mercoledì 25 maggio 2016
Airaudo: tra 10 anni solo auto elettriche in centro
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1 La città poteva e doveva negoziare la transizione da un’impresa nazionale e torinese ad un’impresa sovranazionale che rende Torino periferica, chiedendo di mantenere più produzioni per Torino e per il suo territorio. Questa passività ha fatto perdere tempo prezioso, competenze e opportunità. Ma in questa città rimane un saper fare legato all’auto e un’intelligenza politecnica che - se messa a sistema dalla politica - può riattivare la nostra manifattura: penso a Torino come città dell’auto elettrica. E nel 2025 immagino la circolazione esclusivamente di queste vetture nel centro della città.
2 Far tornare la città a essere luogo di generazione di cultura e non solo un luogo che ospita mostre ed eventi. Pensiamo alla valorizzazione di tutte quelle piccole-medie realtà che senza l’aiuto di nessuno producono dei risultati egregi. Parecchie volte sono proprio le periferie a mostrare questa ricchezza.
3 Il divario crescente fra centro e periferia lo si può affrontare solo con azioni integrate di recupero fisico e sociale del tessuto urbano. Torino ha sopratutto bisogno di lavoro e questo non lo si può ottenere con una variante di Piano. I beni pubblici possono rappresentare una risorsa importante per attivare politiche di rigenerazione urbana: i molti edifici pubblici non utilizzati o sottoutilizzati possono essere concessi in comodato d’uso o ad affitto calmierato per ospitare nuove attività associative, ma anche artigianali o terziarie. Bisogna offrire facilitazioni logistiche, fiscali e burocratiche tali da rappresentare una buona opportunità di insediamento. Il lavoro deve tornare a nutrire il tessuto urbano.
 
4 Dalla crisi si può uscire solo attivando nuove risorse e aggiornando visioni con un chiaro ruolo del pubblico. A Torino il 25% della popolazione è over 65 e l’apporto degli immigrati è fondamentale per immaginare una città con un futuro costruito su nuove energie e intelligenze.
 
5 Penso di intervenire sulla situazione di degrado degli edifici scolastici, non solo in termini di ristrutturazione ma anche in termini di ridefinizione degli spazi a favore di luoghi aperti; vorrei garantire un maggiore accesso ai servizi educativi. Inoltre interventi sulla mobilità cittadina: utilizzando per esempio progetti come il piedibus per disincentivare l’utilizzo della macchina e favorire la socializzazione fra bambini e famiglie; e infine vorrei combattere la dispersione scolastica attraverso progetti di aiuto nello studio coordinati dalla città e gestiti dalle scuole o da associazioni territoriali.
 
6 Una rapida attuazione della legge sulle unioni civili nelle materia di competenza comunale, nella parte in cui prevede l’equiparazione tra matrimonio e unione civile nei regolamenti e negli atti amministrativi, e adozione delle misure conseguenti. Per quanto riguarda la costituzione dell’unione, che secondo il testo di legge avviene mediante una dichiarazione davanti all’ufficiale dello stato civile e alla presenza di due testimoni, saranno garantiti gli stessi spazi, orari e forme attualmente destinati alla celebrazione del matrimonio, allo scopo di superare, almeno sul piano simbolico, ogni distinzione tra coppie eterosessuali e omosessuali.
 
7 Il disinnesco della bomba del debito e la lotta al lavoro povero. Torino è oggi immobilizzata dal taglio di risorse nazionali e dagli interessi che paga alla finanza e in parallelo non può passivamente "assistere" e alimentare, anche con le privatizzazioni, il lavoro povero. Vogliamo ristrutturare radicalmente il debito, pulirlo dai derivati e garantire così nuove risorse per i servizi pubblici; e vogliamo un città Voucher Free per tutti i lavori alimentati direttamente o indirettamente dal pubblico.
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