giovedì 1 aprile 2021
Le due Regioni annunciano la sospensione delle iniezioni per i ritardi negli arrivi. Ma il Commissario straordinario: a breve 2,8 milioni di nuove dosi. La Lombardia riorganizza le prenotazioni
La visita del commissario per l'emergenza Covid Francesco Paolo Figliuolo al padiglione della Fiera di Bergamo in cui verranno allestite complessivamente 30 linee vaccinali che si aggiungeranno alle 6 già esistenti e dedicate agli over 80 e alle persone più vulnerabili, 31 marzo 2021.

La visita del commissario per l'emergenza Covid Francesco Paolo Figliuolo al padiglione della Fiera di Bergamo in cui verranno allestite complessivamente 30 linee vaccinali che si aggiungeranno alle 6 già esistenti e dedicate agli over 80 e alle persone più vulnerabili, 31 marzo 2021. - ANSA/UFFICIO STAMPA COMMISSARIO STRAORDINARIO COVID 19

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Primi stop alle vaccinazioni. In Veneto, con magazzini quasi vuoti, sia l'Ulss 6 di Padova che l'Ulss 2 di Treviso, hanno comunicato la sospensione delle vaccinazioni, la prima fino al 5 aprile, la seconda fino al 6. Per Padova rimarranno validi solo i richiami di chi ha già ricevuto la prima dose Pfizer, mentre sono sospesi gli appuntamenti delle vaccinazioni per gli over 80; per Treviso continueranno fino a sabato solo quelle dei nati nel 1935. Così oggi pomeriggio, ad esempio a Padova, diversi anziani si sono presentati per la prima vaccinazione, ma sono dovuti tornare a casa senza averla ricevuta. L'appuntamento è stato posticipato di una settimana.

Il governatore Luca Zaia ha così annunciato che il Veneto sospende le vaccinazioni, a parte qualche richiamo. "I vaccini non sono arrivati, quindi la macchina perfetta che abbiamo messo in piedi con modelli di accesso rapido, diretto, senza prenotazione in questo momento non riusciamo a garantirla, perché non abbiamo la materia prima. Ieri ci sono arrivati 83 mila dosi di Pfizer, considerando che facciamo 35mila vaccini al giorno, è chiaro che in un paio di giorni li esauriamo".

Ma e dosi scarseggiano anch ealtrove. Anche il Lazio ha annunciato l'impossibilità di proseguire la campagna vaccinale. Il Lazio ha dato tempo 24 ore: se non arrivano i 122 mila vaccini di Astrazeneca previsti, "siamo costretti nostro malgrado a sospendere le vaccinazioni". L'assessore alla Sanità Alessio D'Amato si è augurato che "tale sospensione venga scongiurata. Abbiamo messo in esercizio una macchina imponente che non deve fermarsi. Da ieri notte abbiamo aperto le prenotazioni anche per l'età 66 e 67 e sono già oltre 36 mila i prenotati. Abbiamo un milione di prenotazioni da qui a maggio. Servono i vaccini!". Intanto si stanno utilizzando le dosi di AstraZeneca appartenti a un lotto dissequestrato dalla magistratura.

Pure l'Umbria ha confermato di aver rallentato il ritmo a causa della mancanza di dosi. In particolare è stata sospesa la somministrazione da parte dei medici di medicina generale ai propri pazienti di età compresa tra i 70 e i 79 anni, prevista inizialmente per oggi. Stessa cosa per la Puglia.

Il generale Figliuolo, commissario straordinario all'emergenza, ha confermato tuttavia che ieri è stato consegnato in Italia 1 milione di dosi Pfizer, cui oggi si aggiungono altre 500 mila di vaccini anti-Covid Moderna, mentre tra oggi e domani, arriveranno altre 1 milione 300 mila dosi AstraZeneca. Le Regioni poi contanto anche sul prossimo arrivo dei vaccini della Johnson & Johnson.

Ma certo i dati sono impietosi: degli over 80 appena il 28,3% ha completato il ciclo vaccinale e il 27,4% ha ricevuto solo la prima dose, ancora ai nastri di partenza la fascia 70-79 anni e nessun dato disponibile sui fragili. È quanto rileva dal monitoraggio indipendente delle Fondazione Gimbe.

Il ritardo nella protezione delle classi d'età più fragili emerge anche dal monitoraggio dell'European Centre for Disease Control and Prevention (ECDC): l'Italia è in ritardo rispetto ad altri Paesi europei, in particolare per la fascia 70-79 anni, dove si colloca a fondo classifica.

In ogni caso si stanno registrando i primi dati positivi legati alle vaccinazioni. "Stiamo andando bene, siamo a 385mila dosi agli over 80 e il 46% dei prenotati over 80 ha già ricevuto le due dosi. Abbiamo preferito il metodo Israele, dando la priorità a chi rischiava di morire per il Covid. E c'è una certezza già: avremo nei prossimi giorni un calo sensibile della mortalità, perchè nei mesi passati ha riguardato le persone più anziane. C'è un tema etico, è eticamente giusto scommettere sul fattore età". Lo ha detto il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti intervenendo Radio Uno. Al momento in Lazzio si procede con 25mila somministrazioni al giorno ed è stata superata la quota di un milione e 70.000 vaccinazioni effettuate.

La Lombardia riorganizza le prenotazioni​

Do i tanti problemi delle scorse settimane la Regione Lombardia riorganizza il sistema delle prenotazioni, anche grazie alla collaborazione con Poste Italiane. È stato ufficializzato l'indirizzo web e il numero verde, attraverso i quali, da domani mattina, 2 aprile, alle 8.00, i cittadini tra i 75 e i 79 anni potranno prenotare la loro vaccinazione. Si tratta del sito www.prenotazionevaccinicovid.regione.lombardia.it e del numero telefonico 800 894 545. Sarà presto disponibile anche il canale Postamat, presso gli oltre mille Atm presenti in tutta la Regione e attraverso la rete degli oltre 4mila porta-lettere presenti in Lombardia (i postini rilasceranno la ricevuta necessaria all'utente per presentarsi al centro di erogazione dei vaccini).

Prenotarsi è semplicissimo: basta munirsi di tessera sanitaria e codice fiscale e inserire i propri dati negli
appositi spazi per poi dare il proprio consenso all'accesso dei dati personali. A questo punto occorre inserire il Codice d'avvio mento Postale (Cap) del proprio domicilio, il numero del cellulare e la data di nascita. A questo punto, si potrà scegliere data, orario e indirizzo del centro vaccinale più comodo tra quelli disponibili. A questo punto si riceverà un codice di conferma e tutti i dettagli della prenotazione saranno
disponibili sia attraverso un Sms che in versione stampabile. La prenotazione è diretta e non necessita di una pre-adesione.

Austria, Slovenia e Cechia dicono no alla solidarietà nella Ue

La solidarietà è un concetto sempre più difficile da comprendere in Europa. La riunione degli ambasciatori Ue sulla distribuzione solidale di una parte dei 10 milioni di dosi del vaccino BioNTech-Pfizer anticipate al secondo trimestre si è conclusa. Austria, Slovenia e Repubblica Ceca non hanno dato il loro assenso alla proposta di mediazione, perciò gli altri 24 Stati membri si stanno o rganizzando per l'azione di solidarietà tra loro, in modo tale che i cinque Paesi più colpiti dalla penuria di vaccini - Bulgaria, Estonia, Croazia, Lettonia e Slovacchia - possano comunque ricevere i 2,8 milioni di dosi in più.

"È un segnale importante nel mezzo della crisi del Covid, che la vasta maggioranza dei membri Ue mostri solidarietà ai Paesi particolarmente colpiti dalla penuria di vaccini. È deplorevole che Austria, Slovenia e la
Repubblica Ceca rifiutino di fare un gesto solidale", commenta un diplomatico europeo. "Questo - afferma - è totalmente incomprensibile, dato che Austria e Repubblica Ceca hanno beneficiato della solidarietà dell'Unione europea di recente, ottenendo 100mila dosi in più a testa". "È risultato - aggiunge - che sotto il mantello del costume da Robin Hood di Kurz e dei suoi due amici si nascondeva lo
sceriffo di Nottingham. Prendono i vaccini ma non li condividono".

Cina, la campagna vaccinale ora include gli over 60​

Intanto la Cina ha ampliato la fascia d'età della popolazione target per la vaccinazione contro il COVID-19 includendo persone di 60 anni e oltre. Lo ha fatto sapere oggi la Commissione Nazionale della Sanità. Da un documento pubblicato sul sito ufficiale dalla Commissione si legge che l'attuale programma di vaccinazione è aperto ai soggetti dai 18 anni in su e che si raccomanda l'inoculazione a coloro di età pari o superiore a 60 anni, in quanto categoria ad alto rischio di sintomi gravi e decesso a seguito dell'infezione.






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