sabato 1 ottobre 2022
A San Biagio Saracinisco, borgo di 315 anime, la sanità di prossimità fa passi in avanti importanti. Il sindaco: avere un dottore è fondamentale per i nostri anziani
Il paesino di San Biagio Saracinisco

Il paesino di San Biagio Saracinisco - .

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C’è voluto più di un anno di attesa ma adesso, grazie anche alla decisione del Comune che ha messo gratuitamente a disposizione alcuni locali, San Biagio Saracinisco, poche centinaia di abitanti in provincia di Frosinone, ha di nuovo il medico condotto. Si tratta di una figura essenziale per una popolazione fatta soprattutto di anziani che fino a ieri, anche per una semplice ricetta, dovevano percorrere almeno 40 chilometri fino a Ponte Melfa, su strade di montagna spesso innevate d’inverno, a patto di trovare un parente o un amico disposti ad accompagnarli perché non ci sono mezzi pubblici di collegamenti diretto.

«Siamo 315 residenti, secondo l’ultimo censimento, e nel nostro piccolo abbiamo un po’ tutto, dall’alimentari alla farmacia, ma il medico condotto proprio ci mancava – racconta Antonio Iaconelli, giovane sindaco di San Biagio Saracinisco –. Sa, qui gli anziani spesso hanno bisogno di una visita, che magari si traduce anche in due chiacchiere e una parola di conforto, e stiamo notando che anche i giovani hanno sempre più bisogno di un medico. Questi ultimi, però, magari per una ricetta possono anche collegarsi online, gli anziani invece hanno proprio un bisogno fisico del medico, di questa sanità di prossimità che adesso finalmente siamo riusciti a riportare in paese».

San Biagio Saracinisco è appollaiato a quasi mille metri di altezza e rientra nel perimetro del Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise; il centro è rappresentato dalla chiesa, ovviamente dedicata a San Biagio, e dalla strada principale che taglia in due la schiera di case, ma soprattutto da una dozzina di frazioni ancora più isolate e sotto la montagna. Zona di emigrazione (una nutrita colonia di sanbiagesi è presente addirittura in Svezia, tra Linkoping e Goteborg) in paese sono rimasti tanti anziani, mentre i giovani cercano di costruirsi un futuro difficile, magari scendendo verso la zona industriale di Cassino che ruota attorno alla fabbrica della Stellantis e all’indotto auto, oggi però in forte crisi.

Chi invece ha deciso di fare il percorso inverso e di salire da Cassino a San Biagio è il dottor Bernardino Del Greco, verso il quale il sindaco Iaconelli spende parole di sentito ringraziamento. «Ha accettato di venire da noi due volte a settimana, che comunque sono un segno importante per la sanità e la vita sociale del paese. È un bravo medico, con grande esperienza di pronto soccorso e sulle ambulanze all’ospedale di Atina, finché è rimasto aperto. Gli abbiamo messo a disposizione un locale a piano terra nel borgo, in comodato d’uso gratuito per due anni, sperando che poi rimanga».

E se a San Biagio finalmente sorridono per l’arrivo del medico condotto, anche in altre centinaia di paesini d’Italia tirano un sospiro di sollievo perché la farmacia – anche in questo caso unico baluardo di una sanità di prossimità – non chiuderà più. Il ministero per il Sud e la Coesione territoriale ha infatti stanziato un cospicuo finanziamento per le farmacie delle cosiddette "aree interne", salutato con soddisfazione da Giovanni Petrosillo, presidente del Sunifar, il sindacato dei farmacisti rurali che aderisce a Federfarma. «Il bando risponde alle nostre richieste ed è stato ulteriormente allargato, tanto che hanno risposto 2mila farmacie. Prima comprendeva solo quelle dei paesi con meno di 3mila abitanti, mentre ora riguarda anche le farmacie rurali, non solo delle aree interne».

Ma in questo modo, ce la faranno comunque le farmacie dei paesi con 800 abitanti che battono sì e no dieci scontrini al giorno? Qui Petrosillo è chiaro. «Il finanziamento ha proprio lo scopo di consentire alle farmacie deboli economicamente di stare al passo con quelle più grosse, nell’ottica dei servizi da erogare nell’ambito di una riorganizzazione della sanità territoriale. Faccio un esempio, legato alla telemedicina e a un elettrocardiogramma che già fanno migliaia di farmacie: perché lo faccia anche la farmacia del paese di 800 abitanti questa deve dotarsi del dispositivo, sapendo che il bacino di utenza di cui dispone non consentirà un ritorno economico, ma adesso con queste risorse potrà acquistare o noleggiare i dispositivi medici per dare un servizio al cittadino e ci sarà comunque un "ritorno" di sanità e socialità per tanti paesi».

Basti pensare che in Italia le farmacie rurali sono ben 6.800 e vanno dalle montagne (piena soddisfazione per il provvedimento è stata infatti espressa anche da Marco Bussone, presidente dell’Unione dei Comuni montani) alle isole, a servizio di migliaia di paesi con meno di 3mila abitanti, di ben 2mila con meno di 1500 residenti e 271 con meno di 500 anime.

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