivio

Anche gli scrittori si sono spesso cimentati con il Natale. Per tutti basterebbe ricordare Charles Dickens, ma anche nell’anglicano Robert Louis Stevenson la fede si è trasformata in letteratura, per esempio nel “Sermone di Natale”. Così pregava l’autore de “Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde”:

«Padre amorevole, aiutaci a ricordare la nascita di Gesù, per poter partecipare al canto degli angeli, alla gioia dei pastori e all’adorazione dei magi. Chiudi la porta dell’odio e apri la porta dell’amore in tutto il mondo. Lascia che la gentilezza venga con ogni dono e i buoni desideri con ogni saluto. Liberaci dal male con la benedizione che porta Cristo e insegnaci ad essere allegri con il cuore limpido. Possa la mattina di Natale renderci felici di essere tuoi figli, e la sera di Natale portarci ai nostri letti con pensieri grati, perdonanti e perdonati, per amore di Gesù. Amen».

Don Primo Mazzolari

Don Primo Mazzolari - Foto d'archvio

Tra i sacerdoti indicati come modelli da papa Francesco c’è sicuramente don Primo Mazzolari (1890- 1959). Figura complessa e affascinante, non sempre capito in vita, il parroco di Bozzolo fu autore, tra l’altro de “La strada del presepio”:

«Se il mondo vorrà avere ancora uomini liberi,
se vorrà avere uomini giusti,
se vorrà avere uomini che sentono la fraternità,
bisogna che noi non dimentichiamo la strada del presepio!
Esso infatti è la scuola dove l'alunno anche più superficiale
può imparare i grandi insegnamenti del Natale:
il gusto delle cose semplici e pulite, il silenzio, la pace, l'amore.
Il presepio: un punto luminoso dove tutto converge, dove c'è il Bambino,
capace solo lui di lavare la faccia della terra e farla girare dalla parte giusta!».

Padre David Maria Turoldo

Padre David Maria Turoldo - Foto d'archivio

Tra le preghiere più belle, da recitare in questo tempo c’è poi sicuramente “Vieni Signore” del teologo servita e poeta padre David Maria Turoldo (1916-1992) che si rivolge così al Signore:

Vieni di notte,
ma nel nostro cuore è sempre notte:
e, dunque, vieni sempre, Signore.

«Vieni in silenzio,
noi non sappiamo più cosa dirci:
e, dunque, vieni sempre, Signore.

Vieni in solitudine,
ma ognuno di noi è sempre più solo:
e, dunque, vieni sempre, Signore.

Vieni, figlio della pace,
noi ignoriamo cosa sia la pace:
e, dunque, vieni sempre, Signore.

Vieni a liberarci,
noi siamo sempre più schiavi:
e, dunque, vieni sempre, Signore.

Vieni a consolarci,
noi siamo sempre più tristi:
e, dunque, vieni sempre, Signore.

Vieni a cercarci,
noi siamo sempre più perduti:
e, dunque, vieni sempre, Signore,

Vieni, Tu che ci ami:
nessuno è in comunione col fratello
se prima non è con Te, o Signore.

Noi siamo lontani, smarriti,
né sappiamo chi siamo, cosa vogliamo:
vieni, Signore,
vieni sempre, Signore».

Fin qui preghiere e riflessioni di testimoni della fede e letterati molto noti. Ma non serve essere famosi per farsi ascoltare dal Signore. È sufficiente lasciar parlare il cuore. Con l’auspicio di riuscirci sempre, a tutte e tutti il più caldo augurio di Buon Natale.

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