venerdì 24 maggio 2013
Il presidente della Cei a conclusione dei lavori dell'Assemblea generale è tornato sul tema del lavoro: «La sua mancanza scarnifica le persone». L'8Xmille: leggera flessione, ma nessun taglio alla carità. Paritarie? «Questione di diritti, non di soldi». IL TESTO DEL COMUNICATO FINALE
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"Totale cordialità e totale docilità". Con questi sentimenti - ha affermato il presidente della Cei, Angelo Bagnasco - i vescovi italiani hanno accolto le indicazioni ricevute ieri da Papa Francesco. "Ma già prima, dal giorno dell'elezione - ha detto il cardinale ai giornalisti nella conferenza stampa conclusiva della 65esima Assemblea dell'Episcopato Italiano - come vescovi italiani abbiamo accolto con adesione leale e totale il suo Magistero. E per magistero intendo tutto, anche i gesti, gli stili", ha scandito il cardinale.Il lavoro priorità assoluta. "Il lavoro come priorità assoluta". È questo il messaggio che il presidente della Cei Angelo Bagnasco - sempre incontrando i giornalisti a conclusione della 65esima assemblea dell'Episcopato - ha voluto rilanciare, dopo averlo detto nella prolusione di lunedì scorso. "Ho detto e lo ripeto - sono state le sue parole - la mancanza di lavoro oggi in Italia è la lama che più profondamente incide sulla vita delle famiglie e scarnifica le persone".Papa Francesco esempio di semplicità. Bagnasco ha sottolineato che nella Chiesa Italiana ad ogni livello trovano seguito "l'esempio, lo stile di semplicità" di Francesco. Così come "i suoi insegnamenti proposti con parole semplici" incontrano "corrispondenza". "La Chiesa italiana - ha assicurato - si trova sempre meglio nel seguire il Papa e Francesco ci sospinge, ci dà il suo esempio".  Nelle parole del Pontefice, ha ricordato il presidente della Cei, "il Vangelo è il primo tesoro, viene prima del pane, di qualunque esigenza". Questo, ha precisato, " è chiaro e insistito nella parola del Santo Padre che ci spinge a una costante capillare vicinanza di condivisione alla gente", ma "portando la Parola prima di tutto". In tema di indicazioni 'socialì ricevute dal Papa, il cardinale ha risposto anche a una domanda sulle parole di Francesco riguardo alla necessità di vendere anche le chiese se non c'è altro modo per aiutare i poveri. "Vendere le chiese? Ma chi le compra, per fare cosa? Era una provocazione che rappresenta per noi un grande stimolo, che deve avere effetto. Una provocazione - ha chiarito Bagnasco - intenzionale e benefica. Se abbiamo fatto 100 dobbiamo fare ancora di più". Del resto, ha ricordato il cardinale, nella Chiesa Italiana "si moltiplicano interventi e risorse per soccorrere le famiglie in questo anni di gravissima crisi: si è moltiplicata la necessità e i luoghi di accoglienza - ad esempio - non sono solo raddoppiati, molto più". In tutto questo Bagnasco coglie "un'eco molto concreta del Magistero e della spinta che Papa Francesco sta dando alla Chiesa".  "Essendo il Papa - ha ricordato Bagnasco -, è vescovo di Roma e dunque, possiamo dire, 'appartiene' alla nostra Conferenza episcopale". E la Chiesa Italiana, ha proseguito, "ha lo stile, il radicamento, la passione evengelizzatrice che Francesco ci chiede di perseguire: siamo in questa linea sollecitati da un secolarismo invasivo, che rende la nostra missione sempre più delicata e complessa. E ringraziamo il Papa per le parole, le indicazioni, l'esempio che ci dà".Don Puglisi, martire di mafia. Don Pino Puglisi il sacerdote ucciso dalla mafia che sarà beatificato domani "è un martire perchè fu assassinato in odio alla fede". Lo ha affermato Bagnasco. "Qualunque altra lettura sociologica di questo fatto - ha spiegato - sarebbe gravemente riduttiva".L'8Xmille in leggera flessione, ma no tagli alla carità. La Chiesa italiana potrà disporre per il 2013 dalle dichiarazioni dell'8 per mille di circa 115 milioni in meno rispetto all'anno precedente. Il dato costringe la Cei a rimodulare le sue voci di bilancio, in particolare tagliando le spese "per le esigenze di culto e la pastorale", approvate oggi a chiusura dell'Assemblea generale della Conferenza episcopale italiana. "Questo calo -precisa il cardinale Angelo Bagnasco- è frutto più di una diminuzione del reddito complessivo degli italiani che non di una scelta dei contribuenti. Infatti, il numero di coloro che hanno destinato l'8 per mille alla Chiesa cattolica è diminuito in maniera quasi impercettibile, dello 'zero virgola', mentre un identico leggero incremento è previsto già per il prossimo anno".Sistema industriale è a rischio. Bagnasco condivide l'allarme lanciato dalla Confindustria, come ha mostrato in un altro passaggio del suo intervento: "Da tempo - ha affermato - c'è sul tavolo questo problema, dobbiamo tutelare il patrimonio industriale del Paese, sono a rischio - ha spiegato alludendo in particolare ai gruppi presenti a Genova - i più grandi 'gioielli di famiglia', che sono da tempo in difficoltà". "Il problema - ha auspicato - deve essere affrontato in un'ottica anche industriale, non solo finanziaria. C'è rischio che questi gioielli possano essere venduti per risanare buchi debitori. Il timore è che si segua invece un approccio esclusivamente finanziario che è chiaramente limitato". Le paritarie e il referendum di Bologna. La questione della scuola paritaria è un tema che riguarda il diritto dei genitori all'educazione dei propri figli, un diritto inalienabile. La questione degli oneri è secondaria". È quanto assicura il cardinale. "Questo diritto è praticamente riconosciuto da tutti, ma spesso impossibilitato a essere messo concretamente in pratica. In tempo di crisi, tra l'altro, in tanti non ce la fanno più a pagare la retta, anche quando è bassa. Molte scuole - rivela il cardinale - vengono mantenute grazie alle pensioni di vecchiaia delle suore. E chi non può pagare la retta, non la paga". Il punto, per il presidente dei vescovi italiani, è che "occorre uscire dall'equivoco secondo cui le scuole paritarie sono private. Le scuole paritarie sono pubbliche, sono inserite nel sistema della pubblica Istruzione; quelle private hanno altri meccanismi e non rientrano nel sistema pubblico educativo. Per questo - conclude Bagnasco - parlare in favore delle scuole paritarie non è rivendicare privilegi".​
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