Impegno, preghiera, giustizia: la santità nella vita di Frassati

Notarstefano (Ac): c'è una straordinaria attualità nel messaggio di Pier Giorgio, che ha vissuto a tutto tondo. Questo per noi è il senso della "scelta religiosa". Giuliodori: è stat
September 4, 2025
Impegno, preghiera, giustizia: la santità nella vita di Frassati
Pier Giorgio Frassati
Sono già lì gli stendardi dei due giovani ancora beati, sulla facciata della Basilica di San Pietro, e in queste ore fanno alzare gli sguardi dei fedeli in pellegrinaggio verso la Porta Santa. Sembrano in attesa degli oltre 70mila pellegrini che domenica, da ogni parte del mondo, arriveranno in piazza per la Messa della loro canonizzazione, presieduta da papa Leone XIV alle 10. A destra nella facciata della Basilica, il drappo con il volto del primo santo millennial, Carlo Acutis, studente di informatica. Sulla parte sinistra quello del socio di Azione cattolica Pier Giorgio Frassati, definito da papa Giovanni Paolo II il «santo delle otto beatitudini», in una foto in bianco e nero scattata dalla sorella Luciana.
Proprio l’Ac, in preparazione alla giornata in cui Frassati sarà proclamato santo, giovedì ha organizzato una conferenza stampa nella sede nazionale di via della Conciliazione per raccontarne la figura e il processo di canonizzazione. «C’è una straordinaria attualità nella bellezza di Frassati che, possiamo dire, ha vissuto una vita santa “a tutto tondo” – ha sottolineato il presidente dell’associazione, Giuseppe Notarstefano introducendo l’incontro –. Il giovane torinese ha dimostrato che ci si può prendere cura delle amicizie, fare sport e divertirsi insieme, ma allo stesso tempo immergersi nella preghiera in profondità e dedicarsi ai più poveri, facendolo in maniera nascosta, con dedizione ecclesiale».
Pier Giorgio, che ha vissuto i suoi 24 anni tra l’Anno Santo del 1900 (lui è nato nel 1901) e quello del 1925 quando è morto, era anche un «vero un appassionato di questioni politiche, con un grande sentimento di giustizia sociale che ha dato forza anche al suo antifascismo fiero», ha continuato il presidente. Frassati, grande sostenitore dell’Ac, «è entrato in profondità nella sua vita di cristiano, sapendo che da lì si anima ogni altra parte dell’esistenza, dall’impegno sociale alla professione, alle relazioni - ha concluso Notarstefano - e questo per noi è il senso della “scelta religiosa”. La Chiesa con la sua canonizzazione ci dice che questa è la santità di cui il mondo ha bisogno oggi».
I capelli neri, il fisico da atleta, il volto serio nelle foto d’epoca con una spilla appuntata, in cui tratteneva a stento il sorriso. «Frassati è stato un profeta – ha detto il vescovo Claudio Giuliodori, assistente ecclesiastico generale dell’Ac – perché ha saputo leggere in profondità la storia, diventando icona spendibile per ogni tempo e in particolare per i nostri giorni». Il giovane, che ha combattuto l’ascesa del regime fascista, ha partecipato attivamente alle attività di altre associazioni ecclesiali, come la Società San Vincenzo de’ Paoli, ma anche di associazioni studentesche come la Fuci e ancora in politica, nel partito Popolare italiano. «I giovani restano affascinati da Pier Giorgio, dalla sua spiritualità e dall’impegno sociale – ha continuato il vescovo –. Lui è l’antesignano del protagonismo giovanile, di una vita vissuta fino in fondo, cercando il senso più profondo della vita con passione e tenacia».
Gli altri temi sono quelli della «scelta» e della «preghiera», ha aggiunto Giuliodori. «Ogni giorno lui maturava delle decisioni che lo portavano a mettersi in gioco su tutti i fronti. L’Eucaristia quotidiana, poi, insieme al servizio ai poveri, erano i pilastri della sua vita». Proprio per dare un segno concreto dell’impegno di Frassati nella carità, oggi saranno consegnate da parte dell’Ac al cardinale Konrad Krajewski, elemosiniere del Papa, 500 kit per l’igiene personale, per altrettanti uomini e donne in condizioni di fragilità. Sul letto di morte, Pier Giorgio scrive su un biglietto il suo “testamento”: «Ecco le iniezioni di Converso, la polizza è di Sappa. L’ho dimenticata, rinnovala a mio conto». Converso e Sappa erano due poveri, amici che lui assisteva e che probabilmente saranno stati presenti, insieme a tanti altri, durante i suoi funerali il 6 luglio 1925 a Torino.
«Il giovane non è quella figura di santo che era “ottimo” in tutto, infatti a scuola fu bocciato due volte e all’università otteneva risultati nella media – ha spiegato in conferenza stampa il cardinale Marcello Semeraro, prefetto del Dicastero per le cause dei santi – e questo è molto importante da ribadire. Lui è un santo profondamente “uomo” e, come lo definì anche papa Paolo VI, “un forte”». Per Semeraro la figura di Frassati, amante della montagna, può essere accostata a quella di un «alpinista dello spirito», come disse ancora di lui Giovanni Battista Montini. E poi Pier Giorgio è un santo laico, ha aggiunto il prefetto «che ci fa vedere come nell’ordinarietà della vita è possibile essere cristiani, senza ulteriori aggettivi. Fu un vero profeta del Concilio vaticano II e papa Francesco era entusiasta di lui».
La causa di canonizzazione è durata decenni, e ha avuto come tappa, nel 1990, la cerimonia di beatificazione presieduta da Giovanni Paolo II. Tre anni fa è arrivata la notizia del miracolo che ha accelerato il processo. «Si tratta di una grazia avvenuta negli Stati Uniti a un seminarista che si era rotto il tendine – ha spiegato con commozione Silvia Correale, postulatrice della causa–. Ha pregato il Signore per intercessione di Frassati e, a metà della novena, ha sentito calore attorno alla gamba. Poi ha iniziato a camminare senza sentire più dolore. A novembre 2024 poi, con nostra grande gioia, papa Francesco ha autorizzato la canonizzazione che all’inizio doveva essere durante il Giubileo dei giovani». In preparazione a domenica, l’Ac ha promosso per sabato un convegno su Frassati, alle 17 all’Università Lumsa e una Veglia di preghiera alle 20.30 nella Basilica di San Giovanni Battista de’ fiorentini, a Roma.

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