martedì 16 febbraio 2010
Il presidente della Cei in visita alla mensa dei poveri per il lancio della campagna Caritas «Zero poverty». Le emergenze del lavoro e della casa tra quelle più urgenti indicate dall’arcivescovo di Genova. E ci sono «affitti stratosferici» che le famiglie non sono in grado di pagare.
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L'integrazione «è un processo insito nel Vangelo e nella fraternità cristiana» ma, per essere attuato al meglio, esige «educazione e rispetto delle regole, dei principi, della sicurezza e dell’ordine». Ad affermarlo l’arcivescovo di Genova e presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco, ieri mattina a Genova, in occasione dell’avvio della campagna "Zero poverty" promossa da Caritas Europa in collaborazione con le Caritas nazionali. «L’integrazione - ha aggiunto - comporta diritti e doveri da tutte le parti» e «la carità evangelica è andare incontro a chi ha bisogno, nel rispetto delle regole, dei principi, della sicurezza e dell’ordine». Rispondendo ad una domanda in merito ai disordini di sabato sera in via Padova a Milano, il cardinale ha citato l’esempio dei numerosi centri d’accoglienza ecclesiali nei quali «si viene accolti», si trovano «una parola buona, accoglienza, fraternità ed un pasto, ma ci sono anche delle regole». «Questo - ha affermato - è educativo e mi pare che sia l’esempio di quello che è un processo inevitabile, necessario e irrinunciabile d’integrazione».Certo, ha aggiunto il presidente della Cei, «le condizioni di povertà e di miseria non aiutano la convivenza perché possono acuire paure, aspettative e reazioni» e, tra queste condizioni, l’emergenza abitativa è al primo posto, assieme al lavoro. «Il problema della casa - ha affermato ancora il porporato - è un problema crescente» e rappresenta «un’emergenza a cui bisogna dare assolutamente una risposta urgente, sia per quanto riguarda gli alloggi disponibili, che spesso ci sono ma sono vuoti, sia per quanto riguarda gli affitti». Affitti, che troppe volte, sono "stratosferici". «Ci sono famiglie - ha proseguito - che non riescono, e non possono oggettivamente pagare certi affitti» e in simili circostanze «non è possibile pretendere il pagamento, soprattutto quando la proprietà è di enti pubblici».In merito alla campagna "Zero poverty", lanciata dalla Caritas, per far conoscere la povertà e per rendere consapevoli che l’esclusione sociale non è un destino ineluttabile, il cardinale  Bagnasco ha spiegato che si tratta di «una iniziativa per sollecitare le autorità europee ed i singoli Stati membri al fine di attivare politiche sempre più incisive, concrete ed efficaci per il tema della povertà». Tra gli obiettivi, infatti, vi sono quello di dimezzare, entro il 2015, il numero di minori che vivono in condizione di povertà, garantire a tutti un minimo di protezione sociale, aumentare la fornitura di servizi sociali e sanitari e garantire un lavoro decoroso a tutti.Proprio per testimoniare la vicinanza della Chiesa a coloro che si trovano in situazione di indigenza e marginalità, il porporato, nella duplice veste di arcivescovo di Genova e di presidente della Cei, ha condiviso il pranzo di ieri mattina con gli ospiti della mensa gestita dall’Auxilium ascoltando le loro storie e dialogando con loro. Il menù di ieri prevedeva pasta e fagioli, carne alla pizzaiola, frutta ed acqua. Unica eccezione rispetto al pranzo standard, è stato il dolce, un tartufo bianco, gentilmente offerto per l’occasione da uno dei fornitori abituali della mensa.Durante la presentazione sono stati presentati anche alcuni dati raccolti dall’Osservatorio diocesano delle povertà e delle risorse. Secondo le ultime stime il 65% delle erogazioni della diocesi di Genova in aiuto alle persone ha riguardato nel 2009 le spese per la casa e per la sua gestione, mentre si è abbassata a 45 anni l’età media delle persone senza una dimora. Lo scorso anno anno, inoltre, si sono rivolte ai centri di ascolto vicariali 5.702 persone per la maggior parte (80%) donne. Tra coloro che hanno chiesto aiuto il 50% sono italiani. Solo l’Auxilium segue annualmente oltre 1000 persone (522 sono senza fissa dimora) con un aumento medio annuale di 160 unità.
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