venerdì 26 giugno 2020
La favola a lieto fine scritta dalla Lav: chiuso il macello sull’isola, gli amici a quattro zampe dei detenuti vivranno protetti e accuditi
Una nuova vita per gli animali dell’isola-carcere di Gorgona

Lav

COMMENTA E CONDIVIDI

Questa è una favola a lieto fine, di quelle belle da raccontare. E come tutte le favole a lieto fine comincia con “c’era una volta”. C’era una volta un’isola splendida nel Mediterraneo che alla fine del 1800 venne adibita a colonia penale agricola: la Gorgona. Circondata dal mare, lontano dalla terraferma, l’isola offriva ai detenuti che avevano cominciato a popolarla una seconda possibilità di vita, senza sbarre e senza filo spinato. Dentro il perimetro dei suoi 220 ettari di natura incontaminata quegli ospiti speciali potevano circolare liberamente qua e là. Su due piedi. O su quattro.

Su quattro, sì: perché alla Gorgona c’erano anche molti animali. Asini, capre, maiali, galline, conigli, pecore. Venivano allevati sull’isola: erano parte del programma di lavoro dei detenuti. E, sì: decisamente non facevano una bella fine nel locale mattatoio.

Le gabbie aperte. Gli animali liberi. Il “Modello Gorgona”

Lav

Nel 1989 però, cominciò la volta. La nuova dirigenza della struttura penitenziaria decise di aprire le gabbie degli animali, di allargare i recinti o, semplicemente, di lasciarli liberi. I detenuti – allora una settantina – cominciarono a chiamare gli animali per nome, a interagire con loro, a trattarli come esseri senzienti e non come “prodotti” da destinare al macello. Un cambio di prospettiva che influì molto, e positivamente, sul processo di rieducazione degli umani. E che ovviamente cambiò la vita degli animali. Iniziava il “Modello Gorgona”: nonviolenza e libertà.

La chiusura del mattatoio

Un passo alla volta, nel 2014 si arrivò a interrompere le operazioni di macellazione sull’isola. E, conseguentemente, venne ridotta la “produzione” di animali a scopo zootecnico. Per alcuni di loro, considerati come “cooperatori di trattamento”, vennero addirittura emanati “decreti di Grazia” che li tutelavano in tutto. Gli stessi detenuti cominciarono a combattere battaglie per i diritti dei loro “amici”. Un periodo bello. Che presto, come tutte le cose belle, venne messo alla prova.

Il passo indietro e la nuova sfida

2015: cambio di dirigenza alla Gorgona. Riaprì il macello. Riprese l’allevamento intensivo degli animali. La notizia, però, non passò inosservata. Parlamentari, semplici cittadini, detenuti ed ex detenuti, intellettuali e scrittori (Licia Colò, Susanna Tamaro, Erri De Luca, per fare qualche nome), firmarono una petizione per chiedere che il Modello Gorgona tornasse ad essere quello che era: un modello, appunto. E che gli animali tornassero ad essere rispettati.

La battaglia vinta dalla Lav

Staff Lav, al centro il presidente Gianluca Felicetti

Staff Lav, al centro il presidente Gianluca Felicetti - Lav

Ci sono voluti anni – anni di campagne, spinte, proteste ­ - ma alla fine la Lav (la Lega Anti Vivisezione) è riuscita a scrivere il lieto fine. Nero su bianco. Con tanto di data: 21 gennaio 2020. E’ quello il giorno in cui stato firmato un Protocollo d’intesa con il Comune di Livorno, rappresentato dal sindaco Luca Salvetti, e la Casa Circondariale di Livorno diretta da Carlo Mazzerbo, che ha salvato la vita di tutti i 588 animali dell’isola. Nessuno verrà più sfruttato. Nessuno verrà più ucciso. Il macello verrà definitivamente smantellato e le strutture saranno riconvertite.

La nuova vita degli animali: alcuni sull’isola, la maggior parte in rifugi protetti

La gran parte degli animali (450), risultato dell’attività di riproduzione incentivata ai fini dello sfruttamento zootecnico, dovranno lasciare l’isola. Lav si occuperà di loro direttamente o tramite percorsi di adozione: vivranno bene e moriranno di vecchiaia. L’organizzazione ha messo a disposizione un contributo di 45mila euro in due anni grazie al 5Xmille dei suoi soci e sostenitori. Gli animali che resteranno sull’isola saranno invece curati dai detenuti, che parteciperanno a un programma di relazione della Cattedra di Diritto Penitenziario dell’Università Bicocca di Milano. Anche grazie al ruolo del Sottosegretario alla Giustizia Vittorio Ferraresi, che ha visitato il carcere l’anno scorso e si è impegnato per il raggiungimento di questo risultato. Lav, come previsto dal Protocollo di intesa, punta ora ad organizzare visite guidate sull’isola. Per sostenere l'iniziativa: www.lav.it/gorgona

I primi trasferimenti nei rifugi

L'Arca della libertà

L'Arca della libertà - Lav

Oggi i primi 85 animali - 10 pecore e 75 volatili - hanno iniziato il loro viaggio verso una vita nuova. Sono stati imbarcati su una chiatta, con l’assistenza di un veterinario e di personale qualificato: «L’abbiamo chiamata Arca della Libertà – ha spiegato Gianluca Felicetti, presidente Lav -. Qui stiamo realizzando un sogno». Vivranno accuditi e protetti nel Centro di recupero di Semproniano o in altri rifugi per animali. I detenuti li hanno salutati con un po’ di malinconia, ma contenti di saperli in salvo. E hanno sùbito ricominciato ad occuparsi degli amici rimasti. Tra una carezza e un sorriso. Molto, molto umani.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: