L'Italia rischia di perdere molti miliardi di euro con il Pnrr Istruzione

Un report di Fondazione Agnelli mostra il ritardo nella spesa: restano 13 miliardi da erogare in 8 mesi. Ancora zero milioni spesi negli alloggi universitari
December 20, 2025
L'Italia rischia di perdere molti miliardi di euro con il Pnrr Istruzione
A pagare più caro il ritardo sono i Comuni più piccoli / ANSA
Oltre 20 miliardi di euro a disposizione, circa 13 miliardi ancora da spendere e solo otto mesi per farlo. È questo il bilancio provvisorio del Pnrr per l’Istruzione, pubblicato ieri da Fondazione Agnelli nel focus “Il Pnrr per l’Istruzione: a che punto siamo?”. I dati sono quelli messi a disposizione dal Governo, aggiornati allo scorso 14 ottobre, che tracciano una tendenza non incoraggiante in vista della scadenza di fine giugno 2026: negli ultimi sei mesi, la spesa è cresciuta solo del 2,3%. In altre parole, le speranze che l’Italia non sprechi – almeno in parte – i fondi europei per la scuola sono sempre minori.
La percentuale di spesa varia molto a seconda delle misure. In un solo ambito l’obiettivo è stato praticamente raggiunto: il 97,7% degli 808 milioni di euro dedicati alle borse di studio per l’accesso all’università è già stato stanziato. In fase avanzata si trovano anche i finanziamenti per la scuola 4.0 (è stato speso il 61,6% degli 2,1 miliardi previsti), ovvero i soldi utili alla realizzazione di nuove aule didattiche e laboratori, ma anche quelli per la messa in sicurezza edilizia (44,8% di 4,2 miliardi) e quelli per le infrastrutture sportive a scuola (39,6% di 300 milioni). I ritardi maggiori, invece, si registrano nello sviluppo delle Its Academy (4,7% di 1,5 miliardi, anche se l’Associazione della Rete Its Italy ritiene che la spesa reale salga a circa il 30%), nella promozione di «nuovi linguaggi e competenze» (8,9% di 1,1 miliardi) e nella formazione alla transizione digitale nella didattica (12% speso a fronte di 800 milioni di euro stanziati). In quest’ultimo caso, però, la bassa percentuale potrebbe essere giustificata dal ritardo nel pagamento o nella rendicontazione degli enti gestori, perché dai dati del Governo risulta che il 65% dei fondi del Pnrr in quest’ambito riguarda progetti già conclusi o in via di conclusione.
Un capitolo a sé stante, forse il più complesso, riguarda i fondi per la costruzione di alloggi e residenze per studenti universitari. A fronte di 1,2 miliardi di euro previsti dal Pnrr, l’Italia ha ancora speso zero milioni. Il dato è anomalo: a giustificarlo, secondo Fondazione Agnelli, potrebbe essere la difficoltà nel trovare soggetti pubblici per la realizzazione di posti letto. Al momento, l’83% dei finanziamenti risulta attribuito a privati. Non solo: il target da realizzare entro metà 2026 probabilmente sarà raggiunto tramite la creazione di un fondo ad hoc, in mano alla Cassa Depositi e Prestiti, da cui i soldi saranno erogati in un secondo momento ai beneficiari finali. Al di là degli adempimenti europei, però, la certezza è che i fondi arriveranno in ritardo e non soddisferanno mai gli obiettivi iniziali: dai 60mila posti letto iniziali, il Governo a novembre ha dimezzato l’obiettivo a 30mila posti in tutta Italia. «Il ritardo del Pnrr per l’Istruzione continua a preoccupare – commenta Andrea Gavosto, direttore della Fondazione Agnelli –. Resta il timore che parti e progetti importanti non siano portati a termine nei tempi concordati, ridimensionando un’opportunità unica».
Qualche taglio al Pnrr, in effetti, è già arrivato. Il “Piano per asili nido e scuole dell’infanzia” era il più importante per l’entità dei finanziamenti ma, dopo diverse revisioni del piano, l’Italia ha perso 800 milioni dei 4,6 miliardi di euro destinati al fondo. Quelli rimasti devono ancora essere in larga parte spesi. A farne le spese maggiori sono i Comuni più piccoli, dove la copertura iniziale di posti negli asili nido era pari a zero nel 2021. Agli Enti locali con meno di mille abitanti sono arrivati al momento solo 109 milioni, appena il 2,5% del finanziamento Pnrr complessivo.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Temi