giovedì 15 ottobre 2015
​La Guardia di Finanza a Verona e alla Lamborgini di Bologna. 6 indagati, tra cui il presidente e l'ad. Il reato ipotizzato è frode in commercio. E Berlino ordina il richiamo di 8,5 milioni di auto in Europa.
L'azienda: chiediamo scusa (A.Caprotti)
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Una serie di perquisizioni aziendali della Guardia di Finanza sono scattate stamattina negli uffici della Volkswagen Group a Verona e della Lamborghini (gruppo Audi-Vw) a Bologna. Le Fiamme gialle operano su mandato della Procura di Verona, che ha aperto un'indagine (ancora in fase embrionale) su una presunta frode sulle emissioni truccate anche in Italia. Il reato ipotizzato dai pm è frode in commercio. Sarebbero 6 gli indagati tra i top manager di Volkswagen Italia: tra loro ci sarebbero anche il presidente del Cda della Volkswagen Italia Luca De Meo e l'amministratore delegato e direttore generale Massimo Nordio. Intanto una notizia clamorosa arriva dalla Germania. In seguito alla richiesta di provvedimenti giunta dal governo tedesco, Volkswagen ha annunciato che a partire da gennaio richiamerà da tutta Europa 8,5 milioni di veicoli diesel che includono il software al centro dello scandalo della frode sulle emissioni che ha travolto il gruppo di Wolfsburg. Lo si legge in una nota dell'azienda, la quale sottolinea che andrà ora chiarito quali siano le vetture con motore Ea 189 vendute al di fuori della Ue che andranno ritirate dal mercato. I veicoli diesel con il motore Ea 228 di nuova generazione, aggiunge Volkswagen, sono invece sicuri.
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