giovedì 4 ottobre 2018
Il ministro comunica alla Commissione il dato che mancava: la stima sulla crescita 2019 è superiore di circa mezzo punto alle previsioni degli osservatori internazionali
Il ministro Giovanni Tria (Ansa)

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Il ministro dell’Economia Giovanni Tria scrive alla Commissione europea una lettera in cui alza il velo sulle cifre mancanti della Nota di aggiornamento al Def e si dice «fiducioso in un dialogo costruttivo con la Ue sulle reali esigenze di cittadini e imprese». Il testo del documento, che va trasmesso al Parlamento e alle autorità di Bruxelles, è arrivato solo ieri in nottata, dopo un giallo durato alcune ore che ha suscitato le proteste delle opposizioni. Confermati obiettivi, tempi e cifre: 16 miliardi per reddito e pensioni di cittadinanza, di cui 7 per la quota 100, 1 miliardo per i centri per l’impiego, 2 miliardi per la flat tax, 1 miliardo per le assunzioni nelle forze dell’ordine, 1,5 miliardi per i truffati dalle banche.

Dopo una settimana di incontri al vertice, dichiarazioni e correzioni varie, ecco così spuntare le previsioni del governo sul Pil italiano che, grazie alle misure pro-crescita che verranno inserite nella legge di bilancio, raggiungerà nel 2019 l’1,5% con il debito che scenderà al 130%, mantenendosi poi all’1,6 e 1,4% nei due anni successivi. Mentre vengono riviste al ribasso quelle dell’anno in corso – dal 1,5% all’1,2 – con il deficit che si attesta invece all’1,8% contre il 2,4 del 2017. Sono numeri lontani dalle stime dei principali osservatori che, in assenza di nuove misure, prevedono invece per l’anno prossimo una decelarazione del Pil all’1% se non lievemente sotto (Confindustria stima 0,9%).

Tria spiega che la deviazione dal percorso di riduzione dell’indebitamento, fissato nel 2019 al 2,4%, è finalizzato alla scopo di irrobustire un ciclo economico debole. La scommessa è dunque quella di ottenere mezzo punto in più di crescita sulla spinta dell’extradeficit. «La manovra di bilancio che questo governo si appresta a varare – scrive il ministro – è coraggiosa e responsabile, punta alla crescita e al benessere dei cittadini, assicurando in seguito un profilo di riduzione del deficit, che passerà dal 2,4% del 2019 al 2,1% del 2020 per chiudere all’1.8% del 2021».

Tria invita a valutare l’impatto delle singole misure sull’economia del Paese nel quadro dell’intera manovra. «Ci saranno – spiega – maggiori risorse per gli investimenti pubblici e privati, minore pressione fiscale sulle piccole e medie imprese e sui lavoratori autonomi, spinta al ricambio generazionale sul mercato del lavoro e sostegno ai soggetti più vulnerabili». E il «raggiungimento di questi obiettivi verrà ottenuto anche grazie a un attento disegno degli interventi sia sul versante degli investimenti, sia su quello delle misure di sostegno attivo per il lavoro e la coesione sociale che garantiscano la stabilità» complessiva del sistema. «Ora si apre la fase di confronto con la Commissione europea, che potrà valutare le fondate ragioni della strategia del governo delineata dalla manovra», precisa il ministro auspicando che il dialogo con la Commissione Europea rimanga aperto e costruttivo, tenendo conto delle reali esigenze di cittadini e imprese e del ruolo che svolgono le istituzioni. In questo dialogo il Governo si presenta compatto e fiducioso».

Già in mattinata Tria aveva fatto un diretto riferimento alla manovra e al confronto con la Ue invitando a un approccio dialogante. «In Europa ci sono regole sottoscritte: si può decidere di non rispettarne alcune ma l’altra parte è legittimata a dire che sono state violate».

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