venerdì 26 settembre 2014
Il presidente emerito della Consulta, Cesare Mirabelli: non si giudica un reato due volte. «Bergoglio sceglie la via del rigore».
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Un evento «sicuramente eccezionale», ma che dimostra «come la giustizia nello Stato della Città del Vaticano sa fare il proprio corso». Il professor Cesare Mirabelli, presidente emerito della Consulta italiana e consigliere generale dello Stato vaticano, parla del-l’arresto dell’ex nunzio polacco JozefWesolowski . «Eccezionale per la vicenda – ribadisce –, ma rispondente alle norme esistenti nello Stato vaticano. Certo è stato giudicato clamoroso perché è la prima volta che si ha una vicenda di questo tipo. Ma in realtà esiste una giurisdizione vaticana sia civile sia penale. E quest’ultima l’abbiamo già vista in azione nel caso dell’ex assistente di camera di Benedetto XVI, Ma questa volta siamo davanti all’arresto di un ex nunzio Si ha l’applicazione delle norme emanate con Motu Proprio da papa Francesco nel luglio 2013. Vi è stato un profondo rinnovamento e ampliamento del diritto penale vaticano, in molte materie, tra cui quelle della protezione dei minori. E poi vi è l’altro elemento, cioè la precisazione della giurisdizione penale vaticana che si estende anche a reati commessi fuori dal territorio vaticano da soggetti che hanno una particolare qualifica, come il personale diplomatico o legato alla Curia Romana. È il caso in questione. Questo arresto è il segnale più evidente di una scelta di maggior rigore? Le nuovo norme sono molte. Oggi trovano applicazione quelle relative ai reati con minori, ma il panorama è molto vasto. La riforma ha attuato una serie molto ampia di convenzioni internazionali. Si pensi al terrorismo, all’ambiente, per fare qualche esempio. Queste norme recepiscono reati che già le convenzioni internazionali considerano reati da perseguire. Reati diretti a proteggere i minori. Quando questi reati sono commessi fuori dal Vaticano ma da soggetti che sono sotto la giurisdizione vaticana possono essere processati anche dai tribunali vaticani. Cosa diversa dai tribunali del diritto canonico. Ma in questo caso sono stati coinvolti entrambi i piani. Certo. Uno ha già riguardato le norme di diritto canonico che riguardano lo status del soggetto, con la sua dimissione dallo stato clericale in primo grado. Anche in questo caso vi è il diritto dell’imputato alla difesa e alla possibilità di presentare ricorso a un grado superiore. Ora stiamo parlando del diritto penale, perché è un reato 'civile' commesso all’estero rispetto al Vaticano ma per il quale, ribadisco, il tribunale vaticano ha competenza perché commesso da un soggetto che si trovava in particolare rapporto con lo Stato della Città del Vaticano. Sono casi eccezionali che sono previsti anche nell’ordinamento di quasi tutti gli Stati, anche il nostro. Padre Lombardi ha annunciato che le pene che potranno essere applicate in caso di condanna sono minori rispetto a quelle della nuova legislazione. È un principio di civiltà giuridica secondo il quale nessuno può essere giudicato per un fatto che non è previsto come reato quando viene commesso o con una pena superiore a quelle previste quando il reato è stato commesso. Gli abusi sono stati compiuti in Repubblica Dominicana. Si può ipotizzare una futura estradizione? O in Polonia, Paese natale dell’ex nunzio? Solitamente l’estradizione è regolata da un accordo bilaterale. e comunque quando il reato è sotto la giurisdizione dello Stato, e viene giudicato nello Stato in cui è stato arrestato l’estradizione non è prevista. Non è pensabile una doppia condanna per lo stesso reato. L’estradizione è una forma di collaborazione tra gli Stati perché possa essere giudicato un reato. © RIPRODUZIONE RISERVATA Cesare Mirabelli (Siciliani)
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