martedì 29 aprile 2025
Tanti i messaggi spesso anonimi lasciati nel luogo dove riposano a Roma le sue spoglie. Il teologo Aucone: una donna di fede che parla al mondo di oggi
Le ceste cariche di biglietti con le richieste di aiuto indirizzate a santa Caterina da Siena nella tomba a Roma dove riposano le sue spoglie

Le ceste cariche di biglietti con le richieste di aiuto indirizzate a santa Caterina da Siena nella tomba a Roma dove riposano le sue spoglie - Basilica di Santa Maria sopra Minerva

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Quasi ogni giorno e in modo particolare oggi che si celebra la sua festa vengono recapitate o lasciate con discrezione da mani anonime sulla tomba di santa Caterina da Siena (1347-1380) a Roma dei biglietti con delle preghiere di intercessione o di richiesta di aiuto.

Un piccolo “fiume” di lettere, racchiuse dentro alcune semplici ceste, lambisce il luogo della Basilica di Santa Maria sopra Minerva a Roma dove riposano le spoglie della compatrona d’Italia, dichiarata dottore della Chiesa nel 1970 per volere di Paolo VI.

«L’idea di offrire ai fedeli la possibilità di affidarsi all’intercessione della santa senese – sottolinea il teologo domenicano fra’ Daniele Aucone – non solo attraverso un’orazione mentale (o a bassa voce), ma anche mediante un’intenzione cartacea formulata e depositata davanti alla tomba, risale a qualche anno fa e all’allora rettore Christian Steiner, con l’intento non solo di sottolineare la natura di “santuario cateriniano” della Basilica minervitana, ma anche di “intercettarne” in qualche modo l’imponente afflusso quotidiano di turisti e pellegrini, favorito dalla sua posizione molto centrale».

Il religioso, che insegna alla Pontificia università Angelicum e alla Lumsa di Roma, accenna anche a un altro dato singolare di questa devozione così particolare. «Si tratta spesso di intenzioni di preghiera affidate all’intercessione della santa e grande mistica del XIV secolo ma anche a volte di necessità e situazioni particolari, che vengono così semplicemente condivise e portate all’attenzione di colei a cui già i suoi discepoli rivolgevano l’appellativo di “mamma”. Del resto, la preghiera di intercessione rappresenta un tratto costitutivo della spiritualità cateriniana, basti pensare alle quattro impetrazioni rivolte al Padre, da cui prende avvio Il Dialogo della divina Provvidenza: la prima era per sé medesima; la seconda per la riforma della santa Chiesa; la terza in generale per tutto il mondo [...]; nella quarta domandava alla divina Provvidenza che provvedesse [..] a un caso particolare».

E proprio oggi le due città che segnano l’alfa e omega della sua breve vita – Siena (dove è custodito il teschio nella Basilica di san Domenico) e Roma (in cui si spense il 29 aprile 1380) – la ricorderanno con delle Messe solenni.

Nella Basilica romana della Minerva sarà alle 19 il vicario generale per la diocesi di Roma il cardinale Baldassarre Reina a presiedere l’Eucaristia. Saranno due gli appuntamenti solenni previsti a Siena, la città che diede i natali a Caterina di Jacopo Benincasa. Monsignor Benedetto Rossi presiederà una Messa alle 11 nel santuario-casa di Santa Caterina in Fontebranda e
sarà il vicario foraneo dell’arcidiocesi di Siena-Colle Val d’Elsa-Montalcino don Roberto Bianchini alle 18 a celebrare un’Eucaristia nella Basilica di San Domenico.

Tra i momenti clou di queste celebrazioni vi sarà sempre a Siena – in occasione del 650° anniversario del dono delle stimmate – una conferenza per ricordare questo importante “giubileo”. L’incontro reca un titolo fortemente simbolico: «San Francesco e Santa Caterina, il mistero delle stimmate». A guidarlo sarà la medievista e docente alla Gregoriana Alessandra Bartolomei Romagnoli. L’evento si svolgerà venerdì 2 maggio alle 16.30 nel santuario-casa di Santa Caterina.

Fra’ Aucone, che svolge il suo ministero nella Basilica della Minerva e vive stabilmente nel convento adiacente, non distante dal Pantheon rammenta, nel suo ragionamento ripercorre il punto di incontro tra Caterina e il Poverello di Assisi, entrambi dichiarati patroni della nostra Penisola nel 1939 da Pio XII. «Non è un caso che papa Pio XII scelse questo luogo dove riposano le spoglie di Caterina – osserva – per pronunciare il 5 maggio 1940, quasi 85 anni fa, un suo memorabile discorso per ricordare la cifra di santità di Caterina e Francesco descritti come “due anime giganti in fragili corpi”». Padre Daniele annota un altro particolare sulla grandezza di questa donna vissuta nel XVI secolo e morta a soli 33 anni come Gesù di Nazaret. Si tratta infatti di una figura che lottò con forza e senza sosta per la pace, per il ritorno del Romano Pontefice a Roma da Avignone e per il ripristino dell’unità della Chiesa, lasciando pure celebri scritti della sua straordinaria dottrina spirituale. «Pensando alla questione femminile nella Chiesa al ruolo della missione dei laici Caterina mi sembra di non secondario interesse che la santa senese – è l’osservazione – non ricoprisse incarichi ecclesiali importanti e che non fosse né monaca, né suora ma “Mantellata”, appartenente a quella che oggi chiameremo “fraternità laica domenicana”. Eppure, grazie ai suoi gesti e alla sua preghiera riuscì a convincere papa Gregorio XI a lasciare Avignone per tornare a Roma, la sede dell’apostolo Pietro».

Una donna del suo tempo, a giudizio di Aucone, che parla comunque all’uomo di oggi e che incarna la «chiamata alla santità nel mondo contemporaneo» come recita l’esortazione apostolica del compianto papa Francesco Gaudete et exsultate.

Una donna, dunque, che come un'altra figlia della spiritualità domenicana santa Rosa da Lima (1586-1617) fu capace di cambiare i cuori di molti credenti. Anche nel 2025. «Credo che la “facilitazione” a un incontro personale con la sua biografia spirituale e i suoi scritti possa nascere (come sempre, del resto) solo da una vissuta familiarità e frequentazione attiva del suo messaggio e del suo insegnamento, che si trasmette poi quasi per “contagio” agli altri – conlcude Aucone –. Proprio come recita il motto dell'Ordine dei domenicani Contemplari et contemplata aliis tradere, attribuito a san Tommaso d'Aquino, in cui si esprime questa verità: trasmettere agli altri ciò che si è contemplato. Anche attraverso questa prospettiva si può comprendere la cifra di grandezza di questa mistica di razza».

Un dipinto che raffigura santa Caterina da Siena (1347-1380)

Un dipinto che raffigura santa Caterina da Siena (1347-1380) - *

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