Don Domenico, prete podcaster: «Così racconto la fede in modo non convenzionale»

Il sacerdote, laureato in teologia della comunicazione e docente di religione, è il fondatore dell’associazione Annunciate dai tetti, che promuove l’uso consapevole della comunicazione digitale
October 10, 2025
Cuffie, microfono e un quaderno sono pronti per la registrazione di un nuovo episodio di un podcast, accompagnati da una tazza di caffè
Il podcast può «essere segno della presenza di Dio, che si rivela attraverso il racconto di un testimone, ed essere strumento di salvezza che aiuta l’ascoltatore a rileggere la propria vita alla luce della fede». A sostenerlo è don Domenico Bruno, podcaster laureato in teologia della comunicazione e docente di religione, nel suo volume Annuncio non convenzionale. Storytelling pastorale e podcast per comunicare la fede, pubblicato da Tau editrice e presentato nei giorni scorsi a Trani.
Un’iniziativa patrocinata, fra gli altri, anche dall’arcidiocesi di Trani-Barletta-Bisceglie, con la presenza dell’arcivescovo Leonardo D’Ascenzo. «Nell’Introduzione l’autore – ha affermato il presule– si chiede in che modo i media siano un prodotto della scienza e un dono dello Spirito e come possono essere coinvolti per tentare una rinnovata evangelizzazione». «Papa Leone – ha continuato – ci ha ricordato che questo ambito va abitato e vissuto, sottolineando che c’è tanto bisogno di formazione, discernimento e comunione. Lo auguro a tutte le persone che operano in questo ambito e soprattutto a don Mimmo».
Massimiliano Padula, sociologo della comunicazione presso la Pontificia Università Lateranense, ha spiegato che «il libro nasce da un percorso di dottorato di ricerca sul tema della comunicazione». E nella prefazione scrive: «Associare alla riflessione teologico-pastorale un formato mediale recente come il podcasting non è un’operazione intellettuale scontata. L’autore ci riesce con il coraggio tipico del ricercatore autentico e prospettico e prova a sistematizzare i semi di una disciplina tanto proclamata quanto disattesa: la teologia della comunicazione. A essa associa qualcosa che per i cristiani (e non solo) non è certo una novità ossia lo storytelling, l’arte di dire qualcosa con il racconto che ha saputo incarnarsi nella storia dei tempi, dalle parabole di Gesù sino ai prodotti digitali. Tra questi c’è il podcast che l’autore assume a modello narrativo privilegiato per comunicare la fede».
Per il diacono Riccardo Losappio, responsabile dell’Ufficio diocesano cultura e comunicazioni sociali, il volume è uno stimolo a essere presenti nell’evangelizzazione «anche attraverso i podcast e lo storytelling». E il 41enne don Bruno, fin da bambino appassionato di radio e fondatore dell’associazione Annunciate dai tetti, che promuove l’uso consapevole della comunicazione digitale, ha esplicitato: «Una delle sfide ecclesiali è quella di investire nella formazione di comunicatori professionali. In questo primo Giubileo dei missionari digitali e influencer abbiamo visto che tante persone evangelizzano attraverso i mezzi di comunicazione, ma il rischio è che si perda di vista l’obiettivo della missione, che è Cristo. Noi siamo solo uno strumento».
Nelle pagine l’autore, sacerdote dal 2014, rileva come «il racconto, applicato a uno strumento facilmente fruibile e poco dispendioso come il podcast, pare tracciare una nuova via per l’evangelizzazione», in quanto «medium in grado di condividere le esperienze di fede, facilitare la cultura evangelica e incoraggiare donne e uomini di buona volontà a farsi testimoni innovativi della Parola di Dio. La narrazione sembra essere la chiave di volta dell’annuncio di fede». Luciana Impera, docente e vicepresidente dell’associazione, ha rimarcato: «Proponiamo corsi di scrittura creativa nelle scuole e non solo, portiamo avanti progetti con enti religiosi e laici, usando il racconto come mezzo di salvezza e rinascita: lo storytelling pastorale è una nuova lente con cui leggere la nostra vita».

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