sabato 3 gennaio 2015
Le tradizioni arcaiche fanno dilagare il virus tra le donne .
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«Ebola non è solo una catastrofe sanitaria, ma sta anche provocando devastanti effetti secondari sullo sviluppo economico e sociale, causando terribili sofferenze soprattutto a donne e ragazzine». Sono queste le parole di Janet Fleischman, membro del Centro americano per gli studi strategici e internazionali. Secondo gli esperti, è il genere femminile a sostenere il maggior peso delle gravi conseguenze causate dall’epidemia. «Nei tre Paesi più colpiti dal virus, tra il 55 e il 60 per cento delle vittime di ebola è rappresentato da donne – spiega un recente studio pubblicato da Unicef –. Rispetto alla Guinea Conakry e alla Sierra Leone, in Liberia è stato raggiunto il 75 per cento». Le ragioni di tale prevalenza sono molteplici e legate soprattutto alla cultura locale nei confronti del ruolo femminile. «Le donne di solito sono le prime a prendersi cura dei malati», spiega Marpue Spear, a capo dell’Organizzazione non governativa delle donne presso il segretariato della Liberia ( Wongosol). «Madri e mogli continuano a stare in casa curando i loro figli e mariti senza cercare l’aiuto di dottori o infermieri. Inoltre – continua Spear –, se un uomo si ammala, è la donna prendersi cura di lui. Secondo la tradizione è invece più difficile che accada il contrario». Sempre secondo le usanze locali, poi, è il genere femminile a lavare i panni dei malati e il principale incaricato dei riti di sepoltura attraverso i quali è molto facile contrarre il virus. E poiché la gran parte delle donne non ha ricevuto né corsi di formazione né materiale protettivo per trattare i cadaveri, il rischio  di ammalarsi di ebola è altissimo. Anche gli “effetti collaterali” della malattia si accanisco in particolare sulle donne. «È aumentato anche il numero di pazienti che preferisce partorire a casa – sostengono fonti governative della Sierra Leone –, le donne evitano sempre di più di consultarsi con le nostre strutture sanitarie per paura di essere contagiate». Sono molte le false voci in circolazione sul virus. Molti pensano che ebola venga addirittura intenzionalmente diffusa negli ospedali dal personale medico. Si stanno quindi alzando i livelli di mortalità infantile e delle donne decedute dopo il parto.  La chiusura delle scuole a causa del virus sta, inoltre, creando una realtà dove le minorenni sono costrette a matrimoni precoci, un fenomeno riguarda i maschi. «Le organizzazioni sanitarie sul campo hanno anche registrato diversi episodi di violenza nei confronti di donne e minorenni – precisa Yeniva Sisay-Sogbeh, cooperante dell’organizzazione israeliana IsraAid nella capitale della Sierra Leone, Freetown –. Sappiamo di poliziotti che, invece di fare da guardia, hanno violentato giovani donne messe in quarantena». Proprio a causa di tali violenze fisiche e psicologiche sono stati avviati dei programmi in grado di difendere in particolare le donne colpite dall’epidemia.
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