venerdì 7 dicembre 2012
Bagnasco scrive ai bambini: la vita si realizza quando si ama molto. Nella sua lettera il cardinale sottolinea che «il compito di testimoniare la fede riguarda tutti, anche voi»
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« Siate semplici come i pastori e la vostra fede in Dio sia la sor­gente della vostra gioia». È l’in­vito, e l’augurio, che il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e pre­sidente della Cei, ha rivolto ai bambini e ai ragazzi del catechismo nella lettera che ha scritto in occasione delle imminenti festività natalizie. «Il Santo Natale 2012 – si legge nella lettera – è come sempre un evento specialissimo, che ci stupisce e ci meraviglia: Dio stesso si è fatto come noi, per manifestarci e comunicarci il suo a­more infinito, la sua stessa vita». «Ma que­st’anno – spiega l’arcivescovo – è ancor più speciale. È un anno di grazia, che per una bella in­tuizione del papa Benedetto XVI, è dedicato alla fede. Possiamo scoprire insieme quanto è bello essere amici di Gesù, fidarci di Lui, affidarci a Lui, sentirci presi per mano e ascoltare la Sua voce e la Sua Parola, vivere la pienezza della gioia!».
La lettera è stata stampata in 23mila copie ed è già disponibile presso l’ufficio cate­chistico e sul sito diocesano, diocesi.ge­nova. it. Illustrata da Claudia Torello, è stata distribuita anche presso gli istituti religiosi per consegnarla ai propri alun­ni. La lettera dell’arcivescovo per il Nata­le, è ormai una tradizione per l’arcidio­cesi. La prima edizione, infatti, venne rea­lizzata in occasione del Natale 2003. Nel testo di quest’anno il cardinale ricorda i­noltre ai più piccoli che la testimonian­za della propria fede non riguarda solo gli adulti ma tutti i battezzati. «Non pen­sate – ammonisce il porporato – che te­stimoniare la fede sia un compito solo da grandi; è di tutti, bambini e ragazzi, gio­vani e adulti. Affacciati alla porta della vi­ta, siamo passati, quando eravamo pic­colissimi, da un’altra porta, quella del Battesimo, che ci ha permesso di entra­re nella vita di Dio». Questo, ha prose­guito, «è stato possibile perché Gesù, il Figlio di Dio, si è fatto uomo e ci ha a­perto la 'porta' della vita, ci ha condotto alla comunione con il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo». «Questo – ha spiegato ancora il pastore – è il mistero del Nata­le che vorrei narrarvi con l’aiuto e il ri­cordo dei pastori. Essi sono stati i primi ad essere chiamati dagli Angeli a con­templare e ad adorare la nascita del Figlio di Dio».
I pastori, ha detto ancora il car­dinale «hanno adorato il divin Bambino e hanno iniziato un altro 'viaggio': sono diventati testimoni della fede, mandati ad annunciare a tutti la gioia della sal­vezza, la vita nuova con Gesù e la libera­zione dal peccato» e «se ne tornarono glo­rificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto». Ed è per que­sto che il cardinale esorta tutti noi, i più piccoli ma anche gli adulti, a «lodare e glorificare Dio», perché è questo che la fede «ci spinge a fare ogni giorno». Infat­ti, «siamo chiamati a vedere e a ricono­scere la presenza del Signore e ad an­nunciare le cose belle che fa nella vita de­gli uomini». «La vera vita – ha concluso Bagnasco – non si realizza quando si pos­siede tanto, ma quando si ama molto».
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