venerdì 5 gennaio 2024
Il sindaco della Capitale Gualtieri ha incontrato Papa Francesco come commissario straordinario per il Giubileo: «Per la città è un'enorme occasione» per rinnovarsi.I cantieri aperti sono oggi 1400
«Roma sia ambiziosa, può togliersi l'etichetta di città invivibile»

ANSA

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Sul tavolo del suo ufficio di sindaco in Campidoglio Roberto Gualtieri tiene davanti a sé il grande volume che illustra le opere in programma per l’Anno Santo del 2025 e una serie di rendering sul nuovo volto che assumeranno tante piazze e luoghi di Roma. Sono gli stessi che ha mostrato ieri mattina a papa Francesco, con cui ha avuto in Vaticano un colloquio di mezz’ora circa. «Avverto una grande responsabilità», premette il primo cittadino e commissario straordinario per il Giubileo, convinto che per Roma sia anche «un’enorme opportunità» per rinnovarsi, rilanciarsi e togliersi di dosso l’etichetta di città inefficiente e poco vivibile.

Cosa vi siete detti con il Papa?

È una persona straordinaria e incontrarlo è per me sempre una grande emozione. Abbiamo parlato della preparazione del Giubileo e di tanti temi, dalla pace ai progetti per il lavoro e l’educazione nelle periferie. Mi colpisce sempre come Francesco riesca a esprimere in modo semplice pensieri di grandissima profondità e densità concettuale e spirituale.

Tra meno di un anno Francesco aprirà la Porta Santa. Come si presenterà Roma?

Stiamo lavorando senza sosta, Roma ha la possibilità di farsi trovare più “bella” sotto molti profili. In questo libro sono descritti i 184 interventi che hanno l’ambizione di cambiare il volto della città.

Anche di renderla più vivibile e accogliente per tutti, come ha auspicato il Papa, vescovo di Roma, al Te Deum?

Certamente. Noi vogliamo rafforzare il potenziale di inclusione, di accoglienza, di accessibilità, di solidarietà, un “cantiere” forse ancora più importante degli altri. Roma deve essere non solo più pulita e decorosa, ma anche più solidale e inclusiva.

Gli interventi sono in regola con i tempi previsti?

Innanzi tutto va tenuto presente che, per responsabilità non di Roma Capitale e nemmeno del governo Meloni , siamo dovuti partire con un certo ritardo: il Dpcm che autorizza il commissario straordinario e le strutture per il Giubileo a spendere le risorse, pur essendo pronto dall’estate del 2022, a causa della crisi dell’esecutivo Draghi e alle successive elezioni politiche è stato varato solo nel gennaio del 2023. Insomma, siamo partiti con 7-8 mesi di ritardo. Detto questo, stiamo procedendo con rapidità. La maggioranza delle opere sta rispettando pienamente la tabella di marcia, e quelle con ritardi significativi sono davvero poche. Voglio ringraziare per questo tutti i soggetti attuatori e le istituzioni con cui stiamo collaborando, cito per tutti monsignor Fisichella, il sottosegretario Mantovano e il presidente della Regione Lazio Rocca.

Quanti sono i cantieri aperti?

Roma oggi è un cantiere a cielo aperto e lo sarà ancora di più in questo 2024. I cantieri pubblici, non solo quelli per il Giubileo, sono al momento più di 1.400 e comportano disagi. Per ridurli abbiamo varato una delibera per realizzare alcuni lavori anche di notte, dalle 21 alle 6, e abbiamo creato con la Polizia locale una struttura apposita per attutire l’impatto sulla circolazione. Senza cantieri non ci sono disagi, ma non c’è neanche futuro per la città.

Come cambierà Roma?

I lavori avranno un impatto strutturale su trasporti, viabilità, verde. Tanti interventi sono di riqualificazione degli spazi urbani: la nuova Piazza Pia, all’inizio di Via della Conciliazione, sarà un gioiello. Tutta l’area intorno al Vaticano sarà rinnovata e riqualificata: Piazza Risorgimento, totalmente pedonalizzata sul lato del Vaticano; Via Ottaviano; la passeggiata del Gelsomino; il sottopasso pedonale di Via Gregorio VII. Sarà un salto di qualità a livello di abbellimento e di fruizione della zona. Così anche per Piazza San Giovanni, Piazza dei Cinquecento davanti alla stazione Termini e Piazza della Repubblica, solo per citarne alcuni tra i più significativi.

E nelle periferie?

Sono in programma o già in corso moltissimi interventi, dal rifacimento dei sagrati di tante chiese a quello di piazze, marciapiedi e della quasi totalità della viabilità principale di Roma, oltre 500 km di strade ad inizio Giubileo che diventeranno 800 a fine 2026, dalla riqualificazione delle stazioni della metro all’installazione delle pensiline digitali dell’Atac. Per non parlare della rete 5G, anche questo un progetto “giubilare”.

In che cosa consiste?

Si tratta di un progetto molto ambizioso che porterà Roma ad essere una delle città più avanzate al mondo dal punto di vista dell’infrastruttura digitale e dei servizi avanzati di smart city che essa potrà supportare. Con micro-celle “nascoste” nella metro e nei pali della luce, consentiremo la “copertura” integrale a 5G della città, che significa più velocità e rapidità nella trasmissione dei dati, “campo” anche durante gli eventi particolarmente affollati, e la possibilità di utilizzo di applicazioni avanzate di controllo del traffico, monitoraggio dell’aria eccetera, anche grazie a 2mila telecamere 5G, 1.800 sensori IoT e 850 spots wifi. Sarà anche un grande volano per attrarre aziende e investimenti.

Veniamo a una delle piaghe della Capitale, i rifiuti. Il termovalorizzatore si farà? E quando?

Per il termovalorizzatore è stata pubblicata la gara, l’impianto sarà in grado di trattare 600mila tonnellate di rifiuti l’anno e sarà pronto nel 2026: questa prospettiva ravvicinata di autosufficienza ci ha consentito di organizzare in modo migliore del passato gli sbocchi nella fase di transizione. Così siamo riusciti a reggere l’impatto del nuovo inquietante incendio del Tmb di Malagrotta del 24 dicembre e saremo in grado di gestire anche l’aumento di produzione di rifiuti durante il Giubileo.

Oltre al problema della raccolta e del trattamento, c’è quello della pulizia delle strade e dei marciapiedi.

Senza alcun prematuro trionfalismo voglio sottolineare i progressi in corso sul piano della raccolta e dello spazzamento, che credo siano stati visibili durante queste feste e che continueranno in modo graduale ma costante, con l’obiettivo di raggiungere finalmente un livello soddisfacente di pulizia e decoro per il Giubileo. È un obiettivo che considero alla nostra portata. Papa Francesco nel Te Deum ha invitato tutti i cittadini a operare, ciascuno nel proprio ambito, perché Roma possa essere segno di speranza per chi la abita e per chi la visita. Noi come amministrazione abbiamo sicuramente la responsabilità principale ma auspico che tutti i romani facciano la propria parte in uno spirito civico condiviso. Io sono molto fiducioso sulle potenzialità enormi di Roma.

Il trasporto pubblico è carente, soprattutto spostarsi nelle e dalle periferie è difficile.

È un grandissimo problema, noi abbiamo ereditato un sistema di trasporti pubblici al collasso: la rete delle metropolitane senza manutenzione e i treni senza revisione. Abbiamo dovuto sostituire tutti i binari della linea A e stiamo facendo la revisione ai treni, cosa che richiede molto tempo, e abbiamo acquistato quelli nuovi che inizieranno ad arrivare tra un anno. Ciò ci consentirà di ridurre da 15 a 5 minuti l’intervallo fra un treno e l’altro sulla linea B. Per il trasporto di superficie aumenterà la frequenza delle corse e, dopo i 200 nuovi bus del 2023, nel 2024 ne arriveranno oltre 400 - 300 ibridi e 108 elettrici - e 121 tram modernissimi, rossi, sui quali abbiamo investito mezzo miliardo. Per il 2025 avremo sostanzialmente concluso questa grande opera di ripristino della funzionalità del trasporto pubblico, e inizierà la fase del suo potenziamento con le nuove stazioni della metro, le nuove linee tramviarie e la rivoluzione dell’intermodalità sostenuta da nuove applicazioni digitali.

Spesso nella metro non funzionano scale mobili e ascensori, un ostacolo serio soprattutto per gli utenti disabili e anziani.

Quando siamo arrivati non funzionava il 25% delle scale mobili, oggi siamo già scesi al 10%, non ne funzionano 70 su 700. Per il Giubileo arriveremo al 95% di impianti funzionanti.

Da sindaco, c’è qualcosa che invidia alle altri capitali europee?

Le reti di trasporto: le metropolitane di Parigi e Londra, la Strassbahn di Berlino che utilizza le linee ferroviarie come metropolitane di superficie. Più che invidiare, però, cerchiamo di fare: prima la linea C non era nemmeno finanziata, ora i cantieri sono in piena attività. Abbiamo avviato le procedure per prolungare le linee A e B e abbiamo riaperto il dossier per la D, dalla Laurentina al Salario. Stiamo chiedendo a Ferrovie di aiutarci a seguire il modello berlinese trasformando la rete urbana in una vera rete metropolitana di superficie.

Le capita mai di sentirsi “impotente” rispetto all’amministrazione di una città così grande?

In realtà ci sono tante cose che il sindaco di Roma non può fare. Per esempio la regolamentazione degli Airbnb per limitarne l’ipertrofia e favorire la residenzialità nei quartieri centrali: i miei colleghi di New York e di Parigi possono farlo. Qui no, serve una legge del Parlamento. Più in generale manca un ordinamento specifico per Roma che non può essere governata al meglio con le stesse regole dei piccoli Comuni. È un discorsoche si porta dietro quello dei finanziamenti. Tanto per fare un esempio: oggi Roma investe 80 milioni l’anno per il supporto nelle scuole ai bambini con disabilità, un aspetto che mi rende molto orgoglioso, ma dallo Stato ne riceve indietro solo 4. Anche sul trasporto pubblico siamo messi male, Roma in media prende la metà dei fondi che arrivano a Milano.

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