Perché a Prato c'è stato un maxi-blitz in carcere
di Redazione
Impiegate 800 persone per un'operazione di controllo a tappeto a La Dogaia. Accuse di estorsione, traffico di droga, porto d'armi, accesso indebito a telefoni cellulari. La Procura: iniziativa straordinaria, c'è un fenomeno criminale pulviscolare dietro le sbarre

Un vero e proprio controllo a tappeto, nel carcere di Prato. La Procura locale, guidata da Luca Tescaroli, ha infatti dato notizia questa mattina di un decreto di perquisizione e sequestro esteso all'intera struttura carceraria de La Dogaia di Prato, diretta nei confronti di 564 detenuti, 29 dei quali nella veste di indagati. «Si tratta di un'iniziativa straordinaria per dimensione, resa necessaria dal peculiare fenomeno criminale pulviscolare» spiega una nota della Procura di Prato.
In particolare, «i covi di illegalità penalmente rilevanti si sviluppano attorno all'uso della violenza e della minaccia da parte di detenuti nei confronti di altri ristretti» e all'approvvigionamento di sostanze stupefacenti. I 29 indagati sono di nazionalità domenicana, tunisina, marocchina, egiziana, italiana, polacca e albanese e sono accusati a vario titolo di estorsione, violenza privata, acquisto e vendita di droga, accesso indebito ai cellulari, porto d'armi. «Sei detenuti - viene sottolineato dalla Procura - hanno assunto atteggiamento di collaborazione, denunciando le intimidazioni, le violenze e i soprusi».
La Procura ha deciso di estendere le perquisizioni all'intero istituto non solo per la vastità delle violazioni riscontrate, ma anche per la loro capacità di «irradiarsi» tra sezioni e reparti. Le condotte illecite, inizialmente circoscritte ad alcune aree - in particolare le sezioni quinta, sesta, ottava e decima - hanno infatti trovato terreno fertile negli spostamenti dei detenuti lavoranti, dei semiliberi e di coloro che erano in permesso, oltre che nelle potenziali connivenze di alcuni operatori penitenziari, ancora in fase di verifica.
Sono state circa 800 le unità delle forze dell'ordine utilizzate per il blitz di questa mattina. Perquisizioni nel carcere erano già state effettuate nei mesi scorsi su ordine della procura che da luglio 2024 ha avviato indagini contro l'ingresso di droga e telefonini in cella. Il 28 giugno furono perquisiti 127 detenuti; 263 le forze dell'ordine impiegate. Una prima tranche dell'inchiesta si è conclusa a luglio: indagati 33 detenuti, 41 gli apparecchi telefonici introdotti nei reparti di alta e media sicurezza.
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