mercoledì 16 dicembre 2009
Il cardinale Bagnasco, presidente della Cei, è tornato con forza ad appellarsi alle forze politiche perché il clima d'odio degli ultimi mesi, sfociato nell'aggressione al premier, cessi: «La gente è stanca e non merita questo - ha detto durante la messa per i parlamentari in preparazione del Natale -. Senza un’ evidente, onesta e concreta svolta si alimenta il senso di insicurezza, diminuisce la fiducia nelle istituzioni, scoraggia la partecipazione alla vita del Paese».
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    Il cardinale Bagnasco, presidente della Cei, è tornato con forza ad appellarsi alle forze politiche perché il clima d'odio degli ultimi mesi, sfociato nell'aggressione al premier e oggi anche negli attentati firmati dagli anarchici, venga meno. Lo ha fatto durante la messa per i Parlamentari in preparazione del Santo Natale.«Il messaggio del Natale - ha spiegato Bagnasco - ritorna in tutta la sua bellezza e urgenza. Infatti esso sembra stridere rispetto al clima che stiamo vivendo come Paese. Come è già stato rilevato da voci autorevoli, l’aria di odio personale avvelena la politica, fomenta la rissa, e sfocia in gravi e inaccettabili episodi di violenza. La gente è stanca e non merita questo. Senza un’ evidente, onesta e concreta svolta si alimenta il senso di insicurezza, diminuisce la fiducia nelle Istituzioni, scoraggia la partecipazione alla vita del Paese, indebolisce la coesione sociale sempre doverosa e tanto più necessaria nei momenti di particolare difficoltà. Preghiamo perché i nuovi maestri del sospetto e del risentimento depongano le parole violente che, ripetute, risuscitano ombre e mostri passati».«Ciò nonostante - ha continuato Bagnasco -, la gente non desiste dalla fiducia e dall’impegno nella famiglia, nel lavoro, nella società. Il nostro popolo merita il meglio di tutti i responsabili, a qualunque livello e titolo, perché – al di fuori dei riflettori che a volte snaturano ed enfatizzano - porta avanti i propri doveri quotidiani con grande dignità, senso del dovere, con una serietà morale e capacità professionale che fanno onore al Paese in Italia e nel mondo. Questo patrimonio non vogliamo sperperare mai, né possiamo permettere che si annebbi dietro a settarismi che nulla hanno a vedere con la dialettica culturale, politica e sociale. Questa mira a costruire, quella vuole distruggere».
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