martedì 19 luglio 2011
Dopo l'appello pronunciato domenica scorsa per sollecitare aiuti alle popolazioni colpite dalla siccità nel Corno d'Africa, il Papa ha inviato, tramite il Pontificio Consiglio "Cor Unum", una prima somma di denaro. Sono 10 milioni le persone coinvolte.
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Dopo l'appello pronunciato domenica scorsa per sollecitare aiuti alle popolazioni colpite dalla siccità che nel Corno d'Africa sta provocando una gravissima emergenza umanitaria, il Papa ha inviato, tramite il Pontificio Consiglio "Cor Unum", una prima somma di 50mila euro al monsignor Giorgio Bertin, amministratore apostolico di Mogadiscio, che è impegnato direttamente nell'aiuto alle popolazioni colpite. Nel dare notizia, la Sala Stampa della Santa Sede ricorda che sono circa 10 milioni le persone coinvolte, centinaia di migliaia i profughi che rischiano di morire mancando dei beni di prima necessità. La Somalia e il nord del Kenya sono le zone più colpite. Come segno della sua vicinanza, ieri sera la presidenza della Cei ha stanziato per l'emergenza un milione di euro dai fondi dell'8 per mille.Sono 11 milioni le persone colpite dalla siccità in Africa orientale con 3mila nuovi rifugiati che ogni giorno si affollano in campi profughi ormai allo stremo. Con il peggioramento della situazione nel Corno d'Africa tornano a farsi sentire le ong della rete Agire che lanciano un appello affinchè la comunità internazionale intervenga per fronteggiare l'emergenza umanitaria che colpisce la Somalia, l'Etiopia e il Kenya. È grave la situazione nei campi profughi. Come a Dadaab dove, come racconta il responsabile regionale del Cesvi Vincent Annoni, "400mila persone vivono in un'area prevista per 90mila e dove 470mila persone arrivate da gennaio a giugno 2011 sono private dei servizi di base".Agire è preoccupata che a causa dell'insufficienza d'acqua - sono disponibili tra i 500 ml e i 3 litri al giorno a fronte di uno standard minimo di emergenza di 15 litri - cresca il rischio di epidemie già aggravato dalla diffusione della diarrea e del morbillo contro cui solo un limitato numero di bambini è vaccinato. La siccità e la conseguente crescita dei prezzi delle derrate alimentari, con aumenti compresi tra il 50% e 240%, non risparmiano i Paesi ospitanti come il Kenya. Tutto ciò fa presagire scarsi raccolti in futuro nelle zone considerate i 'granai del Paesè, come nella Rift Valley dove, come riferisce Tommy Simmons, direttore di Amref Italia, "ci sono migliaia di ettari di grano e granoturco ma le piante non superano i dieci centimetri e perciò il raccolto farà fatica a raggiungere il 10% della media". Riecheggiano le richieste d'aiuto lanciate dalle Nazioni Unite e da numerose ong che parlano di 500mila bambini in immediato pericolo di vita e di tassi di mortalità di tre volte superiori a quelli considerati 'di crisì. Come queste anche l'appello del Papa resta finora inascoltato.Spetta a Janusz Czerniejewski, coordinatore progetti Africa Orientale di InterSos, ribadire che è urgente intervenire "con cibo, acqua potabile e kit per l'igiene personale per rispondere alle prime necessità delle popolazioni colpite".
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