giovedì 7 maggio 2020
Il presidente di Iv parla di orientamento favorevole dell'esecutivo alla regolarizzazione dei migranti. Stamane l'avvertimento di Zingaretti: se governo non ce la fa, c'è solo il voto
Confronto Conte - Italia Viva. Rosato: incontro positivo

Ansa/ Ufficio stampa Palazzo Chigi

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La strada per il governo si fa sempre più in salita. E non solo per le difficoltà che l’emergenza sanitaria ha portato, ma soprattutto per le soluzioni che l’esecutivo sta tentando di mettere in cantiere. Il decreto aprile ormai si è trasformato in decreto maggio, anche per l’impossibilità di trovare un accordo nella maggioranza su più fronti: regolarizzazione dei lavoratori stranieri nei campi e nelle famiglie, sostegni alle imprese per la ripartenza fino al reddito di emergenza. Come pure ad agitare le acque, soprattutto con i renziani, resta il caso Bonafede e le sue nomine ai vertici del Dap.

Oggi il premier Conte ha tentato una nuova mediazione con Italia Viva, convocata a Palazzo Chigi nel primo pomeriggio dopo la minaccia di dimissioni della ministra per le Politiche agricole Teresa Bellanova proprio per la regolarizzazione dei migranti che non piace a M5s (l'ipotesi su cui si sta lavorando nelle ultime ore è una proroga di tre mesi dei permessi di soggiorno scaduti per i braccianti agricoli). Stamattina il presidente dei senatori di Iv Davide Faraone aveva rassicurato che non ci sarebbero state dimissioni di ministri. Ma anche la questione giustizia è stata utilizzata da Renzi per ottenere un faccia a faccia interamente dedicato al suo partito. In due ore di colloquio – presenti Maria Elena Boschi, Ettore Rosato, Teresa Bellanova, Davide Faraone ­– sembra che si siano ricuciti gli strappi dei giorni scorsi, anche per una certa apertura del premier alla regolarizzazione dei migranti. Sull’intesa nel governo il ministro Teresa Bellanova «ci sta lavorando. Ha avuto coraggio e sta facendo un lavoro straordinario», le parole del presidente di Iv Ettore Rosato al termine dell’incontro a Palazzo Chigi, che rassicura anche sulle dimissioni ventilate dal ministro delle Politiche agricole: «No, sul tavolo c’è il provvedimento e mi sembra che nel governo ci sia un orientamento positivo». In più sottolinea che nelle prossime settimane si lavorerà per definire le priorità per la ripartenza del Paese. Dunque crisi rimandata, per ora.

Certo anche con le opposizioni il dialogo sembra ormai un lontano ricordo, anche perché il centrodestra unito ha presentato una mozione di sfiducia in Parlamento sul guardasigilli Bonafede. E la Lega è pronta anche a scendere in piazza se venisse fatta la «sanatoria» per i braccianti agricoli. Tuttavia a mettere le cose in chiaro stamane era stato anche il segretario dem Nicola Zingaretti, tornando a parlare di rischio voto. «Il governo deve dialogare con le opposizioni. Se questo governo non ce la fa vedo difficile che si possa riproporre una maggioranza diversa», aveva detto sottolineando poi che sulla vicenda Bellanova «il piano proposto è corretto. Quel piano è un’esigenza sotto tanti aspetti. C’è rigidità soprattutto per ragioni di visibilità politiche». I più contrari sono appunto i pentastellati che con il capo politico Vito Crimi, pur dicendosi favorevole all’emersione del lavoro nero, ripete il suo «no alla regolarizzazione degli irregolari».

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