lunedì 17 giugno 2013
COMMENTA E CONDIVIDI
«La nostra speranza è che il numero di fedeli in piazza San Pietro sia così grande da far sentire a tutto il mondo la nostra corale espressione del vero cuore della missione redentrice di Gesù: "Io sono venuto perché abbiano la vita"». Alla vigilia della Messa del Papa che oggi alle 10.30 in piazza San Pietro conclude le Giornate dell’Evangelium vitae – il pellegrinaggio mondiale del "popolo della vita" a Roma per l’Anno della fede –, monsignor Rino Fisichella è ottimista: per uno degli eventi-chiave organizzati dal Pontificio Consiglio per la nuova evangelizzazione, del quale è presidente, la mobilitazione è stata infatti significativa, anche grazie al gran lavoro svolto insieme alla Pontificia Accademia per la vita e a un altro Pontificio Consiglio, quello per gli operatori sanitari. Il cui presidente monsignor Zygmunt Zimowski spiega ad Avvenire che queste giornate sono congegnate per dare modo «a tutti coloro che si riconoscono nei valori simbolicamente evocati dal tema – persone ammalate con le famiglie che le accudiscono, il variegato mondo dei professionisti della salute, i gruppi che promuovono a diversi livelli la difesa e la dignità della vita dal concepimento fino alla morte naturale, il volontariato socio-sanitario, i politici e i responsabili amministrativi nella distribuzione e gestione delle risorse finanziarie – di manifestare la propria fede e l’impegno per la promozione e la difesa di valori che, prima ancora di essere cristiani, appartengono all’inviolabile dignità della persona». L’appuntamento è dedicato all’«Evangelium vitae». Qual è oggi l’attualità dell’enciclica del beato Giovanni Paolo II?Il binomio Anno della fede-Evangelium vitae ha il suo centro unificante nella figura di Gesù Cristo, Colui che la Chiesa è chiamata nei secoli ad annunciare, a celebrare e a testimoniare nel mondo. L’orizzonte non è circoscritto all’enciclica ma raccoglie i pronunciamenti del magistero, che da Pio XII fino a Benedetto XVI hanno qualificato la dottrina cattolica, chiamata a definire gli ambiti delle diverse figure professionali del mondo sanitario, finanziario e dell’assistenza, nonché il ruolo delle persone ammalate, soprattutto di fronte agli interrogativi dal mondo della biotecnologia applicata e dalle politiche sanitarie approntate dalle istituzioni nazionali e mondiali.Quali sono le sfide oggi per il Vangelo della vita?Le più urgenti derivano da una crescente tecnicizzazione della medicina, che si accompagna a un inarrestabile aumento delle possibilità d’intervento della ricerca scientifica e della sua applicazione tecnologica: basti pensare alla fecondazione, alle metodiche diagnostiche e curative nell’embriologia umana, alle possibilità offerte dalla robotica in chirurgia, alla terapia antalgica, all’assistenza offerta a persone con deficit psico-fisici, o legate a patologie proprie dell’età avanzata... Questi stessi strumenti, tuttavia, possono correre anche il rischio di assumere connotazioni di "disumanizzazione", quando non sono più al servizio della dignità e del valore della vita umana, in quanto autoreferenziali – la scienza per la scienza! –, o soggetti a leggi imposte dalla cultura che, oggi in special modo, esalta l’efficienza e la bellezza del corpo, negando il valore della vita quando questa si presenta con i segni della debolezza o della fragilità: è il caso dell’handicap fisico o psichico insorto già dalla nascita, o per gravi lesioni subentrate in successive fasi della vita, l’autismo, le forme pesantemente debilitanti della demenza senile... Si pensi anche all’incidenza che piani di sviluppo economico in alcuni Paesi o continenti possono avere su politiche volte alla crescita o decrescita della natalità, o alla possibile introduzione di soluzioni eutanasiche per alcune patologie invalidanti o legate all’invecchiamento della popolazione, con i concomitanti problemi di sostenibilità economico-finanziaria per le economie, senza sottacere il peso che ancora rivestono in zone economicamente meno avanzate le cosiddette "malattie neglette"...In quali ambiti culturali si sviluppano queste sfide?In un mondo globalizzato gli ambiti culturali e geografici assumono ormai contorni analoghi nei diversi continenti. Le sfide che abbiamo appena ricordato investono gli ambiti specifici dell’assistenza e delle diverse professioni socio-sanitarie, senza escludere comunque la cultura e il consenso sociale, che rischia a volte di essere manipolato dai mass media. A mio giudizio, si tratta di ricostituire un rapporto tra fede e ragione nel servizio specifico alla dignità e all’inviolabilità della vita umana secondo l’eterno valore della legge naturale, che trova nel mondo sanitario e nell’assistenza alle persone inferme o anziane un ambito specifico di applicazione. Ciò non toglie che tale rinnovata sintesi debba trovare accoglienza anche là dove questi valori acquisiscono espressione giuridica nelle diverse legislazioni così come nelle coscienze dei depositari delle politiche sanitarie, nazionali o internazionali.Il suo dicastero come sta affrontando queste sfide?Nei suoi 28 anni di vita il nostro Pontificio Consiglio ha cercato di rendersi interprete delle sfide che l’evangelizzazione affronta oggi nel dialogo con la scienza e con la biotecnologia applicata, capaci di modificare il senso della vita, del nascere, del soffrire e del morire. Questo intervento si è concretizzato soprattutto attraverso la sensibilizzazione delle Conferenze episcopali e delle Chiese locali per una pastorale sanitaria che fosse attenta e riflettesse sui diversi problemi specifici della medicina e dell’assistenza. Si è cercato, in particolare, di suscitare e organizzare la pastorale della salute in tutte le sue articolazioni, che vanno dall’ospedale ai rapporti con le diverse figure professionali, dall’incontro personale con chi è segnato dal mistero del dolore e dal dialogo con le famiglie alla pastorale nelle parrocchie, dalla collaborazione con il variegato mondo del volontariato ai rapporti ufficiali con le diverse organizzazioni mondiali e nazionali della salute e del farmaco, con organismi dell’associazionismo socio-sanitario e delle diverse istituzioni di volontariato a favore dei malati. Uno strumento prossimamente disponibile sarà la «Carta degli operatori sanitari», opportunamente rivista e aggiornata alla luce del recente magistero della Chiesa.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: