È morto il cardinale Edoardo Menichelli, emerito di Ancona-Osimo
Era malato da tempo. L'annuncio della diocesi. Il dolore anche della Chiesa di Camerino-San Severino Marche

C’è un grande silenzio nella chiesa Sacro Cuore Ponterosso di Ancona. Si celebra il sacramento della Confermazione e l’arcivescovo, Edoardo Menichelli, comincia la sua omelia: guarda i cresimandi uno per uno, negli occhi, poi a un tratto prende il suo zucchetto, lo stringe fino a contenerlo nel pugno della mano e poi lo getta per terra, nello sconcerto generale. Poi chiede con risolutezza a uno dei cresimandi di uscire dal banco e prenderlo, per riportarglielo, e ammonisce: «Vedete ragazzi, con questo zucchetto posso fare quello che voglio, con la mia vita, con la vostra vita, no». Ecco, è difficile che, a distanza di tempo, quei ragazzi abbiano dimenticato questa lezione. Il cardinal Edoardo Menichelli, morto oggi a San Severino Marche, a 86 anni, dopo una dura malattia, era così: autorevole, a volte anche teatrale, un grande comunicatore.
Una vita, la sua, segnata dalla sofferenza: era rimasto orfano dei genitori a 11 anni e il destino aveva fatto incontrare due storie, la sua e quella di Frida di Segni, sorella di Riccardo, la cui famiglia, fuggendo dalle persecuzioni razziali, aveva trovato rifugio proprio a Serripola di San Severino. Giocava, lui, con Frida e il fratello (l’attuale rabbino capo della comunità di Roma), ma sapeva che non poteva rivelare chi fossero, né da dove venissero. Un incontro che lascerà il segno nella vita del piccolo Edoardo, che trova il suo orizzonte seguendo la vocazione che, nel 1965, lo porterà all’ordinazione sacerdotale. Un altro rapporto molto importante nella vita del futuro cardinale è la collaborazione con monsignor Achille Silvestrini, all’Apsa. Sarà proprio Silvestrini a consacrare vescovo Manichelli: Giovanni Paolo II nel 1994 gli affida la diocesi di Chieti-Vasto, esperienza che durerà per dieci anni, fino al ritorno nelle sue Marche, alla guida dell’arcidiocesi di Ancona-Osimo. Anni intensi, che culminano con il Congresso eucaristico nazionale del 2011 e la celebrazione della Messa nell’area Fincantieri, praticamente sul mare, con vista sulla Cattedrale di San Ciriaco. Una stagione complicata, con la grande crisi della cantieristica e la minaccia degli operai: se non arrivano commesse, manifesteremo in mondovisione. Come d’incanto, poco prima dell’apertura della Settimana eucaristica, arrivano le commesse, sulle quali Fincantieri Ancona vive ancora oggi.
Menichelli, chiamato a ricoprire ruoli anche al Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica, e alla Congregazione delle Chiese orientali, si dedica in particolare alla pastorale della salute come assistente nazionale dei medici cattolici, che oggi nel loro comunicato ricordano come il cardinale «in tutti questi anni ci ha accompagnato con molta saggezza incoraggiandoci e spronandoci a vivere la nostra professione tenendo sempre lo sguardo fisso su Gesù, in modo da poter curare sempre chiunque avesse bisogno con professionalità inappuntabile e con quella grande umanità che rende capaci di portare la carezza di Dio a ogni creatura». Viene scelto per predicare a papa Francesco, che ne rimane affascinato. Così, nello stupore - e soddisfazione - generale, il 14 febbraio 2014 viene creato cardinale. Grazie anche al rapporto di particolare fiducia con il Pontefice, lascia, per limiti di età, oltre il 75° anno, Ancona, nel 2017, per ritirarsi nella sua terra. La sua abitazione era stata danneggiata dal terremoto del 2016, così aveva trovato ospitalità nel Santuario Madonna dei Lumi, a San Severino Marche. Anche quella, tuttavia, era una base di partenza, perché il cardinale era molto richiesto, per la sua eloquenza, la sua grande capacità comunicativa, soprattutto la sua capacità di attivare relazioni con la gente.
Da tempo era malato, e l’arcivescovo di Camerino-San Severino Marche e vescovo di Fabriano-Matelica, Franco Massara, ricorda come Menichelli abbia «affrontato l’infermità e le pesanti terapie coraggiosamente, con forte temperamento e il desiderio di vivere con fiducia incrollabile la sua consacrazione al Signore, fino alla fine». Ai messaggi che gli venivano inviati rispondeva serenamente chiedendo una preghiera. Aveva compiuto 86 anni una settimana fa. Aveva ricevuto una pioggia di auguri e gli era stata dedicata una celebrazione eucaristica, alla quale, purtroppo, non aveva potuto partecipare, debilitato dalle terapie. Non aveva rinunciato, tuttavia, a collegarsi telefonicamente per salutare i fedeli e chiedere, ancora una volta, una preghiera. È stato l’arcivescovo di Ancona-Osimo, Angelo Spina, stamattina, ad annunciarne la scomparsa. Spina ha ricordato la lunga amicizia e profonda stima che lo ha sempre legato al cardinale, segnalando «la luminosa testimonianza di pastore offerta all’arcidiocesi». Il funerale verrà celebrato dopodomani, mercoledì 22 ottobre, a San Severino Marche, nel Santuario Madonna dei Lumi, presieduto dal presidente dei vescovi marchigiani, Nazzareno Marconi, vescovo di Macerata. La salma verrà poi tumulata, come espressamente richiesto dal cardinale, nella “sua” Cattedrale, San Ciriaco ad Ancona.
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