lunedì 22 marzo 2021
Nuovi poveri e divario anche digitale nord-sud le emergenze per il presidente dei vescovi, che aprendo il Consiglio permanente chiede di implementare la campagna vaccinale e di sostenere l'economia.
Il Consiglio permanente della Cei del 22 marzo 2021

Il Consiglio permanente della Cei del 22 marzo 2021 - Siciliani

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Dai problemi del Paese, prima di tutto la risposta vaccinale ed economica alla pandemia, al cammino sinodale che la Chiesa italiana si accinge a percorrere. Dalla preoccupazione per l'assedio delle povertà (mancanza di lavoro, divario sulle tecnologie, al nord come al sud, nuovi poveri) e per le nuove generazioni (compresi i problemi della scuola) al ruolo della comunità ecclesiale per far fronte alle emergenze. C’è tutto questo nell’intervento con il cui il cardinale Gualtiero Bassetti ha aperto la sessione primaverile del Consiglio permanente della Cei. Il presidente dei vescovi, dopo aver rivolto un pensiero di gratitudine al Papa anche per il suo viaggio in Iraq, ha affrontato direttamente i temi sociali più urgenti, che richiedono a tutti i livelli, dai sindaci al governo centrale, decisioni altrettanto "urgenti".

IL TESTO INTEGRALE

La situazione del Paese

L’appello del porporato è nel senso di "una unità di intenti e una costante ricerca delle risposte più appropriate per far fronte alle necessità dei cittadini e delle famiglie, a partire dalle persone più fragili". Perciò "al nuovo Governo, che può contare su un’ampia maggioranza in Parlamento, è richiesto – sottolinea Bassetti - in particolare d’implementare la campagna vaccinale e di sostenere il sistema economico per evitare che la crisi si aggravi con ulteriori ricadute sull’occupazione e, in definitiva, sui redditi familiari".

Il Consiglio permanente della Cei del 22 marzo 2021

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L’introduzione, oltre che per i vaccini (sui quali ritorneremo a breve) mette quindi in fila i temi più sentiti. Innanzitutto, ricorda Bassetti, "il Paese necessita inoltre di segnali incoraggianti verso il mondo della scuola: la didattica a distanza si è certo rivelata una risposta alternativa alla chiusura degli Istituti, ma essa non sostituisce il bisogno di relazione umana ed educativa che la scuola stessa può assicurare ai nostri ragazzi". In secondo luogo si fa riferimento all’"impegno a camminare nel solco della transizione ecologica". Ma è anche "auspicabile – prosegue il porporato – che ci sia grande condivisione per produrre effetti sul mondo del lavoro: troppi giovani, infatti, sono costretti ad abbandonare le aree interne del Paese e molte famiglie, soprattutto quelle appartenenti alle categorie più fragili, invocano prospettive di occupazione". Queste attenzioni, per Bassetti, "devono stimolare un percorso da realizzare in stretta collaborazione con le tante espressioni della società civile già impegnate in questo campo".

I vaccini

Il cardinale si dice convinto che i vaccini siano . I vescovi dunque guardano "con fiducia alla campagna vaccinale, condotta con prudenza e serietà" e ribadiscono l’offerta di utilizzare per le vaccinazioni "strutture edilizie delle Chiese che sono in Italia> come "un nuovo contributo di carità". "La messa a disposizione di questi luoghi – sottolinea Bassetti -che non sono quelli liturgici, s’inserisce in continuità con un cammino già avviato in tal senso presso numerose diocesi che, in spazi idonei, ospitano medici, infermieri, Protezione civile, persone in quarantena, ammalati, poveri e quanti soffrono a causa del Covid".

Inoltre, come ha ricordato Papa Francesco, anche il presidente della Cei, chiede che attraverso la disponibilità dei vaccini e la capacità di somministrarli non si creino ulteriori divisioni e disuguaglianze nel mondo. "Abbiamo il dovere di pensare e garantire soluzioni accessibili anche a chi vive in Paesi meno fortunati".

Le fratture della povertà

Strettamente connessa è la questione della povertà, anzi delle povertà, vere e proprie "fratture" provocate dal Covid. Da questo punto di vista il presidente della Cei si è soffermato in particolare sui nuovi poveri e sulla questione educativa. Quanto ai primi, "i dati forniti da una rilevazione nazionale condotta da Caritas italiana (chiusa a febbraio 2021) testimoniano numeri davvero impressionanti relativi all’intero anno 2020: nel corso di dodici mesi sono state quasi due milioni le persone supportate, in varie modalità, dai servizi promossi dalle Caritas diocesane e parrocchiali".

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Vengono poi messi in evidenza altri rischi come quello dell’"espandersi dei tentacoli dell’usura, della criminalità e delle mafie" a causa del Covid. Bisogna perciò impedire che "le mafie si presentino come benefattori tramite un’economia parallela e l’uso del cosiddetto “welfare criminale”, che la malavita è in grado di offrire ai soggetti più fragili". Alla stessa maniera viene condivisa "la preoccupazione per il declino demografico del nostro Paese: occorre creare un quadro economico, sociale e culturale favorevole al rilancio e al sostegno delle famiglie e dei progetti dei giovani".

Dad e questione educativa

Bassetti nota che "accanto agli anziani sono soprattutto i più giovani a vedere modificata nel profondo la loro vita quotidiana". Dunque il ricorso "alla cosiddetta didattica a distanza (Dad) è modalità tanto doverosa nel tentativo di contenimento dei contagi, quanto complessa dal punto di vista dell’applicazione. E qui il discorso si lega alla povertà, perché la Dad ha messo in luce il doloroso divario, non solo digitale, che attraversa l’Italia al Nord come al Sud e non permette a tutti i nostri ragazzi di fruire del diritto all’istruzione a parità di condizioni. La scuola, luogo fisico e spazio della formazione completa, non si limita a dare nozioni, ma unisce, integra, include, accompagna". È pertanto urgente, afferma il presidente della Cei, "intervenire a sostegno di questi ragazzi, per non rassegnarsi a un’incolmabile disparità: da un lato, coloro che potranno poi contare su una rete familiare sollecita e sulla possibilità, anche economica, di recuperare eventuali lacune; dall’altro, i “sommersi”, tutti coloro che, lasciati soli, si perderanno nelle pieghe della dispersione". "In una situazione oggettivamente inedita e complicata – conclude sul punto il porporato -, ci è chiesto di continuare a coltivare un rapporto educativo capace di relazione, prossimità, ascolto, attenzione, supporto, fiducia. È un atto di responsabilità nei confronti delle nuove generazioni; è un atto cruciale di speranza".

La pastorale e il Sinodo

Il cardinale ricorda innanzitutto "il periodo complicato per le nostre Chiese e non manca di ringraziare "parroci, catechisti, educatori, operatori pastorali" per l’impegno profuso. Quanto poi al processo sinodale chiesto dal Papa, Bassetti sottolinea che esso diventa una "opportunità per essere insieme, fare insieme e camminare insieme con il Risorto. Quali sono le attese delle persone per il futuro? Quali sono le nostre attese, le attese delle nostre Chiese, del Santo Popolo di Dio? Sono le domande che ci devono guidare per non mancare un altro passaggio, forse decisivo, con la storia".

Dunque "essere insieme, inteso come fare comunità, essere in comunione, avere lo stesso modo di vedere o di sentire e anche 'prendere decisioni insieme' in modo condiviso, assembleare. C’è poi il fare insieme, inteso come capacità di fare comunione, di produrre qualcosa di comune, di avere in comune lo stesso progetto. La sinodalità non è solo fraternità, ma anche sinergia, organicità e, soprattutto, corresponsabilità; non è solo comunione interiore, ma anche esteriore. Infine, c’è il camminare insieme con il Risorto. È l’aspetto più profondo della sinodalità, che risponde alla domanda: insieme con chi? Senz’altro insieme gli uni con gli altri, ma prima di tutto con il Signore Risorto. È qui il segreto della sinodalità: l’intreccio tra basso e alto, centro e periferia. Il futuro delle nostre Chiese passa da questo movimento continuo e dinamico. Nel suo dipanarsi – conclude il presidente della Cei - diventa esso stesso comunità che annuncia, celebra e tesse la rete della fraternità".

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