mercoledì 18 maggio 2016
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ROMA Da un lato ci sono «i problemi veri del Paese, cioè del popolo». Mancanza di lavoro, famiglie in difficoltà, fascia della povertà assoluta, inverno demografico e crescita esponenziale del gioco d’azzardo. Dall’altro le scelte ideologiche. Gli uni e le altre, il cardinale Angelo Bagnasco indica senza giri di parole. A proposito della recente legge sulle unioni civili, ad esempio, il presidente della Cei è chiarissimo. Quella legge «sancisce di fatto una equiparazione al matrimonio e alla famiglia, anche se si afferma che sono cose diverse ». In realtà, annota, «le differenze sono solo dei piccoli espedienti nominalisti, o degli artifici facilmente aggirabili, in attesa del colpo finale, compresa anche la pratica dell’utero in affitto, che sfrutta il corpo femminile profittando di condizioni di povertà ». Seguono poi ampie citazioni del magistero di papa Francesco in materia e una constatazione: «Non si comprende come queste affermazioni tanto chiare passino costantemente sotto silenzio, come se mai fossero state pronunciate o scritte». Non passano inosservate, invece, proprio le parole del porporato, che giungono di buon mattino, alla ripresa dei lavori della 69ª Assemblea generale della Cei, il giorno dopo l’intervento del Papa. Francesco, lunedì pomeriggio, aveva parlato solo del tema principale dell’assise (il rinnovamento del clero). La relazione di Bagnasco (che Avveni- re pubblica integralmente) tocca anche le questioni dell’agenda politica. E tra queste il riferimento alla legge sulle unioni civili attira l’attenzione, con un ampio ventaglio di reazioni e commenti (come riferiamo più ampiamente a parte), alcuni dei quali non sembrano tener conto che lo sguardo dell’arcivescovo di Genova è già proiettato in avanti. Chiaro che nella legge appena uscita dalle aule parlamentari non si parli di stepchild adoption e, tanto meno, di utero in affitto (pratica vietata in Italia). Ma la domanda che la relazione sottintende è: tutto si fermerà qui o assisteremo invece a una ulteriore escalation che farà rientrare da altre finestre legislative quello che ora è rimasto fuori dalla porta? In realtà l’intervento del presidente della Cei è punteggiato anche di altre domande. A proposito di lotta alla disoccupazione e alla povertà, ad esempio, Bagnasco chiede: «I diversi attori della cosa pubblica, i diversi attori del mondo del lavoro, che cosa stanno facendo che non sia episodico ma strutturale? ». I dati citati dal porporato sono preoccupanti. «Dall’inizio della crisi l’occupazione è caduta del 4,8 per cento, la fascia tra i 15 e i 24 anni in cerca di lavoro è prossima al 40 per cento, contro il 22 della media europea». Gli adulti che perdono il lavoro faticano a ritrovarlo. «Il peso della vita quotidiana, alla ricerca dei beni essenziali, diventa sempre più insostenibile, compreso il bene primario della casa». E poveri assoluti sono ormai 4 milioni, il 6,8 per cento della popolazione. Numeri più che sufficienti a rendere improrogabili le risposte. La Chiesa, ricorda il cardinale, «continuerà a fare il possibile», come del resto è testimoniato dai 12 milioni di pasti distribuiti nelle mense cattoliche lo scorso anno. Altra problematica, l’inverno demografico, e altra domanda. «Che cosa sta facendo lo Stato perché si possa invertire la tendenza? ». Anche in questo caso i dati Istat citati dal presidente della Cei sono «impietosi»: nel 2015 653mila decessi, 488mila nascite e 100mila emigrati all’estero. «Si avverte l’urgenza – sottolinea la relazione - di una manovra fiscale coraggiosa, che dia finalmente equità alle famiglie con figli a carico. Gli esperti dicono che la messa in atto del cosiddetto 'fattore famiglia' sarebbe già un passo concreto e significativo». Terzo affondo del porporato il gioco d’azzardo, un «fantasma» che «sta crescendo nel Paese ». Mentre una recente legge, ricorda infatti Bagnasco, intima che il numero delle slot machine si riduca del 30 per cento, il loro numero è salito del 10,6 per cento in quattro mesi, salendo a 418.210. L’affare azzardo è cresciuto del 350 per cento, fino a 84 miliardi. Perciò anche in relazione a questo problema il porporato introduce un interrogativo inquietante. «A fronte di così cospicui interessi a diversi livelli, chi sarà in grado di resistere alle pressioni delle lobby e intervenire in modo radicale? ». Non solo domande, però. Anche un preciso avvertimento. «La ricaduta sociale della ludopatia è devastante per i singoli, che perdono il lavoro, rompono i rapporti familiari, diventano facile preda di altre dipendenze fino al suicidio, come ha affermato il Ministro della salute» (Beatrice Lorenzin, ndr). «È su questi problemi – conclude il presidente della Cei che la gente vuole vedere il Parlamento impegnato senza distrazioni di energie e di tempo». «Non si comprende come così vasta enfasi ed energia sia stata profusa per cause che rispondono non a esigenze, ma schemi ideologici ». Negli altri paragrafi della relazione trovano spazio anche i temi internazionali. E a proposito di Europa, sulla scia del discorso del Papa per il Premio 'Carlo Magno', annota: «Possa l’Europa ritrovare la sua anima e così l’amore di 'popoli e nazioni'. Possa incontrarsi finalmente con le persone, che non sono pedine sulle cui teste qualche 'illuminato' pretende di decidere o esperimentare ». Sulle migrazioni poi fa notare: «È doveroso chiedersi se non sia un banco di prova perché l’Europa del diritto, della democrazia e della libertà, culla e sorgente dell’umanesimo, irrorata dal Vangelo, possa riscoprire se stessa». E sull’integrazione: «I ben di consumo da soli non sono sufficienti: è necessaria una visione di valori e di ideali. Diversamente, l’anima resta vuota ed esposta ad ogni suggestione, anche la più assurda e turpe». Fari puntati infine sulla persecuzione dei cristiani: 200 milioni di persone. «Come Chiesa, denunciamo ancora una volta la violenza barbara di ogni persecuzione. Esiste qualcuno che possa fermare tanto oscurantismo?». E anche questo è un interrogativo che attende risposta. © RIPRODUZIONE RISERVATA Norma sbagliata Dati inquietanti Il fatto La denuncia del presidente della Cei: sono la disoccupazione, l’aumento della «platea dei poveri», la crisi della natalità, il gioco d’azzardo, i problemi su cui la gente vuole che il Parlamento si impegni. Non si capisce perché siano state spese così vasta enfasi ed energia per cause che rispondono non tanto a esigenze, già previste dall’ordinamento giuridico, ma a schemi ideologici La relazione del cardinale Angelo Bagnasco (Siciliani)
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