mercoledì 8 aprile 2015
​Le priorità: sconti alle assunzioni e contrasto alla povertà assoluta
COMMENTA E CONDIVIDI
«Questo Def lo abbiamo scritto col pilota automatico. È il minimo che accadrà nel 2016: nemmeno un euro di tasse in più. Ma noi lavoreremo per ottenere di più, perché le tasse le vogliamo far scendere ancora, non solo congelarle... ». Matteo Renzi ha appena concluso la rapida conferenza stampa insieme a Pier Carlo Padoan. Metà del Documento di economia e finanza è concluso. Venerdì bisogna chiudere l’altro pezzo rilevante del testo, il Piano nazionale delle riforme con il cronoprogramma preciso e l’impatto stimato sul Pil potenziale. Tecnicismi e parole di difficile comprensione che però hanno un grande valore politico: se l’Italia dimostrerà che sta creando le premesse per rendere stabile e duratura (non effimera) la crescita avrà dall’Europa altri margini per sostenere consumi, redditi e investimenti nel breve periodo.  La lista della spesa, i 'sogni nel cassetto' da finanziare con la prossima legge di stabilità sono tanti: in primis gli 1,5 - 2 miliardi per il reddito di dignità ai poverissimi e l’introduzione della flessibilità in uscita sulle pensioni. Ma c’è anche la vecchia promessa di estendere a redditi bassi da lavoro e da pensione gli 80 euro, e ci sono le imprese che attendono più risorse per rendere più lunga e certa la decontribuzione dei nuovi contratti a tempo indeterminato. Non tutto si potrà realizzare, ma qualcosa si può fare se si riesce a mettere insieme il fantomatico «tesoretto». L’ha evocato, ieri, Matteo Renzi, ma l’ha evocato come una parola che «porta male». E in effetti qualsiasi premier abbia annunciato di averlo in tasca in passato ha poi passato un brutto quarto d’ora nel momento di fare i conti sul serio.  Però dei margini per mettere insieme 4-5 miliardi 'freschi' e liberi da clausole ci sono. Se spending review e minori tassi sul debito potranno annullare l’aumento Iva, altri fattori potrebbero 'creare' soldi inattesi. Un Pil che cresce qualche decimo più del previsto. Maggiori entrate dalla lotta all’evasione e dal rientro dei capitali. E soprattutto un altro paio di miliardi che l’Ue potrebbe concedere se vedesse che Roma ha ormai imboccato la via della riforma strutturale della burocrazia, del fisco e della giustizia.  Perciò il Piano nazionale delle riforme al vaglio venerdì è importante. Dalla sua validità dipende la conferma della flessibilità già sancita dalle nuove regole europee di gennaio per andare incontro alle esigenze di Italia e Francia, quella che ci consente nel 2016 di attestarci all’1,8 di deficit anziché all’1,4 programmato (nel complesso, 6 miliardi di 'libertà'). Ma se poi seguirà concreta attuazione del cronoprogramma, allora Bruxelles potrebbe concedere ancora altro. «I fattori rilevanti per invocare la clausola di flessibilità rimangono, il treno delle riforme attivato a varie velocità ci permetterà di invocarla per tanto tempo ancora, anche se ne avremo bisogno sempre meno», ha detto Padoan. E allora sotto con le riforme. L’Italicum a maggio, prima delle regionali. I decreti attuativi del jobs act ancora mancanti entro giugno. Il ddl anticorruzione legge prima dell’estate. I nove complessi e rinviatissimi decreti attuativi sul fisco in vigore entro settembre. La local tax in legge di stabilità. Lo sprint alle privatizzazioni per incassare l’1,7 - 1,8 del Pil entro il 2018, soldi essenziali per avviare la progressiva diminuzione del debito (vero osservato speciale di Bruxelles). E poi la 'bad bank' per liberare gli istituti dal credito deteriorato, la riforma della scuola appena ai nastri di partenza, il piano per la banda larga per il quale esistono solo delle linee-guida. Renzi punta molto sul percorso della delega sulla pubblica amministrazione per dare un’impressione di velocità. Se chiusa prima dell’estate dalle Aule, i decreti attuativi sarebbero pronti entro la fine del 2015. E poi ovviamente c’è la riforma costituzionale, da archiviare entro dicembre per poi andare a referendum in primavera 2016. Lo spazio per il «tesoretto» è legato a questo rigido cronoprogramma. 
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: