giovedì 16 dicembre 2010
Lo ha detto il presidente della Conferenza episcopale italiana, che quest'anno ha celebrato la Messa di Natale per i senatori nella chiesa di Sant'Ivo alla Sapienza. Prima della celebrazione il cardinale si è incontrato per mezz'ora con il presidente del Senato, Renato Schifani.
- Il testo integrale dell'omelia
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«C'è bisogno di aperture e di dialogo, di incontro positivo tra le persone, nella famiglia, nella società civile, nelle articolazioni dello Stato che, diversamente, si inceppano», e questo «vale anche per la politica». Lo ha affermato il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, nell'omelia alla Messa di Natale, che è stata celebrata nella chiesa di Sant'Ivo alla Sapienza, a cui hanno partecipato il presidente del Senato Renato Schifani e diversi parlamentari.«Il dialogo vero - ha osservato Bagnasco - ha le sue leggi: innanzitutto serve la volontà di dialogare». «Se la volontà di dialogo è inquinata e occorre sforzarsi per ascoltare, allora nasce un dialogo tra sordi e tutto è distorto e a volte urlato nei toni, nei modi e nelle parole», ha sottolineato il cardinale, che ha invitato i politici a dialogare ricordando che «il mondo politico è chiamato a essere un punto di riferimento dell'arte del dialogo, lo spazio per l'incontro di persone, del confronto delle idee e del rigore con se stessi». «Di quella nobiltà di un pensare onesto e della consapevolezza - ha ammonito il presidente della Cei - di rappresentare la gente che vuole guardare con fiducia ai propri rappresentanti». «Si tratta - ha sostenuto il cardinale - di guardare alto e lontano e di guardare con amore quel nostro popolo capace di dedizione, sacrificio ed eroismo per amore della famiglia». «Se tutto questo venisse a mancare, lo Stato si impoverirebbe fino a ridursi a burocrazia mercantile forse efficiente ma senza vita» ha proseguito il presidente della Cei.«Nasce dal Vangelo quell'ethos di fondo che costituisce l'anima della nostra gente e si alimenta nelle comunità cristiane radicate, come innumerevoli punti-luce, da un capo all'altro del nostro splendido Paese» ha precisato Bagnasco. «Quest'anima - ha spiegato il porporato - non è generata dallo Stato, ma lo precede. Quest'anima però - ha aggiunto - lo Stato ha il compito di preservare e di promuovere, perché scorre nelle vene della gente, è alla radice della nostra storia, ispira prassi virtuose, genera quella dimensione del dono richiamata nell'enciclica Caritas in veritate».Per Bagnasco si tratta di «un patrimonio spirituale che non può essere dilapidato, ma solo custodito e incrementato consapevoli che, se venisse a mancare, lo Stato si impoverirebbe fino a ridursi a una burocrazia mercantile, forse efficiente ma senza vita». «Cari fratelli e sorelle - ha poi concluso il presidente della Cei rivolto ai senatori - ci auguriamo un Natale ricco della sapienza di Dio: essa colmi le menti e il cuore di tutti noi, delle famiglie, del nostro popolo, dell'Italia che voi avete l'onore e la grande responsabilità di servire». Prima della celebrazione il cardinale si è incontrato per mezz'ora con il presidente del Senato, Renato Schifani, nel suo ufficio a Palazzo Giustiniani e poi insieme hanno raggiunto a piedi Sant'Ivo alla Sapienza. Ad attenderli nei banchi della piccola chiesa barocca, tra gli altri, il leader e il segretario dell'Udc, Pier Ferdinando Casini e Lorenzo Cesa, l'ex presidente del Senato Marcello Pera ed esponenti politici dei diversi schieramenti come Paola Binetti e Dorina Bianchi (Udc), il vicesindaco Mauro Cutrufo (Pdl), il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Carlo Giovanardi, Giorgio Tonini e Maria Pia Garvaglia (Pd); il capogruppo dell'Idv Felice Belisario e capogruppo e vicecapogruppo del Pdl Maurizio Gasparri e Gaetano Quagliariello.
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