lunedì 14 marzo 2016
In 4 ore di deposizione il monsignore conferma di aver trasmesso documenti riservati del Vaticano ai giornalisti co-imputati, Nuzzi e Fittipladi.
Vatileaks, Vallejo: passai le password ai cronisti
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Dopo una pausa di tre mesi, dovuta all’analisi delle perizie informatiche, lunedì pomeriggio al Tribunale Vaticano è ripresa l’udienza del processo sul trafugamento di documenti riservati del Vaticano, il cosiddetto Vatileaks 2. È stato il giorno della deposizione di monsignor Lucio Vallejo Balda, cominciata dopo le 15 e conclusasi quattro ore dopo, durante la quale il prelato ha fatto importanti ammissioni sulla sua cessione ai giornalisti coi-imputati, Enrico Nuzzi e Emiliano Fittipaldi, di documenti riservati. «Sì, ho passato documenti ai giornalisti», ha infatti dichiarato, incalzato dalle domande: «Ha dato a Nuzzi – gli è stato domandato – l’elenco di 5 pagine con 87 password della sua mail alla Commissione Cosea?». «Sì, ma avevo la netta sensazione che le possedesse già». Nel suo interrogatorio ha descritto il clima di pressioni che dopo il termine dei lavori della Cosea avrebbe subito da Francesca Immacolata Chaouqui. Tra i motivi per i quali il monsignor temeva l’altra imputata che con lui lavorava al Cosea, anche il fatto che la donna gli aveva detto «di essere il numero due dei servizi segreti italiani». Vallejo Balda ha aggiunto che credeva di essere controllato. «Non avevo la certezza giuridica, né le prove, ma la certezza morale che Francesca avesse altri interessi, non completamente legittimi. Secondo me - ha detto ai pm - dietro Chaouqui c’era un mondo pericoloso. E il giornalista Fittipaldi mi disse: "ma guarda che in questo mondo c’è anche Nuzzi"». Fra gli episodi raccontati quello del dicembre 2014, quando «Francesca si sentiva esclusa dal poter continuare il suo lavoro in Vaticano. Durante una conversazione davanti a Casa Santa Marta mi disse: "L’unico aiuto possibile può essere la mafia"». Una nota della Sala stampa della Santa Sede informa che era assente Nuzzi, per il quale l’avvocato difensore ha presentato l’istanza di "legittimo impedimento" dovendo comparire davanti al Tribunale penale a Milano per altro procedimento: «La Corte ha respinto l’istanza, tenendo conto che l’ordinanza per l’odierna udienza era stata comunicata il 7 marzo, dichiarando il Nuzzi contumace. La Corte ha anche acquisito una lettera della Chaouqui al Papa in cui chiede dispensa dal segreto pontificio, ma non ne ha autorizzato la lettura in assenza di riscontri dal destinatario». Acquisite anche le cartelle cliniche sulla gravidanza della Chaouqui sugli eventuali rischi di parto prematuro. Il processo riprende martedì mattina, poi il 17, il 21 e il 22 marzo.
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