Dopo il Covid, per la Chiesa una svolta nell'uso dei social
Il responsabile dell'Avvenire di Calabria, inserto diocesano di Avvenire, riflette sulle chance dell'uso delle reti sociali per l'evangelizzazione e i media cattolici dopo la lezione della quarantena

I settimanali diocesani hanno davanti un cambiamento epocale. L’emergenza Covid, infatti, ha accelerato il processo di disruption già in corso nei media, ma questa accelerazione non è un dramma, semmai un’opportunità che – pur richiedendo una fatica – assicura una svolta: quella della digitalizzazione. Un settimanale diocesano non può più accontentarsi della carta: ci sono altri luoghi, relazioni, sfide editoriali che meritano di essere intraprese dalla Chiesa, affiancandole all’edizione cartacea. Certo, i vescovi sono chiamati a riscoprire il loro modo di essere editori e devono avere coraggio profetico: investire per digitalizzare i propri settimanali. Non solo per una banale questione di modernità, è soprattutto una sfida pastorale, l’unica che – se ben strutturata – permette di collegare tutti gli sforzi ecclesiali per raggiungere giovani e adolescenti. Proprio i ragazzi, durante il lockdown, hanno sposato la tendenza del Social Gaming abitando il social network Twitch, che permette di incontrarsi e scambiare opinioni al di là del videogame. Anche questa è una realtà da tenere in considerazione in un piano editoriale diocesano. Serve, però, una strategia, da formulare ad ampio respiro, ad esempio con una radice comune per tutti i settimanali diocesani: forse è il caso di pensare a un piano editoriale nazionale, per meglio articolare le presenze mediatiche digitali attraverso la rete dei giornali cattolici. Dopo il Covid è necessario proporre un progetto ricalibrato alla luce dell’emergenza e che, con coraggio, disegni un serio investimento per una rinnovata presenza digitale dei media cattolici. Da questo punto di vista i dorsi di Avvenire sono avvantaggiati, perché la redazione centrale è la casa comune che può diventare regia di questo processo di sviluppo e di cambiamento.
Non si tratta di una rivoluzione dei contenuti ma dei modi. Chi quotidianamente è immerso nel mainstream ed è artigiano delle notizie ha soltanto bisogno di aggiornare le proprie competenze e acquisire confidenza con i nuovi strumenti. Non è sempre vero che il moltiplicarsi dei canali assorbe più energia e tempo: l’Intelligenza artificiale aiuta a gestire e governare tutti i processi alla base della comunicazione digitale, ma bisogna conoscere questo mondo per poterlo navigare. È indispensabile imparare a dirigere l’orchestra per sincronizzare gli strumenti. Invece talora si assiste a una sorta di spray and pray: le redazioni che diventano fabbriche di link da sparare su tutti i social, interpretando questi ultimi come se fossero un unico ambiente con un’unica community. Invece ciò che premia è la doppia personalizzazione: del contenuto rispetto all’utente, e del formato rispetto al media.
Per affrontare e sopravvivere al post–Covid serve una spiritualità da laboratorio: sperimentare per costruire nuove strade (digitali) per il Vangelo. L’idea, però, deve diventare proposta. Questo laboratorio costruiamolo davvero.
Responsabile de «L’Avvenire di Calabria»
Non si tratta di una rivoluzione dei contenuti ma dei modi. Chi quotidianamente è immerso nel mainstream ed è artigiano delle notizie ha soltanto bisogno di aggiornare le proprie competenze e acquisire confidenza con i nuovi strumenti. Non è sempre vero che il moltiplicarsi dei canali assorbe più energia e tempo: l’Intelligenza artificiale aiuta a gestire e governare tutti i processi alla base della comunicazione digitale, ma bisogna conoscere questo mondo per poterlo navigare. È indispensabile imparare a dirigere l’orchestra per sincronizzare gli strumenti. Invece talora si assiste a una sorta di spray and pray: le redazioni che diventano fabbriche di link da sparare su tutti i social, interpretando questi ultimi come se fossero un unico ambiente con un’unica community. Invece ciò che premia è la doppia personalizzazione: del contenuto rispetto all’utente, e del formato rispetto al media.
Per affrontare e sopravvivere al post–Covid serve una spiritualità da laboratorio: sperimentare per costruire nuove strade (digitali) per il Vangelo. L’idea, però, deve diventare proposta. Questo laboratorio costruiamolo davvero.
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