giovedì 2 ottobre 2014
​Il presidente della Cei ha portato il suo saluto introduttivo all’Assemblea plenaria del Ccee in corso a Roma.
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“La Chiesa ama l’Europa. E vorrebbe che fosse se stessa con gioia, convinzione e coraggio. Le dice: non avere paura di Dio. Dio non è un concorrente geloso, ma è il grande sì all’uomo e alla sua vita, alla sua sete di libertà e di amore, all’anelito di felicità e di compagnia che dimora nel cuore di ogni persona come nell’anima di ogni società”. Il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, ha portato il suo saluto introduttivo all’Assemblea plenaria del Ccee - del quale è vicepresidente - in corso a Roma fino al 4 ottobre. Aprendo i lavori dell’assise Bagnasco ha affermato: “La religione non è un pericolo per il vivere civile e democratico; al contrario, è lo storico fondamento di quell’umanesimo plenario che ha fatto dell’Europa, nonostante limiti e gravi smarrimenti, un riferimento culturale ed umanistico”. “Le culture sono diverse e molteplici - ha affermato il porporato -: devono essere rispettate e valorizzate, ma tutte devono avere quei fondamentali denominatori comuni che qualificano una cultura come rispettosa della persona intera, aperta alla trascendenza e al prossimo. Devono avere quegli elementi fondamentali che, nella diversità delle forme, e nelle tradizioni, rendono le civiltà uguali nell’umano”.

La famiglia “è uno di questi elementi antropologici che caratterizzano e fanno vere e autentiche culture e civiltà. La famiglia nel suo essere universale, dovrebbe qualificare e fondare l’Europa casa di popoli e di storie, rispettosa dei volti e delle nazioni: che si riconosce nelle sue origini, che non si vergogna dei suoi valori religiosi e umanistici, che non cede alle pressioni ideologiche, che non snatura l’uomo e la sua sorgente naturale, la sua prima scuola di virtù e di socialità”. Il cardinale Bagnasco ha parlato di fronte ai rappresentanti di quasi 40 Conferenze episcopali di Paesi europei e a diversi ospiti provenienti da altri continenti. L’Assemblea si svolge alla vigilia del Sinodo straordinario sulla famiglia e ha per tema proprio “La famiglia e il futuro dell’Europa”. Il presidente della Cei ha concluso: “La famiglia da sempre è vissuta e riconosciuta come la prima forma di società, dove l’amore di un uomo e una donna non solo genera ma anche insegna a vivere insieme tra generi e generazioni.

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